lunedì 1 settembre 2014

Tra comunismo nazionale e locale, aprite gli occhi ! Segnalazione editoriale-invito alla lettura alla Redazione di Agorà di Mario Pepe e al Sindaco Claudio Ricci

Negli ultimi ... 20 anni... la "sinistra" in Italia ha avuto un ruolo FONDAMENTALE ovvero quello di fare passare riforme inaccettabili che se fossero state portate avanti dalle destre avrebbero causato rivolte popolari .... Purtroppo ancora in molti, troppi continuano a non vedere come stanno le cose e a farsi infinocchiare dal leader della "sinistra" di turno....
Pochi giorni fa questo Comitato civico coordinato da Rosanna Carpentieri ha indirizzato una segnalazione editoriale provocatoria al sindaco piddino di San Giorgio del Sannio (BN) e al direttore del giornale locale Agorà che ha come Direttore l'ex parlamentare democristiano poi passato al PD, Mario Pepe che ora si riconosce nella veste di tribuno e pontefice contro la stessa giunta in carica che egli stesso propinò e sostenne qualche anno fa, ingannando tout court i sangiorgesi.
L'inganno purtroppo è connaturale alla sinistra italiana e al comunismo ed è questione semplice e complessa che va assolutamente capita e assunta come punto fermo.
La conseguenza sarebbe che è del tutto fuori posto e non consente di avanzare di un solo passo il mero "stupore degli italidioti" se un certo Renzie è peggio di Berlusconi nella privatizzazione dei beni pubblici, se un sindaco ha completamente privatizzato e soggiogato ad interessi privatistici-speculativi la politica e il mandato istituzionale, se il più illustre e longevo Comunista italiano,  Re Giorgio Napolitano -per la seconda volta consecutiva Presidente della ex Repubblica italiana- ha scritto nel lontano 1977 (molto prima dunque del 1992...) quello che poi sarebbe divenuto il diktat ossessivo e antidemocratico  della Troika e del governo sovranazionale europeo, contrario quest'ultimo alla nostra Costituzione ed in mano a lobbies e banksters, con prostituzione adorante a David (Rockfeller...) e al F.M.I. (!!!)

Aprite gli occhi !

Di seguito trascriviamo la lettera inviata al Sindaco Claudio Ricci e all'ex Onorevole Mario Pepe.
Nessun riscontro. A conferma della loro monocorde e sclerotica  miopia e refrattarietà alla verità dei fatti e al discorso serio.

Incidenter tantum,ma ha senso che un più volte ex sindaco sangiorgese e inconcusso burattinaio più o meno occulto della vita politico-amministrativa sangiorgese, lanci oggi una raccolta firme per "chiedere un parco-giochi su Viale Spinelli, valore stimato 4-6000 euro" ?  

Non saranno il narcisismo e le percezioni senili a distorcere la verità della storia e dei fatti.

AGLI ORGANI DI INFORMAZIONE-COMUNICATO STAMPA


Spett.le Redazione di Agora,

il nostro motto è: DOCUMENTI MOLTI,  "CHIACCHIERE" POCHISSIME ...........

BASTA LEGGERE PER CAPIRE MOLTE COSE !

E' uscito edito da Editori Riuniti l'ultima fatica, stavolta editoriale, del vostro Presidente della Repubblica Giorgio NAPOLITANO dal titolo: "PROPOSTA DI PROGETTO A MEDIO TERMINE".

Invitiamo la Redazione di Agorà e i suoi lettori a comprarlo e leggerlo (sarebbe ora...!).

Questo è il vero comunismo italiano !

Quello che, tra le altre cose,  rappresenta una svolta di primo ordine: la rottura del silenzio complice da parte de Il Comunista Italiano ultranovantenne.

http://www.ebay.it/itm/PROPOSTA-DI-PROGETTO-A-MEDIO-TERMINE-PCI-Comunismo-Politica-1977-Comitato-Storia-/300794994236

Passate parola anche all'esimio Direttore ex onorevole DC-PD Mario Pepe e al Sindaco Claudio Ricci di San Giorgio del Sannio (BN).

Affinchè...come dice -  in prima e in quarta di copertina - Re Giorgio Napolitano, sia suscitato "il più ampio e serrato dibattito tra le forze politiche e sociali "... (sarebbe ora...!).

Segnaliamo a pag. 122 l'immancabile (?) "inchino devoto" al F.M.I.

Grazie per la publicazione.

Saluti.




Rosanna Carpentieri
Coordinatrice del Comitato Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia


(di fatto, equivalente al "chiasso complice"...).


RENZI PEGGIO DI BERLUSCONI: BENI COMUNI QUOTATI IN BORSA
Renzi peggio di Berlusconi. Se quest’ultimo, non più tardi di due mesi dalla straordinaria vittoria referendaria sull’acqua del giugno 2011, aveva provato rimettere in campo l’obbligatorietà della privatizzazione dei servizi pubblici locali (bocciata l’anno successivo dalla Corte Costituzionale), Renzi con il “pacchetto 12” contenuto nello “Sblocca Italia” fa molto di più.
Questa volta non si parla “solo” di privatizzazione, bensì di obbligo alla quotazione in Borsa: entro un anno dall’entrata in vigore della legge, gli enti locali che gestiscono il trasporto pubblico locale o il servizio rifiuti dovranno collocare in Borsa o direttamente il 60%, oppure una quota ridotta, a patto che privatizzino la parte eccedente fino alla cessione del 49,9%.
Se non accetteranno il diktat, entro un anno dovranno mettere a gara la gestione dei servizi; se soccomberanno otterranno un prolungamento della concessione di ben 22 anni e 6 mesi!
Come già Berlusconi, anche Renzi si mette la foglia di fico di non nominare l’acqua fra i servizi da consegnare ai capitali finanziari; ma, a parte il fatto che il referendum non riguardava solo l’acqua, bensì tutti i servizi pubblici locali, è evidente l’effetto domino del provvedimento, sia sulle società multiutility che già oggi gestiscono più servizi (acqua compresa), sia su tutti gli enti locali che verrebbero inevitabilmente spinti a privatizzare tutto, anche per poter usufruire delle somme derivanti dalla cessione di quote, che il Governo pensa bene di sottrarre alle tenaglie del patto di stabilità.
Nel pieno della crisi sistemica, ecco dunque il cambio di verso dello scattante premier: non più l’obsoleta privatizzazione dei servizi pubblici locali, bensì la loro diretta consegna agli interessi dei grandi capitali finanziari, che da tempo attendono di poter avviare un nuovo ciclo di accumulazione, attraverso “mercati” redditizi e sicuri (si può vivere senza beni essenziali?) e gestiti in condizione di monopolio assoluto (per un solo territorio vi è un solo acquedotto, un solo servizio rifiuti).
Da queste norme, traspare in tutta evidenza l’idea non tanto dell’eliminazione del “pubblico” –quello è bene che rimanga, altrimenti chi potrebbe organizzare il controllo sociale autoritario delle comunità?- bensì della sua trasformazione da erogatore di servizi e garante di diritti, con un’eminente funzione pubblica e sociale, in veicolo per l’espansione della sfera d’influenza degli interessi finanziari sulla società.
Naturalmente, è ancora una volta la Cassa Depositi e Prestiti ad essere utilizzata per questo enorme disegno di espropriazione dei beni comuni: come già per la dismissione del patrimonio pubblico degli enti locali, è già allo studio un apposito fondo per finanziare anche la privatizzazione dei servizi pubblici locali.
Emerge, oggi più che mai, la necessità di una nuova, ampia e inclusiva mobilitazione sociale, che deve assumere la riappropriazione della funzione pubblica e sociale dell’ente locale come obiettivo di tutti i movimenti in lotta per l’acqua e i beni comuni, e di una nuova finanza pubblica e sociale, a partire dalla socializzazione di Cassa Depositi e Prestiti.
E, poiché il disegno di espropriazione dei servizi pubblici locali viene portato avanti con il pieno consenso dell'Anci, espresso a più riprese dal suo Presidente Piero Fassino, una domanda sorge spontanea: non è il momento per i molti Sindaci che ancora non hanno abdicato al proprio ruolo di primi garanti della democrazia di prossimità per le comunità locali, di iniziare a ragionare su un'aggregazione alternativa degli enti locali, fuori e contro un Anci al servizio dei poteri forti?

