sabato 28 novembre 2015

I sindaci di San Giorgio e gli attacchi al comitato civico Per la trasparenza e la democrazia "dissenziente" . Libertà di critica e di informazione in pericolo.

Di seguito una fotografia tanto impietosa quanto purtroppo corrispondente alla verità e alla realtà empirica, del clientelismo e del favoritismo amministrativo vigente a San Giorgio del Sannio (BN), della "sorte" delle voci critiche e di chi esercita legittimi diritti civici e di informazione, e della posizione della magistratura beneventana, sempre molto "tollerante" verso i poteri forti, anche quando il loro agire collide col supremo interesse alla LEGALITA'.
Fa specie che la magistratura non tuteli i beni pubblici difesi con strenuo impegno da un comitato civico (quali il verde pubblico, l'imparzialità , la trasparenza e l’efficienza della pubblica amministrazione etc.) ma tuteli i poteri forti che quei beni pubblici spesso aggrediscono, nella sostanziale impunità e nel tentativo di imbavagliare le voci di critica e di pubblica informazione.
Aperitivo a casa del sindaco Ricci. A dx l'onorevole beneventano Del Basso De Caro.
L'albero vivo e il palo morto (foto CONALPA)
E' questo il punto dolente della situazione.
La smaccata pregiudizialità e lo schieramento preventivo della magistratura beneventana a tutela dei poteri forti e delle scelte aberranti della pubblica amministrazione, quella sangiorgese in particolare, a detrimento delle voci critiche che si sollevano dalla comunità , e dal comitato civico “Cittadini Per la Trasparenza e la Democrazia”, censurate dalla nuova gestapo dei poteri forti.
La magistratura beneventana si è fatta incredibilmente "sfuggire" una intercettazione tra il primo cittadinosangiorgese e l'imprenditore Barletta attraverso la quale il sindaco istigava a delinquere il cittadino prediletto e favorito, incitandolo a non osservare una sua ordinanza, emessa nei riguardi di tutti gli esercenti il commercio a San Giorgio del Sannio dalla triste fama di "feudo clientelare", ma ritenuta dal sindaco stesso eludibile da parte del cittadino di serie a, nelle attenzioni ultra legem del sindaco che gli suggeriva finanche i modi per assicurarsi l'impunità nella violazione dell'ordinanza sindacale.
Muta, sorda e cieca la magistratura di fronte a questa grave intercettazione, foto plastica del rapporto dicommistione affaristica tra pubblico e privato, di prostituzione della funzionepubblica -in tutte le sue molteplici ma convergenti sfaccettature- ad esulanti ed estranei interessi privatistici e favoritistici:quegli stessi che consentivano -indisturbata ma con effetti perversi sulla legalità- la discutibile "amicizia" e le "moine affettuose" tra il pubblico ufficiale responsabile della Caserma Carabinieri ed il privato, facoltoso ovviamente, che portavano alla sistematica omissione di interventi sul sito e di atti di ufficio…
La magistratura beneventana non ha punito il sindaco che dell'imparzialità e della trasparenza della pubblica amministrazione ha fatto carta straccia nelle sue mani.
E che ha anzi aggiunto:"Non mi pento di nulla.LO RIFAREI!".
La magistratura beneventana ha invece smaccatamente premiato quello stesso sindaco cui è bastato querularsi per diffamazione a causa della oggettiva vicenda che aveva ben altre vittime sacrificali. Gli è bastato invocare l'intervento della magistratura in quanto soggettivamente, in questo caso (non in quello dell'intercettazione in cui era protagonista e testimone degli opinabili rapporti che intratteneva col dominus della grande distribuzione!) si sentiva offeso per diffamazione in una vicenda che ha dell'incredibile sul piano legale , in cui si osava far pagare ai comuni cittadini in termini di stress psico emotivo esistenziale e di corrispettivo (soldi!) per nuovi loculi dallo status giuridico incerto (liberi, assegnabili, già assegnati?), le conseguenze del caos vessatorio nei pubblici servizi, nella tenuta ordinata degli atti pubblici e dei rogiti notarili e nella gestione mercantilistica dei servizi cimiteriali,pretendendo di fatto dall'estinto l'esibizione dei contratti di concessione dei loculi cimiteriali !
A nulla è valsa la denuncia alla magistratura e alla guardia di finanza dell'incredibile vicenda: il sindaco è stato osannato per aver fatto egli stesso ricorso alla magistratura, querulo di una presunta diffamazione nei suoi riguardi, reato tutto da dimostrare non essendo stato neppure personalmente citato nel racconto della vicenda che riguardava la pubblica amministrazione sangiorgese ed esponenti della cittadinanza .
Ma di quale imparzialità e trasparenza parliamo? 
