giovedì 24 aprile 2014

Demolizione Poste a San Giorgio del Sannio.Sicura la dispersione-inalazione di amianto, ma secondo la Procura beneventana NON CI SONO RESPONSABILI !!!!

Demolizione Poste a San Giorgio del Sannio.Sicura la dispersione-inalazione di amianto, ma secondo la Procura beneventana 

NON CI SONO RESPONSABILI !!!!

Il Comune ha INCREDIBILMENTE sostenuto di NON SAPERE che vi erano parti di cemento-amianto nella struttura demolita delle Poste. Immagino che i cittadini vogliano sapere l'inverosimile epilogo giudiziario di questa vicenda. La Magistratura ha INCREDIBILMENTE archiviato ben due denunce del Comitato Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia, omettendo alla coordinatrice-denunciante persino l'avviso di richiesta di archiviazione formulato in denuncia per potersi attivamente opporre alle valutazioni del P.M.. 
Le motivazioni? La denuncia è infondata perchè "nessuna responsabilità è configurabile in capo al Comune in quanto non vi sono elementi per ritenere che la presenza di amianto nella struttura fosse nota al proprietario".
E ancora: "Non vi sono motivi per ritenere che in sede di acquisto dell'immobile da parte del Comune, l'Ente fu RESO EDOTTO della circostanza rappresentata nella relazione dell'ARPAC che segnalava la presenza di amianto nella pensilina lato esterno ingresso al pubblico ! 
Chi sono i Pubblici Ministeri ? Il dott.Antonio Clemente prima, la dott.ssa Giammarino poi.Il G.i.p.? Il dott. Cusani. 
Chiediamo ai magistrati: Il trascinamento dei pezzi in fibrocemento dall'ingreso della pensilina verso l'esterno (con conseguente dispersione e inalazione di amianto) non sono conseguenza della dissennata demolizione dell'edificio effettuata dal Comune ? 
Secondo il Comune e i suoi ingenui puttini cascati dalle nuvole, perchè Italposte dismise nel lontano 1997 il fabbricato non utilizzandolo più come ufficio postale ? 
Dove sono le azioni risarcitorie di rivalsa verso Italposte s.p.a. preannunciate dal sindaco Ricci in Consiglio Comunale ? 
Questo modus agendi superficiale e senza il rispetto elementare del principio di precauzione , modus agendi avallato -ahinoi- dalla magistratura bweneventana, tutela o aggredisce il prioritario e preminente diritto alla salute e alla salubrità dell'ambiente ?
Perchè l'Ente ha acquistato quel catorcio in amianto al solo scopo di demolirlo?
Per quest'ultima domanda aspettiamo risposte dalla Corte dei Conti competente.
Che dovrà pronunciarsi anche sull'inverosimile indebitamento dell'Ente, a spese di tutti i cittadini, per allestire sul sito contaminato dei giardinetti per bambini ed anziani.
Benevento sembra essere l'unica città in cui la sacrosanta "via giudiziaria" non sembra percorribile per sgamare il malaffare sangiorgese , inchiodare gli amministratori del feudo alle proprie responsabilità, avere la tutela minima dei propri diritti. Come mai ?

Rosanna Carpentieri

Coordinatrice del Comitato

A San Giorgio più che certa dispersione-inalazione di amianto, ma non ci sono responsabili secondo la magistratura beneventana...


A S.Giorgio c’è stata sicuramente dispersione nell’ambiente di fibre di amianto presenti nella struttura prefabbricata dell’ex ufficio postale



Il 21 marzo, il Comune di San Giorgio del Sannio ha deciso di festeggiare l’arrivo della primavera, completando l’abbattimento della struttura prefabbricata dell’ex poste, che di certo conteneva fibre di amianto che possono provocare cancro agli ignari cittadini.

Già nel mese di dicembre del 2006 Poste Italiane-Ente Pubblico Economico comunicava che la società Italposte aveva realizzato in Campania 99 edifici prefabbricati contenenti cemento-amianto. A giugno dell’anno successivo il direttore della filiale Poste Italiane di Benevento, inviava ai responsabili di 21 uffici postali della provincia, tra i quali quello di San Giorgio del Sannio, una comunicazione specifica relativa agli obblighi da assolvere per la gestione dei prefabbricati costituiti da strutture o pannelli di cemento-amianto. Molti di quei prefabbricati sono tuttora utilizzati come uffici postali, senza alcuna indicazione che avvisi i cittadini della presenza del pericoloso minerale.
Il prefabbricato di San Giorgio del Sannio, all’incrocio tra via Alcide De Gasperi e via Cardilli, non è più utilizzato come ufficio postale dal luglio del 1997 ma da allora è stato abbandonato in evidente stato di degrado. Nel 2002 l’ARPAC effettuò i primi esami su due soli campioni, uno del pavimento antiscivolo e l’altro su una parete di truciolato, verificando che non vi erano fibre di amianto.
 A luglio del 2004 la stessa ARPAC ha ripetuto gli esami accertando la presenza del pericoloso materiale sicuramente nelle lastre prefabbricate della pensilina. Con la relazione del 2 settembre del 2004, i tecnici che avevano effettuato i prelievi chiarivano che quei pannelli di cemento-amianto, durante il sopralluogo del 4 luglio 2002, erano stati scambiati per “materiali plastici o simili” e poi precisavano che neppure nel 2004 avevano potuto eseguire analisi complete perché alcune parti del prefabbricato erano inacessibili e Poste Italiane non gli aveva fornito, benchè richiesti, i “capitolati riguardanti i materiali utilizzati per la costruzione dell’edificio”.
 Il 20 ottobre del 2004, cioè il mese dopo l’accertamento dell’ARPAC sulla presenza di amianto in quel prefabbricato, il Comune di San Giorgio acquista la struttura per abbatterla e realizzare al suo posto un giardino pubblico. Perché l’amministrazione aveva bisogno proprio di quel pezzo di terra per fare un giardino in una zona che presenta molti altri spazi liberi? Perché i tecnici e gli amministratori non pretesero da Poste Italiane l’abbattimento della struttura contenente amianto, nel rispetto delle norme a tutela della salute pubblica, prima di acquistare il suolo? Il Comune non l’ha mai chiarito e lo scorso 21 settembre, cioè dopo sette anni dall’acquisto della struttura, ne ha ordinato l’abbattimento senza alcun piano di protezione perché, incredibilmente, ha sostenuto di NON SAPERE che vi erano parti di cemento-amianto.
 L’ARPAC, invece, a seguito delle proteste del “Comitato Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia” ha accertato in data 13 ottobre 2011 che su diversi materiali ritrovati nel cantiere, vi erano certamente fibre di amianto crisotilo, proprio quelle che disperse nell’aria ed inalate, creano l’asbestosi, il mesotelioma pleurico-peritoneale, il cancro polmonare e i tumori del tratto gastro-intestinale e della laringe.
 A seguito di quell’accertamento furono sospesi i lavori di abbattimento della struttura che è stata lasciata al vento e alle intemperie per tutto l’inverno. Ieri, improvvisamente, senza piano di protezione e senza avvertire in alcun modo la popolazione, i lavori di abbattimento sono ripresi e una nuvola di polvere si è abbattuta sui passanti ignari. Adesso le autorità competenti devono immediatamente adottare tutte le iniziative necessarie per limitare i danni alla salute dei cittadini e per accertare chi sono i responsabili di questo ennesimo e gravissimo episodio di malaffare.
 Il presidente di AltraBenevento Contro il Malaffare – Gabriele Corona



L'INCHIESTA: SANNIO INFORMA, AGORAVOX

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