Leggete anche: http://sangiorgiodelsannio.blogspot.it/2014/06/emancipazione-dei-cittadini-sangiorgesi.html


sabato 23 agosto 2014

La sagra sangiorgese della salsiccia e le sagre della cuccagna. Il punto della situazione

L'ideatore ed organizzatore della Notte bianca sangiorgese, evento-vergogna 
della cittadina dal 2006 ad oggi.

notte14 

«Mancanza di sicurezza, scarsa igiene ed evasione fiscale connotano le sagre italiane.» Questo è l’allarme. 
Sagre e feste popolari sono eventi importanti, ma va garantito il rispetto delle fondamentali regole di sicurezza e di igiene e di fiscalità.

A lanciare il grido d'allarme sono anche il comitato sangiorgese Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia e le "pro loco" italiane. 
«Siamo seriamente preoccupati - dice a Labitalia Claudio Nardocci, presidente dell'Unione nazionale delle pro loco (Unpli) - per l'esplosione del numero di sagre senza controlli di sicurezza e igiene, organizzate da comitati improvvisati, veri e propri gruppi di rapina, che ha caratterizzato la scorsa stagione estiva e durante la quale, secondo gli ultimi rilevamenti, un italiano su due ha frequentato le tradizionali feste dei tanti campanili italiani. 
Dati alla mano - fa notare Claudio Nardocci - abbiamo calcolato circa 25 milioni di persone fra italiani e stranieri che ogni anno partecipano a sagre e manifestazioni analoghe. Tutte persone che però hanno il diritto di essere tutelate».

La Coldiretti stima in 350 milioni di euro il volume d'affari delle sagre, scaturito da circa 18 mila eventi sul territorio nazionale, pari a una media di 250 appuntamenti al giorno, cifra che sale a quasi mille nel periodo estivo.

Sagre e feste sono sicuramente momenti di ritrovo e svago per la pancia della collettività  ma, considerato che queste iniziative spesso si affiancano all’offerta garantita da bar e ristoranti dei quartieri e dei paesi, bisogna quanto meno mettere tutti sullo stesso piano, soprattutto sul fronte della sicurezza. 
Invece si crea troppe volte una concorrenza che diventa sleale, poiché si basa su una sostanziale differenza di trattamento tra chi fa questa attività per professione, e deve attenersi a regole molto severe, e chi lo fa per “volontariato”, pensando di essere esente da qualsiasi obbligo. 
In verità la sicurezza va garantita in tutti i casi. 
La necessità, anche in caso di spettacoli e intrattenimenti organizzati da circoli privati, di ottenere l’autorizzazione di agibilità, con parere della competente Commissione di Vigilanza. 
Quindi l’obbligo, a cui sono chiamati gli organizzatori di questi eventi, di predisporre uno specifico piano di emergenza. 
Ci sono poi spettacoli e intrattenimenti, per i quali, si ritiene opportuno prevedere l’obbligo del rilascio della licenza di cui all’articolo 68 del TUPLS e le necessarie verifiche della Commissione di vigilanza, visti i rischi potenziali per il pubblico in termini di sicurezza ed indipendentemente dalla presenza o meno di strutture destinate agli spettatori. 
Infine il capitolo “Prevenzione incendi”, la cui normativa in alcuni casi si può applicare anche a sagre e feste. 
Si tratta in sostanza di garantire gli stessi standard di sicurezza ad attività che per certi versi ricalcano quelle di un ristorante e di un bar. 

E se poi vogliamo affrontare la questione in tutte le sue sfaccettature dovremmo parlare anche di tassazione, perché è indubbio che i vantaggi riservati dal fisco a questi eventi stanno alla base del proliferare di feste organizzate dalle associazioni più indefinite e che in molti casi nulla hanno a che fare con la tradizione popolare e gastronomica del territorio. 
Insomma, troppe volte la festa diventa un modo per “fare cassa” in barba al fisco. Invece anche qui si dovrebbe intervenire con una norma specifica. Basti pensare che, secondo uno studio della Federazione pubblici esercizi nazionale, eliminando le esenzioni fiscali di cui beneficiano sagre, feste di partiti politici, circoli privati, circoli sportivi e quant’altro si recupererebbero le risorse sufficienti per evitare l’aumento periodico dell’Iva .
Come dire: togliendo un privilegio di pochi, ne avremmo un vantaggio tutti, senza disparità di trattamenti.

Perché alle sagre è permesso far lavorare minorenni, non avere indumenti idonei, non fare scontrini, mentre in un ristorante dobbiamo applicare ogni norma di legge? 
Domanda in cui vengono toccati punti importanti: il lavoro minorile, i costi del personale, gli orari di lavoro, tutti i vincoli sanitari, i problemi fiscali e di evasione e non ultima l’igiene.  
Se questi obblighi sono veramente necessari, come crediamo, devono essere imposti a tutti. Senza alcuna intermittenza o benevolenza. La legge deve essere uguale per tutti.