La magistratura d'altronde neppure ha rinviato a giudizio e condannato un sindaco (lo stesso di cui sopra) che ha dimenticato la sua funzione di tutore della salute pubblica verso i cittadini coinvolti dall'incendio dell'abusivo capannone Barletta, in quanto "costoro" gli avrebbero dato delle "noie giudiziarie". Si disattendono i propri doveri pubblici e si lasciano morire oppure ammalare dei concittadini perchè costoro avrebbero dato noie giudiziarie? E quali noie, di grazia ? Quelle orientate a far cessare il favoritismo verso il privato facoltoso e opulento pagato dagli altri cittadini in termini di illegalità, angherie ed abuso dei propri diritti finanche di proprietà esclusiva ?
E di quale tutela del verde pubblico possiamo parlare se non è consentito criticare lo scempio delle alberate dei tigli secolari con capitozzature selvagge e l'inosservanza degli obblighi di pubblicità e trasparenza sul sito istituzionale dell'Ente, nell'adottare scelte che comportano impegni di spesa pubblica che dovrebbero essere resi noti -preventivamente e secondo legge- alla cittadinanza tutta?
Difatti, altro sindaco sangiorgese (vice del precedente ed a questi subentrato) ha anche lui fatto, in pessimo stile, un uso strumentale ma vincente della querela per diffamazione per inibire le legittime critiche che provenivano da pecore nere della sua comunità, attente osservatrici, non disposte a plaudire ed elogiare ogni sua scelta, anche la più aberrante ed insensata come la capitozzatura delle alberate di tigli ed affiancate da organismi che rappresentano l’eccellenza nella tutela del verde pubblico e nella scienza agronomica, quali il Conalpa, il Coordinamento Nazionale Alberi e Paesaggio !
Querulatosi per la presunta offesa alla sua reputazione (sic!) ha trovato ascolto da parte della magistratura beneventana che
senza mai svolgere nessuna effettiva indagine in primis sulle capitozzature laddove erano praticabili altri metodi di potatura come la corretta agronomia e cura del verde prescrivono, neppure ha fatto alcuna indagine sulla fondatezza della diffamazione e sulla sua idoneità intrinseca a sostenere l'accusa in dibattimento, ma ha preferito anzichè "verificare", darne per scontata la fondatezza allo scopo palese di reprimere voci dissenzienti verso opinabili modus procedendi della pubblica amministrazione.
Ergo, anche in questo caso, un fine ed uno scopo "altro" rispetto all'esercizio della funzione giudiziaria che è la legalità, non il conformismo e la dittatura sociale!
Purtroppo la querela dei sindaci per diffamazione è l'arma tipica e spuntata di chi non ha -oltre al potere e all'arroganza- altri argomenti con cui difendere il proprio agire amministrativo !
La dittatura impera e viene garantita dall'esercizio spesso parziale del potere giudiziario, tendenzialmente forte con i deboli e debole con la forza ed il potere.
Ancora una volta è stato rinviato a giudizio un comitato civico nella persona della sua coordinatrice, che ne è la portavoce e che, con fiducia nella magistratura e nella massima trasparenza aveva inviato, com'è stile ormai del comitato civico, copia dell'esposto a mezzo stampa, oltre che al Comune al Corpo Forestale e alla Procura.
Per diffamazione? Per diffamazione ! Ancora una volta.
Forse perchè Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia ha tacciato di ignoranza l'utc, l'elettricista e l'impresa prescelta per le capitozzature?
Ed il sindaco cosa c'entra? Per cosa si sente offeso nella reputazione personale?
Sanno lor signori cosa significa "potare" e l'abissale differenza che esiste tra la potatura e la "capitozzatura"???
Immolarne uno per "educarne" cento o mille o diecimila pavidi ipocriti gregari di Coppolonia :questa è la mentalità nazifascista a San Giorgio del Sannio mai finita, ma ancora viva e vegeta, e pane quotidiano del potere , del clientelismo, della corruzione, oltre che -a latere- della magistratura che meglio farebbe se si occupasse del malaffare a San Giorgio del Sannio, come per esempio le false certificazioni dell'ufficio tecnico, l’abusivismo edilizio, lo stupro del territorio residenziale e verde, quello agricolo,
l'inadempienza del Comune nella realizzazione della strada a servizio dei lotti pip in contrada Cesine, dove nel 2009 ci fu uno spaventoso e vergognoso incendio che coinvolse una famiglia dirimpettaia alla distanza di appena tre metri da un abusivo capannone in fiamme e non furono assicurate a quella famiglia che ora versa in gravi condizioni di salute le precauzioni minime necessarie come l'allontanamento temporaneo dal sito contaminato !
Perchè? Perchè quella famiglia avrebbe dato noie, noie giudiziarie, al sindaco p.t. Nardone Giorgio. Che mafia!
Tir in luoghi storici residenziali privi dello spazio di manovra
Capannoni abusivi in fiamme e abitazioni
Pensilina ​? (Sic! Un capannone accatastato e censito come "pensilina".)