Invece, mentre di giorno gli italioti si spellano le mani sulle frasi pro o contro Silvio Berlusconi, fresco del titolo di “Pregiudicato”, inneggiando tutti, comunque, in favore alle manette ai polsi altrui, gli stessi italioti, appunto, la sera organizzano o partecipano ad insalubri ed illegali feste tradizionali e sagre gastronomiche di paese. A centinaia in tutta l’italica penisola sono presenti le fonti di tutte le illegalità.
Queste manifestazioni più che essere festa per i turisti, è una speculazione illegale per fare la festa ai turisti.
Non si ha nessuna fiducia sulla qualità delle pietanze servite in queste sagre vendute al prezzo del pranzo in un ristorante, o  appena qualcosa meno. 

E non si riesce nemmeno a vedere l’utilità di queste manifestazioni, spesso sfoggio delle amministrazioni, occasioni di sperpero consistente di danaro pubblico non certificato in alcun bilancio o documento contabile, passerella per le Pro Loco e più sì che no, turibolo di ogni nefandezza. 
E' proprio il caso della sagra della salsiccia di San Giorgio del Sannio, denominata "notte bianca" dall'ideatore Claudio Ricci, prima nel 2006 assessore della Giunta Nardone , ora sindaco con il beneplacito dell'ex parlamentare piddì Mario Pepe.


Con il termine tecnico di "feste temporanee"  si individuano tutti quei festeggiamenti, manifestazioni, fiere, sagre o simili,  organizzati da parte di associazioni varie, pro loco, comitati, ecc...in modo estemporaneo e saltuario, per un periodo breve (da alcune ore ad alcuni giorni) senza una sede fissa, in cui in genere si ha il culmine nella preparazione e somministrazione estemporanea di pasti più o meno ricchi.

Tali manifestazioni proprio per la loro occasionalità ed elevata promiscuità di cose e persone, rappresentano un potenziale rischio per la salute pubblica; il rischio può derivare dalla inosservanza delle più elementari norme igieniche: 
l’autorità sanitaria competente per territorio (il sindaco), avvalendosi della consulenza professionale del Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione dell’ASL, dovrebbe cercare di assicurare e pretendere degli standard minimi di accettabilità igienica da rispettare per il corretto svolgimento della manifestazione. 
Al fine di consentire tale garanzia ogni festa temporanea dovrebbe quindi essere autorizzata mediante la presentazione di alcuni documenti. 


Le attività di preparazione somministrazione di alimenti presenti nelle manifestazioni temporanee sono soggette a segnalazione certificata di inizio attività (SCIA) da inviare alla ASL competente  (anche in formato cartaceo) e per conoscenza al Comune dove si tiene la manifestazione, almeno 10 (dieci) giorni prima dell'inizio della stessa. 

Alla segnalazione (SCIA) occorre allegare copia della ricevuta del versamento attestante il pagamento dei diritti sanitari.  
La Segnalazione certificata dell'inizio attività per manifestazione temporanea (SCIA) da presentare all'ASL con il rispetto dei requisiti igienico sanitari previsti dalla Regione di riferimento al fine di garantire un elevato livello di tutela dei consumatori con riguardo alla sicurezza degli alimenti. 

Invece spesso e volentieri queste sagre non solo non sono autorizzate, ma non sono nemmeno comunicate. 

E, notate bene, per ovviare a questa discrepanza sindaci e comandanti dei vigili urbani si danno alla macchia, per non essere accusati di sapere e di non intervenire e quindi da considerare a tutti gli effetti, complici della illegalità.

La coordinatrice del comitato
Rosanna Carpentieri

mercoledì 18 giugno 2014

Emancipazione dei cittadini sangiorgesi e Sindaco Sovrano

Leggetevi il Manifesto del sindaco sovrano, avrete chiarissima l'inadeguatezza del nostro sindaco nell'amministrare il contingente e la sua sbalorditiva , godereccia e pericolosa miopia...Svegliatevi! Sarebbe ora concittadini ! E scrivete , e interloquite anche col vostro "tribuno della plebe" Mario Pepe, fatevi sentire, diteglielo che non abbiamo bisogno di lui che ormai è poco più di un pezzo di antiquariato ma, soprattutto, il responsabile maggiore dell'attuale degrado !
Dopo avere sostenuto la giunta Ricci, come quella Nardone, dopo essere stato per mezzo secolo il burattinaio della vita politico-amministrativa sangiorgese, ora invoca a suon di manifesti  la via giudiziaria ostentando a destra e manca l'autorevolezza della magistratura beneventana.
Ma quante denunce ha sinora avuto il coraggio di presentare e sporgere ?
Allora, chi deve prendere l'iniziativa?
Diffidate da chi oltre al bla bla bla supponente non offre l'umiltà e la coerenza dell'esempio.
Emancipatevi.


SINDACO SOVRANO e LIBERAZIONE 

L’Italia ha circa 8.100 Comuni, vera ricchezza di un Paese in cui le diversità sono patrimonio: un esercito di Sindaci a difesa della Casa Comune, l’ultimo baluardo delle istituzioni sul territorio, il primo riferimento per una liberazione-obiezione di coscienza.
Diventa urgente così che la figura del Sindaco debba essere intesa come quella di un Sindaco Sovrano.

MANIFESTO DEL SINDACO SOVRANO

1) Il Sindaco Sovrano opera per il Bene Comune, per il proprio territorio e per la propria cittadinanza, avendo come dovere istituzionale e civile quello di tutelare la dignità ed il benessere delle persone e delle famiglie residenti
2) Il Sindaco Sovrano assume, fermo restando la Costituzione Italiana e la Carta dei Diritti dell’Uomo, come riferimento ideale, etico e morale i seguenti punti insopprimibili: la Sacralità della Vita; la Centralità dell’Uomo; la Supremazia del Diritto naturale su Economia e Finanza; la Moneta come mera Misura del Valore
3) Il Sindaco Sovrano lavora, secondo legge e secondo coscienza, nel rispetto del punto 1, anche quando una legge nazionale o sovranazionale ne contrasti il contenuto e non dovesse permettere la salvaguardia del Bene Comune
4) In tutti i casi in cui si accerti che la dignità della persona e della famiglia venisse messa in discussione, il Sindaco Sovrano interviene per il ripristino di tale dignità e per l’applicazione di interventi di solidarietà adeguati, con tutti i mezzi e le azioni necessarie
5) In tutti i casi in cui si accerti che la sicurezza del proprio territorio (condizione di dissesto geologico, finanziario, ambientale, …) venisse messa in pericolo, il Sindaco Sovrano interviene in tutte le sedi opportune, ma innanzitutto con le leve a disposizione della Casa Comunale, per liberare, ovvero per reperire, le risorse sufficienti al ripristino della sicurezza necessaria
6) Il Sindaco Sovrano lavora per un progetto territoriale in cui cittadini, imprese, enti e casa comunale diventino a tutti gli effetti gli attori primi ed i referenti primi ed ultimi di un sistema virtuoso di produzione-consumo-sviluppo del territorio, che si vincoli a far rimanere nel proprio Comune, e nei Comuni con i quali si sia stabilito una cooperazione siffatta, la ricchezza ed il valore del proprio lavoro. A tal fine adotterà le soluzioni monetarie ed economiche a sostegno di tale progetto e prospettiva
7) Il Sindaco Sovrano adotta un sistema monetario-finanziario che istituisca associazione con i protagonisti territoriali (vedi punto 6) perché la Casa Comune diventi motore moltiplicativo di ricchezza, sviluppo, sostenibilità, solidarietà per il Bene Comune del proprio Territorio
8) Il Sindaco Sovrano adotta, in tutti i casi necessari alla tutela ed al rispetto dei punti precedenti, la disobbedienza, ovvero la Politica come Obiezione di Coscienza quale modello culturale, etico, politico di riferimento
9) Il Sindaco Sovrano, consapevole dei diritti e dei doveri inerenti alla sua carica di Sindaco, onora il proprio mandato per il compimento dei punti sopra esposti e dei punti di programma per i quali i cittadini gli hanno riconosciuto merito di governo; per il raggiungimento di entrambi è pronto ad esercitare Obiezione di Coscienza in tutti i casi in cui si rendesse necessario
10) Il Sindaco Sovrano opera al servizio della cittadinanza intera, e di ogni singolo cittadino, aldilà del voto espresso, dell’appartenenza politica, dell’ideologia, dell’estrazione sociale, della razza, della religione, nella consapevolezza che ogni cittadino, come sopra, ha il preciso dovere di lavorare ed operare per il Bene Comune e per il proprio Territorio, in sintonia con il proprio bene ed interesse


Per il Comitato Italiano Popolo Sovrano

Luigi De Giacomo e Rosanna Carpentieri

giovedì 29 maggio 2014

I parvenu della cultura giuridico-economica:perchè si sono "svegliati" solo dopo il 2010, quando i cittadini comuni ormai avevano capito da soli, e nel frattempo hanno ampiamente collaborato con quel sistema ?