La denuncia del comitato civico è stata "archiviata" con opinabili e poco convincenti motivazioni, disattendendo il principio cardine del nostro ordinamento giudiziario, quale "l'obbligatorietà dell'esercizio dell'azione penale").

Sono forse miseramente finiti i tempi in cui la magistratura beneventana attraverso i suoi più autorevoli esponenti, rappresentava una garanzia per il cittadino leso dalle angherie del potere più arrogante e autoreferenziale e sosteneva :
«L'idea del potere politico come servizio ai cittadini è ancora troppo spesso mera utopia.»
(Sergio Pezza - Gip presso il Tribunale di Benevento) ?​


martedì 24 novembre 2015

Era ora ! La Commissione Tributaria di Massa-Carrara dichiara incostituzionale l’IMU.

Prima o poi doveva ovviamente accadere. L’eccezione d’illegittimità costituzionale dell’IMU è stata finalmente accolta, l’onore di fare questo primo importante passo, a cui spero seguiranno presto ulteriori Magistrati (in primo luogo anche da parte del Tribunale di Genova dove, assieme al Comune di Pontinvrea ed al suo coraggioso Sindaco, Matteo Camiciottoli, abbiamo sollevato analoga eccezione), è stata della Commissione Tributaria Provinciale di Massa-Carrara con ordinanza n. 25 del 25 marzo 2015. Sarà per questo che Renzi ha aperto all’abolizione dell’imposta? A pensar male…
La stampa ha ignorato completamente la notizia. Ma da ora in poi proveremo a diffonderla almeno noi in rete. Il provvedimento è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale e dunque nessun timore, è tutto vero. Precisamente è pubblicato nella G.U. n. 43 del 28 ottobre 2015 (clicca qui per leggere l’ordinanza).
La Commissione ha rilevato il contrasto della norma con gli artt. 42 e 53 Cost. asserendo in particolare che: “L’imposta di cui si tratta appare, invero, in contrasto con il principio della capacità contributiva, essendo dovuta indipendentemente dalla percezione di un reddito da parte del proprietario del bene”. Le considerazioni della Commissione non potevano essere più semplici ed esaustive. La capacità contributiva si misura dal reddito e non certo da come si spende lo stesso. Ovvio, ma evidentemente impossibile da capire da governi proni agli ordini della finanza internazionale.
A questo punto, se la Corte Costituzionale farà diritto anziché politica (dopo il “porcellum” e le relative acrobazie per legittimare un Parlamento illegittimo le preoccupazioni ovviamente ci sono), le imposte indirette, regressive e lesive della capacità contributiva, potrebbero finalmente capitolare. In ogni caso, a prescindere da ciò che deciderà la Corte, l’illegittimità costituzionale di simili tributi è manifesta e negarlo è semplicemente ipocrita. Volete le imposte indirette? Cambiate la Costituzione.
Fondamentale che ora i cittadini seguano le orme di questo coraggioso ricorrente e si uniscano nella battaglia per la legalità costituzionale. Peraltro chi paga le imposte sulla casa non avrà diritto a nessun rimborso a prescindere dalle decisioni della Corte.Il mio invito è dunque quello di non pagare questi illegittimi balzelli e ricorrere contro gli accertamenti sollevando l’eccezione d’incostituzionalità che potrà anche essere ulteriormente sviluppata (magari ancorandola meglio ad un caso concreto) per aumentare le possibilità di accoglimento.
* * * *
Vi ripropongono un mio articolo dove ho già affrontato il tema sotto il profilo giuridico al fine di consentirvi anche un approfondimento ulteriore, anche analizzando i verbali dell’Assemblea Costituente.
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Simo arrivati alla scadenza per il pagamento delle imposte sulla casa. Io, come tanti miei Clienti, non pagherò. Vi chiederete il perché. E la risposta è davvero molto semplice: in materia tributaria si è violato ogni limite di decenza letteralmente stuprando ogni norma costituzionale ed imponendo al Paese una gravosa tassazione su beni necessari ed indispensabili.
Dobbiamo parlare di Costituzione quindi. L‘art. 53, inserito nel titolo IV della parte I della Costituzione rubricata “rapporti politici” è la norma chiave in materia e deve essere letta in stretto combinato con l’art. 47, inserito nel titolo III della parte I della Costituzione sotto la rubrica “rapporti economici”.
L’art. 53 Cost. enuncia il principio della capacità contributiva, ovvero il principio secondo il quale ogni cittadino deve concorrere alla spesa pubblica secondo le proprie possibilità economiche, nonché il principio della progressività fiscale a cui l’intero sistema tributario deve uniformarsi. L’inserimento della norma che disciplina i tributi nei “rapporti politici” e non in quelli “economici” non è affatto un caso. I Costituenti erano infatti perfettamente consapevoli che la tassazione non serve per motivi di cassa, ma serve a fare politica economica e monetariaNon sono le tasse a dover pagare interamente i servizi pubblici ed infatti la norma inequivocabilmente parla di mero “concorso” alla spesa pubblica. Tale principio si sposa con la tutela del risparmio di cui all’art. 47 Cost. ed il conseguente obbligo costituzionale, primigenio rispetto a quello illegittimo del pareggio in bilancio, di attuare politiche di deficit di bilancio per poterlo matematicamente realizzare. (clicca qui per un pezzo sul tema del ruolo del risparmio e della moneta nel disegno costituzionale)
Il termine concorso alla spesa pubblica sta a significare proprio questo, i cittadini non pagheranno tutta la spesa pubblica del paese ma una parte di essa rimarrà nell’economia e nelle loro tasche sotto forma di risparmio perché il livello di tassazione complessivo deve essere inferiore a quello della spesa pubblica. D’altronde è facile comprendere che la spesa pubblica è unicamente il modo con cui lo Stato pompa moneta nel sistema economico e le tasse sono quello con cui parte di tale moneta viene recuperata per redistribuirla nuovamente in un ciclo continuo. Tecnicamente le tasse fanno, proprio per tale fondamentale funzione redistributiva tra le varie classi sociali, politica e non cassa per il Paese. Fu dunque ovvio non inserire la norma che le disciplina nella parte economica della carta fondamentale del nostro Stato. 
I Costituenti avevano poi chiaro anche che l’unico indice di capacità contributiva era ed è il reddito e che le imposte indirette attuavano ed attuano una progressione alla rovescio incidendo maggiormente sui poveri rispetto ai ricchi. Ergo in seno alla Costituente si riconosceva la possibilità astratta di imposte indirette unicamente sui beni non necessari e di lusso. Ovviamente non si pensava di tassare la prima casa che anzi rappresenta un diritto inalienabile dell’uomo che lo stesso art. 47 Cost. riconosce laddove afferma che la Repubblica “favorisce l’accesso del risparmio popolare alla proprietà dell’abitazione”. Oggi tale favore particolare viene attuato con un’orgia di imposte che colpiscono tale bene primario.