Ho avuto la fortuna o forse la sfortuna, occupandomi da 15 anni di diritti umani, di avere a che fare con le istituzioni, i centri studio, le organizzazioni e le università, italiane e straniere, che lavorano su temi giuridici ed economici sin dai 24 anni.
Io sono una che, come si suol dire, ha combattuto il sistema "dal suo interno".
Sono ormai circa 6 anni che seguo le realtà no euro ed inizialmente ero entusiasta del fatto che comuni cittadini, con professionalità che nulla hanno a che fare con le materie giuridico-economiche, si applicassero nello studio e diffondessero dal basso questo sapere.
Dopo 6 anni, però, il risultato è il seguente: nessuna di queste realtà ha prodotto una risposta OPERATIVA ad una crisi drammatica che richiede di attivarsi concretamente con urgenza. 
Questi cittadini, che mai avevano fatto uno studio o una pubblicazione, né mai avevano parlato con professori universitari o politici, né tantomeno partecipato o relazionato ad un convegno, si sono narcisisticamente lasciati ammaliare dall'illusione che il semplice studiare e divulgare sia atto rivoluzionario, in una situazione di drammatica assenza di democrazia e conseguente rapida distruzione della nostra economia, come quella che viviamo.
E da anni si limitano a fare solo questo, con l'aggravante che adesso pendono dalle labbra, di potenti professori universitari che per 20 anni hanno partecipato ricevendone in cambio laute ricompense ed onori della nostra distruzione ed ora sono stati chiaramente inviati per mettersi a capo di questo dissenso e lasciarlo languire nell'inattività dei blablabla e di pubblicazioni che …vi pare che si aspettava gente che manco ha una laurea o esperienza professionale per dire certe cose? 
C'era già chi lo faceva dall'interno, ma veniva boicottato, ora ci volete provare voi? :-D
Per fare qualche nome, senza timore, perché mi dovrebbero spiegare come mai, dall'alto delle loro sopraffine conoscenze tecniche specialistiche si siano "svegliati" solo dopo il 2010, quando i cittadini comuni ormai avevano capito da soli, e nel frattempo abbiano ampiamente collaborato con quel sistema. 
E perché si limitino a vendere libri ed a farsi pagare per intervenire ai convegni, invece di lottare, come i doveri civici richiederebbero: Maria Rinaldi, Barra Caracciolo, Borghi, ma anche il simpatico Galloni ed il giovane Holden, Diego Fusaro, così coraggioso a parole, ma del tutto passivo nei fatti. Anzi quando parli loro della denuncia Libra, ve lo dico con chiarezza, sfuggono impauriti, forse perché mandati a posta per evitare proprio questo unico strumento davvero efficace, su cui già Barnard e 5 Stelle hanno cercato di depistare i cittadini, tramite la promozione della denuncia di Paola Musu, che sembra, ad un occhio un po' più tecnico, fatta a posta per essere archiviata (con tutti quegli allegati legislativi INUTILI, come se i giudici non disponessero dei Trattati e delle norme richiamate, è solo uno dei mille esempi del perché sorge tale legittimo sospetto, ma per chiunque voglia ulteriori dettagli, basta chiedere).
Voglio ricordare a questi prof ed ai loro seguaci, parvenu del sapere tecnico, che sapere e diffondere la conoscenza NON LI ESIME DAI DOVERI DI TUTTI I CITTADINI, come quello, sanzionato dal codice penale, di denunciare i delitti di cui fanno un gran parlare (art. 364 cp). 
Facile lanciare accuse a parole e poi mandare "alla guerra" gli altri, il Popolo "ignorante", come dicono … ma vi rendete conto di quanto siete codardi ed irresponsabili?
La risposta INGENUA, spero, dei loro ammiratori è che, magari, questi prof e ricchi consulenti pubblici combattevano il sistema "dall'interno".
Bene, dato che ho esperienza sulla mia pelle di cosa significhi davvero combattere dall'interno, vi rivelo che, mentre i suddetti ricoprivano  ricche e prestigiose cariche, c'erano persone che davvero combattevano e che per questo non hanno mai avuto i loro oggettivi successi, anzi vengono "perseguitati" nel loro lavoro. Ricercatori o assistenti che non diventeranno mai Professori, consulenti che vengono fatti fuori dopo qualche mese, persone ostracizzate per sempre dai posti di rilievo.
Io, per combattere il sistema dall'interno nel mio piccolo, ho cambiato lavoro circa ogni uno-due anni: il tempo per entrare, imparare il lavoro, capire le magagne, combatterle e, o essere sbattuto fuori con pretesti, o andartene tu, perché se resti dopo che hai capito come vanno le cose ed aver tentato inutilmente di cambiarle, sei COMPLICE.
La cosa non è stata facile, ha richiesto d'ingoiare ingiustizie, umiliazioni, la fatica di rimettersi a cercare lavoro, di lasciarne uno senza averne un altro, ma se stai lì per cambiare una goccia mentre l'oceano sta letteralmente annientando i diritti fondamentali, non venirmela a raccontare, stai solo pensando a salvarti il posto di lavoro.
Dopo 6 anni, cari colleghi di studio MMT, cari anti-euro, siete caduti nel cul de sac in cui volevano mettervi, non siete riusciti ad organizzare una realtà unitaria anti-euro, col risultato che chi ha queste conoscenze oggi o non vota, o vota partiti creati ad hoc dal sistema per ingabbiare il dissenso anti-europeista. 
Allora ditemi a cosa serve tutta questa conoscenza? Forse a sentirvi più fighi? Dato che magari nel vostro lavoro non ci siete riusciti?
Ma la cosa più grave che dovrà pesarvi per sempre sulla coscienza è che non vi siete uniti a quel Popolo che dite di voler salvare, anzi con la spocchia tipica dei peggiori finti intellettuali, avete motivato la cosa dicendo che è un "popolo ignorante". E neanche vi viene in mente che la funzione dell'intellettuale è proprio di stare accanto al Popolo, quando finalmente si ribella, affinché quella ribellione abbia un esito positivo, non manipolato e quanto più efficace possibile. Quel Popolo, ve lo dico perché io invece mi sono schierata con loro, non aspetta altro che dei tecnici ed intellettuali in buona fede, che spieghino la verità e che li aiutino. Magari all'inizio c'è un po' di resistenza, ma una volta che ti sei messo umilmente, come cittadino, prima come che come "colui che sa più degli altri", a combattere accanto a loro, sei uno di loro e sei riconosciuto per le tue competenze. Certo se pensavate che vi preparassero una cattedrina da cui fare i professorini,  e v'invitassero con tutti gli onori a dirigere la protesta, non avete capito che molto spesso le persone che non hanno studiato sono più intelligenti dei boriosi intellettuali. La chiave della conoscenza è l'umiltà, quindi chi pensa di sapere molto spesso è proprio colui che non sa.
Ma avete fatto anche di peggio, quando la vera denuncia  è nata: non solo non l'avete appoggiata, ma non l'avete fatto neanche quando con tale denuncia i cittadini sono riusciti ad aprire le indagini preliminari, cosa che nessuna denuncia, promossa da questo o quel personaggio famoso è mai riuscita a fare.
Molti non sapendo più come motivare questa colpevole omissione, hanno preso ad accusarmi di essere "antipatica". Specifico che ad ognuno di voi ho chiesto con tutta la gentilezza possibile di partecipare, ma che ad essere presa in giro non ci sto e certo non mi sto alle vostre false motivazioni e molto poco furbe fughe e sparizioni. La mia presunta "antipatia" è stata solo successiva e consequenziale alla vostra EVIDENTE MALA FEDE e convinzione di prendermi per i fondelli.
Ora con quello che ha tutta l'aria di essere un colpo di mano stanno cercando di chiudere le indagini, è la vostra ultima possibilità per attivarvi e SUBITO.
Sappiate che i vostri convegnucci, le vostre pubblicazioncine, fatevelo dire da chi queste cose le ha sempre fatte, sono solo il minimissimo indispensabile, nulla di veramente pericoloso per il potere, solo la base teorica da cui far partire l'azione. Mentre voi vi frusciate ai tavoli dei convegni, il sistema agisce indisturbato. Magari serviranno a gonfiare il vostro narcisismo, ma finchè non esiste una formazione politica o popolare unitaria che possa rappresentare concretamente quelle istanze e finché nessuno denuncia i crimini che voi "denunciate" solo a parole, al potere gli fate meno che il solletico. Anzi li fate proprio ridere.
E a questo punto siete altamente sospettabili di essere scesi a patti col sistema, per avere il vostro piccolo momento di notorietà. Infatti chi contro il sistema ha sempre combattuto sostiene la denuncia, o quantomeno ne diffonde la conoscenza (v. comedonchisciotte, vedi Gianni Lannes, ).
QUESTA DENUNCIA E' LA CARTINA AL TORNASOLE DEI FINTI ANTI-EURO e di chi invece tenta di fare coraggiosamente sul serio. Che sono pochi, singoli e perseguitati.
Se siete curiosi di cosa si potrebbe fare, pur  proseguendo liberamente le vostre culturali attività, contattatemi pure, ma mi viene davvero da ridere ormai a dirlo per l'ennesima volta.
Se ognuno di voi cura il proprio orticello e si fa la sua associazioncina, fate il loro gioco. Va bene il pluralismo, è un fattore positivo, ma solo se ci riprendiamo la democrazia.
Prima quindi occorre unirsi al fine di fermare chi ci sta distruggendo e ripristinare i diritti costituzionali: non si combatte una dittatura con i blablabla ed i convegni, per quanto giusti. 
Questo procedimento giudiziale, questa strategia di appoggio alla protesta popolare, che mira a fornire gli strumenti della Legge e della Comunicazione ai cittadini che si ribellano, potrebbe essere l'unica chance per farlo davvero.
In particolare serve da ora e nei prossimi mesi, fino all'udienza in cui il GIP deciderà se archiviare o far proseguire le indagini che i cittadini contrastino la manipolazione dei grandi media, con una informazione dal basso: servono avvocati e giornalisti, ma anche grafici e video-maker e cittadini che con costanza perseguano sul web e col volantinaggio tale obiettivo, affinché la magistratura senta che i cittadini controllano il suo operato. 
Se non ci riusciremo, non sarà certo una sconfitta nostra, ma di chi ci ha lasciato soli, nonostante i ripetuti appelli.
Con speranza di sbagliarmi e di scoprire la vostra buona fede.

Si legga anche: 

Se l'onestà è vostra, come mai adesso ignorate la sentenza della Corte Costituzionale ?

venerdì 16 maggio 2014

Chi indovina il premio con cui il nostro comitato fregerà il sindaco Ricci e la sua squadra di "amministratori" ?

COMITATO CITTADINI PER LA TRASPARENZA E LA DEMOCRAZIA

Al Sindaco di San Giorgio del Sannio
sign. Claudio RICCI


Lo scrivente Comitato civico Per la Trasparenza e la Democrazia ha già espresso (e lo fa quotidianamente) le proprie critiche e lusinghiere valutazioni sull'operato della nostra amministrazione Ricci.
Il Sindaco legga in proposito:

A SAN GIORGIO DEL SANNIO (nè fontane leggere, nè vespasiani) ma GIARDINI ALL’AMIANTO.RESPIRATE A PIENI POLMONI BAMBINI ED ANZIANI !

                                   



Il Comitato Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia di San Giorgio del Sannio lamenta la mancanza di bagni pubblici e fontane d’acqua potabile



Maggiori informazioni http://altravocedelsannio.webnode.it/news/il-comitato-cittadini-per-la-trasparenza-e-la-democrazia-di-san-giorgio-del-sannio-lamenta-la-mancanza-di-bagni-pubblici-e-fontane-dacqua-potabile/


San Giorgio del Sannio è questo ma anche altro, sussumibile nei concetti equivalenti di degrado e di illegalità: inottemperanza agli obblighi di legge sulle percentuali minime di raccolta differenziata (alias, fallimento della raccolta differenziata), edifici pubblici che nascono già obsoleti dal punto di vista e progettuale e energetico !!!!(vedi sede dell'A.s.l.), discariche di rifiuti a cielo aperto, appetiti famelici e devastanti nella zona ASI di San Giovanni, scuole fatiscenti prive di adeguati e sicuri piani di evacuazione, attentati al paesaggio come la squallida mattanza dei tigli storici di Viale Spinelli e Via dei Sanniti, etc. etc.etc.etc.

D'altronde, ecco come il Sindaco espleta (si fa per dire) il suo ruolo di guida della comunità sangiorgese ridotta ad uno stato comatoso-vegetativo...



Altri Comuni limitrofi se non sono all'avanguardia, di certo vivono il millennio in corso, con ben altra lungimiranza e, soprattutto, attenzione all'ecologia e ai servizi dei cittadini.

Calvi tra qualche giorno (17 maggio)  inaugurerà il distributore pubblico di latte fresco, ed ha già una bellissima fontana di acqua pubblica (oltre agli indispensabili bagni chimici, che il villaggio di San Giorgio omette di installare persino nella sua annuale e kitsch sagra della salsiccia, del kebab e dei bagordi!)

I cittadini del feudo sangiorgese asservito agli interessi speculativi della grande distribuzione del mercante Barletta quanto dovranno aspettare per avere distributori e punti di ristoro pubblici per i viandanti e i residenti ?
O un parco con tutte le attrezzature minime essenziali per picnic all'aperto e per fruire la natura, se la logica del profitto porta a selvagge edificazioni contra legem in zone destinate a parcheggio o verde pubblico dallo stesso Piano Regolatore ?
O il depuratore a Cesine finanziato con i fondi della Comunità Europea, avviato circa tre anni fa e poi abbandonato ? Perchè? Che fine hanno fatto quei soldi pubblici?
E che sorte hanno avuto i soldi per la bonifica dell'ex area a discarica a San Giovanni in cui sono in atto scarichi e scavi anomali ?

Gli attivisti del Comitato civico, tutto ciò premesso e considerato, 
hanno deciso di premiare
il Sindaco Claudio Ricci e la sua squadra di amministratori per l'inconcepibile degrado e arretratezza culturale e morale di cui sono "capaci" e con cui tengono in ostaggio la cittadina sangiorgese.

Lo faranno con svariate iniziative in fieri, ma prima fra tutte il conferimento di un pregiato monile al sindaco e agli assessori, che è un atto minimo e dovuto se in questo 
  paesotto dai mille disservizi, roccaforte del PD, terra di conquista di palazzinari e della criptomafia a livello politico-amministrativo, altro non è per la cittadinanza che un villaggio da terzo mondo.

UN ANELLO AL NASO !!!


Certi di farvi cosa gradita, avvertiamo che seguiranno circostanziate denunce alla magistratura ordinaria e alla Corte dei Conti.

La coordinatrice del Comitato
Rosanna Carpentieri

mercoledì 14 maggio 2014

Fallimento della raccolta differenziata e violazioni di legge. A San Giorgio (BN) mancano iniziative persino per ridurre la frazione organica ! Lettera aperta all'assessore Saccavino.

LETTERA APERTA ALL'ASSESSORE ALLA IGIENE URBANA, SACCAVINO
Comune francese  regala galline agli abitanti per
ridurre l'organico.A San Giorgio, il Comune omette di rispondere ai cittadini che non conferendo la frazione organica hanno chiesto a norma di legge un'equa riduzione della tariffa.
L'assessore Saccavino stavolta risponderà ?

Una nuova forma di gestione del rifiuto organico che può essere adottata ovunque , a Parigi sono in voga pollai da balcone: le galline ovaiole, al posto delle compostiere