Più in generale nel nostro Paese, in nome di una falsa emergenza economica causata unicamente dalla cessione di sovranità economica e monetaria, si tassano maggiormente i consumi rispetto ai redditi con aberrazioni che appaiono evidenti agli occhi di tutti. La finalità redistributiva delle tasse è così perduta. Gli unici a non accorgersene sono coloro che governano evidentemente troppo presi ad adempiere gli ordini che la finanza impartisce, così perseguendo il completo tradimento dei nostri interessi nazionali.
Leggiamo alcuni passaggi dell’assemblea costituente in modo che il lettore si possa rendere conto degli incredibili passi indietro fatti nella nostra cultura giuridica. Il 23 maggio 1947 si proseguiva nell’esame degli emendamenti relativi al titolo IV del progetto di Costituzione e si dibatteva proprio l’annoso tema della proporzionalità in materia fiscale. Durante tale seduta l’On. Salvatore Scoca, noto giurista e vero promotore della proporzionalità fiscale, poneva all’attenzione dei Colleghi il seguente concetto che ivi si trascrive: “Se pensiamo, infatti, che la massima parte del gettito della imposta diretta è dato ancora oggi dalle tre imposte classiche sui terreni, sui fabbricati e sulla ricchezza mobile, che sono a base oggettiva o reale e ad aliquota costante, mentre comparativamente assai scarso è il gettito della complementare sul reddito globale, che è a base personale ed aliquota progressiva, abbiamo la riprova più convincente che lo stesso sistema delle imposte dirette si impernia sulla proporzionalità (omissis…). Se poi consideriamo che più dei tributi diretti rendono i tributi indiretti e questi attuano una progressione a rovescio, in quanto, essendo stabiliti prevalentemente sui consumi, gravano maggiormente sulle classi meno abbienti, si vede come in effetti la distribuzione del carico tributario avvenga non già in senso progressivo e neppure in misura proporzionale, ma in senso regressivoIl che costituisce una grave ingiustizia sociale, che va eliminata, con una meditata e seria riforma tributaria (omissis…). La regola della progressività deve essere effettivamente operante; e perciò nella primitiva formulazione dell’articolo aggiuntivo da me proposto avevo detto che il concorso di tutti alle spese pubbliche deve avvenire in modo che l’onere tributario complessivo gravante su ciascuno risulti informato al criterio della progressività”
Il livello del ragionamento giuridico del 1947 era dunque anni luce superiore a quello attuale. Si aveva ben chiara la manifesta ingiustizia sociale di imposte sui consumi, imposte regressive scorrelate dal principio di capacità contributivaImposte che finiscono inevitabilmente per gravare sulle classi più deboli della società.
L’On. Scoca proseguiva illustrando un concetto ancora oggi di estrema attualità: “Da un punto di vista scientifico (se di scientifico c’è qualcosa nella materia finanziaria, o nella scienza delle finanze) si può dimostrare, come è stato dimostrato, che, pur partendo da uno stesso principio, è possibile giungere sia alla regola della proporzionalità che a quella di progressività (omissis…). Resta tuttavia fermo che il sistema tributario nel complesso deve essere informato al principio di progressività (omissis…) Lasciandosi guidare da un sano realismo, non si può negare che una Costituzione la quale, come la nostra, si informa a principi di democrazia e solidarietà sociale, debba dare preferenza al principio della progressività (omissis…). Ho sempre pensato che chi ha dieci mila lire di reddito e ne paga mille allo Stato, con aliquota del 10 per cento, si troverà con 9 mila lire da impiegare per i suoi bisogni privati; mentre chi ne ha centomila, dopo aver pagato l’imposta del 10 per cento in base allastessa aliquota, si troverà con una disponibilità di 90 mila lire. E’ ovvio che per pagare l’imposta il primo contribuente supporta un sacrificio di gran lunga maggiore del secondo, e che sarebbe equo alleggerire l’aggravio del primo e rendere un po’ meno leggero quello del secondo”.
Ecco dunque cosa si intende quando si dice che le imposte indirette attuano una progressione rovesciata. L’iva sugli alimenti, ad esempio, pesa certamente di più, in termini di percentuale di spesa sul reddito complessivo, su un povero rispetto ad un ricco. Le imposte sulla casa agiscono allo stesso modo, pesano più sui redditi bassi che su quegli alti. Spostare le imposte dai redditi ai consumi non comporta equità fiscale ma comporta la distruzione della classe medio-bassa della popolazione.
Non vi è dubbio alcuno che le imposte indirette attuino una progressione alla rovescio ecco perché, sempre in sede di Assemblea Costituente, l’On. Meuccio Ruini ben specificò i paletti per il Legislatore in materia tributaria ovvero specificò in quali casi fosse possibile dare corso ad un’imposizione fiscale non retta dal principio di progressività: “non tutti i tributi diretti possono essere applicati con criterio di progressività. D’altra parte, se ai singoli tributi indiretti non si addice il metodo della progressività, si può e si deve tener presente complessivamente tale criterio, gravando la mano sui consumi non necessari e di lusso”.
Oggi tuttavia paghiamo imposte indirette su beni necessari, indispensabili e non di lusso e paghiamo addirittura imposte sull’abitazione principale ed imposte sugli stessi risparmi. Ecco perché il 16 giugno non mi preoccuperò minimamente di pagare le imposte sulla prima casa e spero che tanti italiani seguono lo stesso percorso. La libertà ed i diritti non sono negoziabili.
La capacità contributiva si misura con il reddito e non con il modo con cui tale reddito è speso, altrimenti si commetterebbe anche l’ulteriore idiozia macroeconomica di penalizzare deliberatamente chi consuma rispetto a chi risparmia con conseguenti danni all’intero sistema economico-sociale. Fino ad oggi la Corte Costituzionale ha mancato di coraggio e non ha mai affermato con chiarezza tale principio anche perché l’art. 53 Cost. non è stato esaminato in combinazione con l’art. 47 Cost. Nessuno ha mai sollevato una questione completa che tenga presente anche il ruolo del risparmio e della moneta nel nostro ordinamento. Mai è poi stata specificata la vera natura delle tasse, natura che pure emerge evidente anche dalla piana presa d’atto dell’ubicazione dell’art. 53 all’interno della Costituzione.
Io non pagherò e voi? 
* * *