Barsac è un paesino di 2.100 abitanti della Gironda e il suo sindaco ha avuto un’idea geniale per la riduzione dei rifiuti organici. Invece di dotare i suoi cittadini di compostiera, il sindaco, Philippe Meynard, ha donato una coppia di galline a circa 150 famiglie. Questa scelta nasce da un calcolo sulla riduzione dei rifiuti organici: in un anno ogni coppia di volatili utilizza circa 300 kg di rifiuti alimentari domestici (pane secco, scarti di frutta e verdura, etc…), produce 400 uova e 20 kg di pollina, ottimo concime per gli orti familiari.
Le famiglie che hanno ricevuto in dono  la coppia di galline si sono impegnate a tenerle per due anni, a curarle e a non introdurre galli nel loro pollaio. In cambio hanno ricevuto il permesso per vendere le uova in eccedenza al mercato locale creando una sorta di filiera informale cortissima.
L’idea è stata già copiata da diversi sindaci della zona e di altre aree rurali francesi. L’amministrazione comunale di Podensac, un altro paese della Gironda, ha calcolato che distribuendo 1.000 galline si eviterebbe lo smaltimento di 150 tonnellate di rifiuti alimentari con un risparmio per le casse comunali di 15.000€. 
In Italia ci sarà qualche sindaco che ha il coraggio di sfidare la cultura dominante della green economy affaristica e tecnologica? 
Ne dubitiamo fortemente. Almeno, di questo sindaco virtuoso e lungimirante non c'è neppure l'ombra a San Giorgio del Sannio (BN) ; qui, nè compostiere nè galline da balcone come avevamo suggerito. Ma vi è di più. Nel paese che annovera ben due zone a vocazione spiccatamente rurale (Cesine e San Giovanni) e detiene - vergognosamente- il primato del maggiore rifiuto organico prodotto in centro, da bar , ristoranti e utenze familiari,
il Comune da mesi omette di rispondere , violando la legge, a quei cittadini-nuclei familiari che hanno rappresentato di praticare l'autocompostaggio domestico e, quindi, di non avvalersi del servizio rifiuti per il conferimento della frazione organica dei rifiuti, chiedendo consequenzialmente una equa riduzione della relativa tariffa. A titolo esemplificativo, risalgono al lontano 29 ottobre 2013 (Prot. Comune nn. 19813 e 10814 ) delle istanze indirizzate all'Ufficio Tributi dell'Ente per la riduzione della TARSU a norma dell'art.17 del D.L. 201/2011 conv. in Legge.214/2011 e in conformità della Delibera Giunta Regione Campania n.384 del 31/07/2012. Ad oggi, ancora nessuna risposta da parte della sign.ra Chiavelli responsabile dell'Ufficio preposto, pertanto ci rivolgiamo pubblicamente all'assessore all'Igiene Urbana, Saccavino, diffidandolo ad un immediato riscontro. 
A quest'ultimo ci preme ricordare che non è con demenziali e costosi  manifesti oppure con i recenti slogan disinformativi ("la Tari sarà più leggera per i cittadini" ) che si prende atto e si provvede a livello sia politico che amministrativo in merito al conclamato fallimento della raccolta differenziata porta a porta nel nostro Comune !
In verità l'assessore più volte non ha saputo rispondere alla basilare quanto elementare domanda: "Assessore chi controlla la ditta L'Igiene Urbana s.r.l. ovvero il soggetto gestore del ciclo rifiuti urbani ?". 
Di conseguenza, l'assessore non ha saputo o voluto rispondere neppure in merito alla anomala preferenza della ditta nella raccolta della frazione indifferenziata, a discapito del multimateriale destinato al recupero e al riciclo, e lasciato per giorni e giorni non prelevato dinanzi alle residenze! 
In tutto questo c'è qualcosa che non ci torna, egregio assessore. 
Evidentemente la frazione differenziata e riciclabile non viene prelevata regolarmente perchè "non si sa che farsene" e ci risparmi per cortesia l'offesa alla nostra intelligenza col suo "girarci attorno".
Ciò fa tutt'uno col suo reiterato e assordante silenzio in merito ad altra nostra legittima istanza pubblica che reiteriamochiarire alla cittadinanza e una volta per tutte il CICLO DEI RIFIUTI ! Io -in uno col comitato civico che rappresento- esigo di sapere a quali discariche viene avviata la frazione non differenziata e con quali costi a carico della collettività, e a quali impianti di recupero viene conferita la scarna frazione differenziata riciclabile e con quale risparmio per la collettività.
E' con la trasparenza , l'informazione veritiera, la verifica tangibile dei risultati e il concreto risparmio in bolletta, non certo con risibili manifesti, che si raggiunge l'ottemperanza ad obblighi di legge (differenziare e riciclare sono obblighi di legge!) e la cittadinanza è messa nelle condizioni di valutare e toccare con mano la convenienza e virtuosità elementare della differenziazione dei rifiuti e il superamento culturale della nozione stessa di rifiuto, da concepirsi correttamente come "nuova materia". Il sistema sangiorgese dei rifiuti è estremamente opaco, assessore Saccavino ! 
Noi non vogliamo conoscere solo dati numerici, ma vogliamo che ci siano svelati TUTTI i dati che riguardano il recupero e lo smaltimento della materia conferita, cioè TUTTO IL CICLO DEI NOSTRI RIFIUTI: discariche, impiantistica, soggetti proprietari o aziende (pubbliche o private) che si occupano DOPO IL PRELIEVO dalle nostre residenze, del trattamento e dello smaltimento dei rifiuti.
I cittadini non sanno che farsene dei suoi manifesti e delle sue trovate demagogiche, vogliono garanzie certe e conoscenza , perchè -Le sia chiaro- non si fidano più delle cd. istituzioni, spesso e volentieri colluse con le eco-mafie e "inquinate" da interessi privati, "troppo privati".
In mancanza dei dovuti chiarimenti nel senso richiesto, chi toglierà ai cittadini sangiorgesi la sensazione che venga loro richiesto di partecipare ad una farsa, quella della differenziata, su cui è ora che indaghi la Corte dei Conti ?
Un'ultima  cosa assessore: come più volte denunciato pubblicamente, in via Cesine ci sono discariche abusive a cielo aperto.

Cosa dobbiamo fare ? Tenercele a vita? Improvvisarci struzzi ? Aspettare le sue dimissioni ?
Ci dica, grazie.

Rosanna Carpentieri
in proprio e in nome e per conto del Comitato Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia

giovedì 24 aprile 2014

Demolizione Poste a San Giorgio del Sannio.Sicura la dispersione-inalazione di amianto, ma secondo la Procura beneventana NON CI SONO RESPONSABILI !!!!

Demolizione Poste a San Giorgio del Sannio.Sicura la dispersione-inalazione di amianto, ma secondo la Procura beneventana 

NON CI SONO RESPONSABILI !!!!

Il Comune ha INCREDIBILMENTE sostenuto di NON SAPERE che vi erano parti di cemento-amianto nella struttura demolita delle Poste. Immagino che i cittadini vogliano sapere l'inverosimile epilogo giudiziario di questa vicenda. La Magistratura ha INCREDIBILMENTE archiviato ben due denunce del Comitato Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia, omettendo alla coordinatrice-denunciante persino l'avviso di richiesta di archiviazione formulato in denuncia per potersi attivamente opporre alle valutazioni del P.M.. 
Le motivazioni? La denuncia è infondata perchè "nessuna responsabilità è configurabile in capo al Comune in quanto non vi sono elementi per ritenere che la presenza di amianto nella struttura fosse nota al proprietario".
E ancora: "Non vi sono motivi per ritenere che in sede di acquisto dell'immobile da parte del Comune, l'Ente fu RESO EDOTTO della circostanza rappresentata nella relazione dell'ARPAC che segnalava la presenza di amianto nella pensilina lato esterno ingresso al pubblico ! 
Chi sono i Pubblici Ministeri ? Il dott.Antonio Clemente prima, la dott.ssa Giammarino poi.Il G.i.p.? Il dott. Cusani. 
Chiediamo ai magistrati: Il trascinamento dei pezzi in fibrocemento dall'ingreso della pensilina verso l'esterno (con conseguente dispersione e inalazione di amianto) non sono conseguenza della dissennata demolizione dell'edificio effettuata dal Comune ? 
Secondo il Comune e i suoi ingenui puttini cascati dalle nuvole, perchè Italposte dismise nel lontano 1997 il fabbricato non utilizzandolo più come ufficio postale ? 
Dove sono le azioni risarcitorie di rivalsa verso Italposte s.p.a. preannunciate dal sindaco Ricci in Consiglio Comunale ? 
Questo modus agendi superficiale e senza il rispetto elementare del principio di precauzione , modus agendi avallato -ahinoi- dalla magistratura bweneventana, tutela o aggredisce il prioritario e preminente diritto alla salute e alla salubrità dell'ambiente ?
Perchè l'Ente ha acquistato quel catorcio in amianto al solo scopo di demolirlo?
Per quest'ultima domanda aspettiamo risposte dalla Corte dei Conti competente.
Che dovrà pronunciarsi anche sull'inverosimile indebitamento dell'Ente, a spese di tutti i cittadini, per allestire sul sito contaminato dei giardinetti per bambini ed anziani.
Benevento sembra essere l'unica città in cui la sacrosanta "via giudiziaria" non sembra percorribile per sgamare il malaffare sangiorgese , inchiodare gli amministratori del feudo alle proprie responsabilità, avere la tutela minima dei propri diritti. Come mai ?

Rosanna Carpentieri

Coordinatrice del Comitato

A San Giorgio più che certa dispersione-inalazione di amianto, ma non ci sono responsabili secondo la magistratura beneventana...


A S.Giorgio c’è stata sicuramente dispersione nell’ambiente di fibre di amianto presenti nella struttura prefabbricata dell’ex ufficio postale



Il 21 marzo, il Comune di San Giorgio del Sannio ha deciso di festeggiare l’arrivo della primavera, completando l’abbattimento della struttura prefabbricata dell’ex poste, che di certo conteneva fibre di amianto che possono provocare cancro agli ignari cittadini.

Già nel mese di dicembre del 2006 Poste Italiane-Ente Pubblico Economico comunicava che la società Italposte aveva realizzato in Campania 99 edifici prefabbricati contenenti cemento-amianto. A giugno dell’anno successivo il direttore della filiale Poste Italiane di Benevento, inviava ai responsabili di 21 uffici postali della provincia, tra i quali quello di San Giorgio del Sannio, una comunicazione specifica relativa agli obblighi da assolvere per la gestione dei prefabbricati costituiti da strutture o pannelli di cemento-amianto. Molti di quei prefabbricati sono tuttora utilizzati come uffici postali, senza alcuna indicazione che avvisi i cittadini della presenza del pericoloso minerale.
Il prefabbricato di San Giorgio del Sannio, all’incrocio tra via Alcide De Gasperi e via Cardilli, non è più utilizzato come ufficio postale dal luglio del 1997 ma da allora è stato abbandonato in evidente stato di degrado. Nel 2002 l’ARPAC effettuò i primi esami su due soli campioni, uno del pavimento antiscivolo e l’altro su una parete di truciolato, verificando che non vi erano fibre di amianto.
 A luglio del 2004 la stessa ARPAC ha ripetuto gli esami accertando la presenza del pericoloso materiale sicuramente nelle lastre prefabbricate della pensilina. Con la relazione del 2 settembre del 2004, i tecnici che avevano effettuato i prelievi chiarivano che quei pannelli di cemento-amianto, durante il sopralluogo del 4 luglio 2002, erano stati scambiati per “materiali plastici o simili” e poi precisavano che neppure nel 2004 avevano potuto eseguire analisi complete perché alcune parti del prefabbricato erano inacessibili e Poste Italiane non gli aveva fornito, benchè richiesti, i “capitolati riguardanti i materiali utilizzati per la costruzione dell’edificio”.
 Il 20 ottobre del 2004, cioè il mese dopo l’accertamento dell’ARPAC sulla presenza di amianto in quel prefabbricato, il Comune di San Giorgio acquista la struttura per abbatterla e realizzare al suo posto un giardino pubblico. Perché l’amministrazione aveva bisogno proprio di quel pezzo di terra per fare un giardino in una zona che presenta molti altri spazi liberi? Perché i tecnici e gli amministratori non pretesero da Poste Italiane l’abbattimento della struttura contenente amianto, nel rispetto delle norme a tutela della salute pubblica, prima di acquistare il suolo? Il Comune non l’ha mai chiarito e lo scorso 21 settembre, cioè dopo sette anni dall’acquisto della struttura, ne ha ordinato l’abbattimento senza alcun piano di protezione perché, incredibilmente, ha sostenuto di NON SAPERE che vi erano parti di cemento-amianto.
 L’ARPAC, invece, a seguito delle proteste del “Comitato Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia” ha accertato in data 13 ottobre 2011 che su diversi materiali ritrovati nel cantiere, vi erano certamente fibre di amianto crisotilo, proprio quelle che disperse nell’aria ed inalate, creano l’asbestosi, il mesotelioma pleurico-peritoneale, il cancro polmonare e i tumori del tratto gastro-intestinale e della laringe.
 A seguito di quell’accertamento furono sospesi i lavori di abbattimento della struttura che è stata lasciata al vento e alle intemperie per tutto l’inverno. Ieri, improvvisamente, senza piano di protezione e senza avvertire in alcun modo la popolazione, i lavori di abbattimento sono ripresi e una nuvola di polvere si è abbattuta sui passanti ignari. Adesso le autorità competenti devono immediatamente adottare tutte le iniziative necessarie per limitare i danni alla salute dei cittadini e per accertare chi sono i responsabili di questo ennesimo e gravissimo episodio di malaffare.
 Il presidente di AltraBenevento Contro il Malaffare – Gabriele Corona



L'INCHIESTA: SANNIO INFORMA, AGORAVOX
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

Printfriendly