Io non ho pagato (per incapacità contributiva) e forse non pagherò mai se la Corte farà diritto, e voi?
R.Carpentieri

martedì 3 novembre 2015

Trasparenza sul sito istituzionale del Comune di San Giorgio del Sannio. L’ANAC intervenga direttamente !

Da InfoSannio del 1 febbraio 2015
Sul sito istituzionale del Comune di San Giorgio del Sannio è possibile acquisire che:
  • Il responsabile per la Trasparenza è l’Istr.amm. Dario DEL SORDO.
  • Titolare del potere sostitutivo ex l. 241/90 e D.lgs.n.33/2013 nonchè Responsabile della prevenzione e corruzione ex l. n.190/2012 è il SEGRETARIO GENERALE.
Ma, se non vogliamo vanificare le finalità della legge, non occorre evitare giurisdizioni “domestiche” e condizionamenti dovuti ad amicizie , conoscenze o ruoli locali ?
Intanto, sulla “lodevole” opera pubblica: danneggiamento delle alberate di tigli di varie strade non c’è traccia di atti e documenti, neppure quelli relativi all‘appalto conferito ai taglialegna, sul sito dell’ente !
Anzi, l’amministrazione ha eluso persino l’osservanza di una formale istanza di accesso agli atti ai sensi della legge n.241/90 e di una contestuale istanza di accesso civico ai sensi dell’art.5 del D.Lgs.n.33/2013.
Che fare ?
Il Comune di San Giorgio del Sannio nel mese di marzo del 2014 ha omesso di pubblicare sul sito istituzionale qualunque atto o documento relativo alla decisione di procedere a “capitozzatura” delle alberate di tigli storici lungo i margini di varie strade del paese: viale Spinelli, via Roma, via dei Sanniti;
vi ha proceduto, nel mancato rispetto degli obblighi di pubblicità e trasparenza, conferendo appalto ad una ditta prescelta non si sa in base a quale gara e a quali criteri, oltre che requisiti professionali specifici dato l’incarico.
La decisione dell’Amministrazione è stata contestata dalla scrivente e da vari comitati civici , a mezzo comunicati stampa, per gli effetti perversi di danneggiamento del patrimonio arboreo, non supportato da ragionevoli motivazioni ed unico “polmone verde” del paese nonchè per la sorte della bio massa -rimasta avvolta da una coltre di punti interrogativi e da dati fattuali in contrasto con la poi asserita “rottamazione in discarica” della legna risultante dalle efferate capitozzature dei tigli- in virtu’ delle quali tutta la chioma naturale dei tigli veniva troncata, riducendo gli stessi a vergognosi appendiabiti, non più definibili “alberi” nel pieno possesso delle facoltà di purificazione dell’inquinamento atmosferico.
In data 20 dicembre 2014, a mezzo pec acquisita al Protocollo Comunale il 22 dicembre 2014 col n. 21246, la scrivente inoltrava al Comune “Istanza di accesso agli atti” ai sensi della legge n.241/90 e del D.Lgs.n.33/2013 al fine di visionare ed estrarre copia:
dell’ordinanza sindacale o atto equipollente con cui veniva disposta la cd.capitozzatura degli alberi;
le motivazioni alla base di tale determinazione;
la Ditta cui era stato conferito l’appalto per i lavori di capitozzatura con  relativo capitolato o convenzione e gara di appalto;
i soggetti cui è stata attribuita la legna di risulta;
i criteri con cui sono stati individuati i soggetti beneficiari della legna di risulta;
il parere di conformità, preventivo e successivo all’intervento, rilasciato dall’Ufficio Tecnico Comunale.
Il Comune malgrado sollecito all’adempimento del Responsabile per la Trasparenza Istr.Dir. Dario DEL SORDO inviato all’Ufficio Tecnico Comunale, al Segretario Generale (nominato dalla Giunta Titolare dei poteri Sostitutivi e Responsabile della Prevenzione e Corruzione ex lege n.190/2012) e per conoscenza alla istante qui scrivente in data 5 gennaio 2015 Prot. n. 57,
NON OTTEMPERAVA, nè pubblicando sul sito istituzionale gli atti e i documenti richiesti, nè comunicando all’istante Rosanna Carpentieri tempi e modi per l’esercizio del diritto di accesso ai sensi della residuale legge n.241/90.
Residuale quest’ultima in rapporto al generale obbligo sancito dal D.Lgs. n.33/2013, ma NON IRRILEVANTE in rapporto ai diritti e agli interessi meritevoli di tutela di cui è titolare Rosanna CARPENTIERI, in quanto imputata in un procedimento per diffamazione a seguito di querela del Sindaco Claudio RICCI il quale -evidentemente- non ha gradito le lettere sulla vicenda dello scempio ambientale e del danneggiamento dei tigli mediante capitozzatura.
Ma non è tutto.
Il Comune di San Giorgio non ha ancora ottemperato al disposto di cui alla legge n. 190/2012, ovviamente richiamato sia pure non esplicitamente nella istanza di accesso civico da me prodotta, con riferimento all’appalto e al compenso conferiti alla impresa taglialegna !
Il 31 gennaio è scaduto il termine per la pubblicazione dei dati.
E l’ANAC entro il 30 aprile trasmetterà alla Corte dei Conti l’elenco delle amministrazioni che hanno omesso di trasmettere e pubblicare in tutto o in parte le informazioni di cui all’art. 1 comma 32 della legge 190/2012.
Le pubbliche amministrazioni devono pubblicare entro il 31 gennaio in tabelle riassuntive e liberamente scaricabili, anche a fini informatici e statistici, tutti i dati richiesti relativi ai procedimenti di scelta del contraente per l’affidamento di lavori, forniture e servizi.
Ai sensi dell’art. 1 comma 16 lett. b della legge 190/2012 l’obbligo di informazione comprende TUTTE le tipologie di affidamento previste dal Codice dei Contratti pubblici – senza nessuna esclusione – anche in economia o in modalità diretta e a prescindere dall’acquisizione del codice CIG o di quello smartCIG per le relative procedure, ivi comprese le  SPESE ECONOMALI di minima entità. Per queste ultime in tutte le fattispecie in cui non sia prevista l’acquisizione di un CIG o SmartCIG il campo CIG deve essere valorizzato con il valore 10 zeri (0000000000)
La norma non prevede soglie minime. Per ogni procedimento occorre pubblicare:
a) la struttura proponente,
b) l’oggetto del bando, 
c) procedura di scelta del contraente (se alla data della comunicazione non sono ancora disponibili informazioni sui partecipanti e sull’aggiudicatario dovrà essere indicato il set minimo CIG, struttura proponente, oggetto del bando e procedura di scelta del contrente
c) l’elenco degli operatori invitati a presentare offerte, (nelle procedure negoziate i soggetti ai quali sia stata limitata in partenza la partecipazione; nelle procedure aperte gli operatori che hanno presentato offerta)
d) l’aggiudicatario, 
e) l’importo di aggiudicazione, 
  1. f) i tempi di completamento dell’opera, servizio o fornitura,( se manca il documento analogo al verbale di consegna dei lavori è necessario fare riferimento alla data di attivazione del contratto, o lettera di invito riscontrata dall’operatore o presentazione dell’offerta; se manca il certificato formale di ultimazione è possibile desumere la conclusione dell’appalto con riferimento alla fattura a saldo presentata dall’operatore economico o all’attestazione di regolare espletamento della prestazione. )
    g) l’importo delle somme liquidate. (Deve essere indicato come chiarito dall’ANAc l’importo complessivamente liquidato al lordo delle ritenute operate per legge e al netto dell’IVA; se all’atto della comunicazione annuale l’appalto è in corso di espletamento l’importo sarà commisurato alle somme liquidate sino a quel momento; ).
Attenzione: pur sussistendo una parziale sovrapposizione nella esposizione dei dati con l’adempimento di cui all’art. 23 del dlgs 33/2013, questo con scadenza 31 gennaio, previsto dall’art. 1 comma 32 della legge 190/2012, differisce per contenuto informativo e tempistiche di pubblicazione.
Per tutto quanto esposto, CHIEDIAMO che l’Anac e il Presidente dott. Cantone sanzionino DIRETTAMENTE e senza avvalersi di “intermediari locali” e di una sorta di “giurisdizione domestica”, il Comune di San Giorgio del Sannio (amministrazione iudicanda)!
Per accertare difatti una violazione di per sé lampante, visto l’obbligo di pubblicare la documentazione richiesta dalla scrivente,  nella sezione ‘Amministrazione trasparente’ del sito internet dell’ente, non occorre costruire un procedimento che, ad essere eufemistici, può essere definito farraginoso.
Se così fosse, non sono certo queste le  metodologie e le “pratiche efficaci” per prevenire la corruzione e rafforzare l’integrità e la correttezza dell’azione pubblica a San Giorgio del Sannio!
CHIEDIAMO ALTRESI’ alla magistratura ordinaria del Tribunale di Benevento: abbiamo constatato e toccato con mano il DANNEGGIAMENTO (su piante vive e sanissime), lo SCEMPIO AMBIENTALE E LO SPERPERO DI DANARO PUBBLICO…
COSA ALTRO OCCORRE AFFINCHE’ ​ LA MAGISTRATURA DI BENEVENTO AGISCA PENALMENTE​ (E SAREBBE ORA!) CONTRO IL SINDACO E L’AMMINISTRAZIONE DI SAN GIORGIO DEL SANNIO ?
Possibile che ritenga sempre sostenibili le azioni penali in giudizio quando è il sindaco a querelarsi e soprattutto, quando scomoda il reato fascista della diffamazione a mezzo stampa anche quando il mezzo della stampa non è stato usato ma ci si è limitati a interlocuzioni e lettere critiche verso la p.a. ?​
Rosanna Carpentieri
In proprio e per il Comitato Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia
N.B.
La questione del danneggiamento dei tigli a San Giorgio del Sannio si sta facendo più pesante e insostenibile e va ad intersecare altre problematiche non di poco conto, afferenti l’amministrazione Ricci in carica.
Per quanto concerne gli obblighi di trasparenza e di anticorruzione, purtroppo un’altra eclatante violazione di legge già si è concretata poichè le informazioni anti corruzione e quelle che riguardano gli appalti in base all’art. 23 della Legge 190/2012 già dovrebbero essere state pubblicate sul sito dell’Ente nella sezione “amministrazione trasparente” ed in formato leggibile per tutti i cittadini ! 

Ma, di esse non vi è la minima traccia, come potete verificare consultando il sempre più inutile sito web del Comune (male inteso e stra abusato come “vetrina” dell’amministrazione per iniziative propagandistiche che non interessano minimamente la cittadinanza!) .
Solo dopo nostro formale esposto all'ANAC e al giudice Cantone il Comune ha provveduto in modo minimale ed inadeguato a pubblicare sul sito sommarie informazioni rilasciate dall'U.T.C. riguardo la capitozzatura dei tigli: per chi non le reperisse, sono nella sezione Ambiente al seguente link:http://www.comune.sangiorgiodelsannio.bn.it/wp-content/uploads/2014/06/Capitozzatura-Tigli.pdf
Sono tardive e inadeguate rispetto al dettato legislativo e rispetto alla istanza di accesso civico della coordinatrice del comitato civico, ma il tutto è accaduto col beneplacito della "sedicente opposizione consiliare" sempre più inadempiente nello svolgimento del  ruolo istituzionale per cui ha ricevuto mandato elettorale dai cittadini.

Qui , a livello nazionale, il dossier del CONALPA-Coordinamento Nazionale Alberi e Paesaggio, sull'orrenda "capitozzatura" dei tigli sangiorgesi.

Vedremo se il suscettibile sindaco Ricci ostico alle critiche si querelerà per diffamazione anche contro il CONALPA !

San Giorgio del Sannio (BN): Rosanna Carpentieri interviene sugli orari di apertura del cimitero

Astrusi e folli gli orari di chiusura dei cimiteri nella stagione dell'anno dedicata ai sepolcri e al mistero della vita. 
In atto una raccolta firme per la modifica degli orari a fronte della folle strafottenza dell'amministrazione comunale.

Da Info Sannio del 02 novembre 2015

Vogliamo orari nuovi di apertura ininterrotta dei cimiteri nel periodo di celebrazione nei sepolcreti in attesa della resurrezione

Firenze: ricorrenza tutti i SantiViste le enormi incongruenze riscontrate anche quest’anno, negli orari di apertura dei cimiteri nei giorni della festività dell’1 e il 2 novembre, incongruenze scandalose e per cui sarebbe minimale definire ignorante e folle l’amministrazione comunale che le dispone, il comitato Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia propone una raccolta firme per consentire l’apertura ininterrotta dei cimiteri dall’1 all’8 novembre, eliminando la pausa diurna e consentendo l’apertura dalle 8 di mattino alle 20 di sera.
Sono purtroppo inammissibili gli orari di apertura e chiusura decisi dal comune in dispregio della cittadinanza e peccano di vistosa imbecillità se si considera che dopo la chiusura dei cimiteri (H 16) avviene la celebrazione della messa (H 16,30).
Ha senso tutto questo?
Poi, il sindaco si offende e reagisce con pretestuose, stra abusate e risentite querele per diffamazione (sic!), se l’operato dell’amministrazione comunale viene giustamente criticata e tacciata di ignoranza, superficialità e, certo, anche ovvia malafede: per la strafottenza con cui si ignorano le esigenze della cittadinanza e non si risolvono, non si fanno cessare situazioni di illogicità manifesta che a dire poco rasentano la” follia al governo della città” e mettono in difficoltà serie custodi cimiteriali e comunità?
Chissenefrega, abbiamo il diritto di parola, di critica e di proposta e lo esercitiamo, consapevoli di non essere in una dittatura, ma dei cittadini liberi e pensanti.
Ricordiamo al sindaco Ricci, se lo avesse dimenticato, che la giornata di Ognissanti e del 2 novembre sono tradizionalmente dedicate all’immarcescibile ricordo dei cari scomparsi. E’ tradizione recarsi in visita al luogo di sepoltura, portando loro fiori, luci, preghiere e cibarie da condividere nella comunione spirituale con chi versa in quello stato che solo convenzionalmente e per ignoranza definiamo non vita ma che fa parte del mistero e dell’ignoto della vita.Non solo.
Nel 998 Odilo abate di Cluny aggiungeva al calendario cristiano il 2 novembre come data per commemorare i defunti.
Pertanto, il 2 novembre è giusto che anche le celebrazioni ecclesiastiche avvengano, anzichè nelle asfissianti e claustrofobiche quattro mura degli edifici ecclesiastici, sotto il cielo, il baluginante sole autunnale, lo sfarfallio cangiante di foglie stanche ma vive di colori e sotto il cielo stellato, all’aperto di quei luoghi che dovrebbero essere giardini che nutrirebbero con la loro vita segreta l’anima e la memoria… in compagnia dei propri cari non più visibili ma comunque in mezzo a noi come angeli guardiani delle nostre virtù e della nostra prassi quotidiana.
Fa veramente specie che i parroci non facciano sentire la propria voce di ragionevolezza all’amministrazione comunale e non sottolineino l’incongruenza degli orari di chiusura dei campi Elisi, di fatto incompatibili con le messe da celebrare in quei luoghi sacri, divenuti sede di attività di profitto, campi calcistici e vele pubblicitarie, e soprattutto, non si immedesimino nella difficile posizione dei custodi cimiteriali che, ovviamente, salvo diverso ordine di servizio del Comune, sono tenuti ad osservare gli astrusi orari decisi dal’amministrazione.
Ha senso che proprio durante la celebrazione della messa suoni cupo ed alieno manco fosse un allarme antincendio o per la pubblica incolumità… l’allarme di chiusura del cimitero e i vivi siano costretti ad uscire e lasciare i propri cari, mentre condividono in assemblea l’eucaristia ?
Eppure, gli unici che sembrano non sentire quell’allarme non sono i vivi che restano basiti e  neanche i morti, ma proprio i parroci !
Per concludere, su la testa ! Perchè il cielo, in terra e dentro di noi, ci appartiene.

Rosanna Carpentieri
portavoce del Comitato “Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia”

mercoledì 21 ottobre 2015

Tigli di San Giorgio del Sannio (BN).Torturare gli alberi con le motoseghe.E la chiamano "Potatura" !!!!

Dal prestigioso sito del CONALPA, Coordinamento Nazionale Alberi e Paesaggio


Un Bioniere raggiunto nel Sannio da indagini giudiziarie:aveva denunciato una mattanza di tigli storici di due alberate! Ritorsione o bavaglio ?

Ancora un'altra denuncia strumentale per il comitato civico.La dittatura impera a discapito della libertà di informazione e di critica

La magistratura beneventana non tutela i beni pubblici difesi e denunciati da un comitato civico (quali , il verde pubblico, l'imparzialità , la trasparenza e l’efficienza della pubblica amministrazione etc.) ma tutela i poteri forti che quei beni pubblici aggrediscono, nella sostanziale impunità.

Aperitivo a casa del sindaco Ricci.
A dx l'onorevole Del Basso De Caro.

E' questo il punto dolente della situazione.
La smaccata pregiudizialità e lo schieramento preventivo della magistratura beneventana a tutela dei poteri forti e delle scelte aberranti della pubblica amministrazione, quella sangiorgese in particolare, a detrimento delle voci critiche che si sollevano dalla comunità sangiorgese, e dal comitato civico “Per la Trasparenza e la Democrazia”, censurate dalla nuova gestapo dei poteri forti.
La magistratura beneventana si è fatta incredibilmente "sfuggire" una intercettazione tra il primo cittadinosangiorgese e l'imprenditore Barletta attraverso la quale il sindaco istigava a delinquere il cittadino prediletto e favorito, incitandolo a non osservare una sua ordinanza, emessa nei riguardi di tutti gli esercenti il commercio nella comunità sangiorgese, ma ritenuta dal sindaco stesso eludibile da parte del cittadino di serie a, nelle attenzioni ultra legem del sindaco cheglisuggeriva finanche i modi per assicurarsi l'impunità nella violazione dell'ordinanza sindacale.
Muta, sorda e cieca la magistratura di fronte a questa grave intercettazione, foto plastica del rapporto dicommistione affaristica tra pubblico e privato, di prostituzione della funzionepubblica -in tutte le sue molteplici ma convergenti sfaccettature- ad esulanti ed estranei interessi privatistici:quegli stessi che consentivano -indisturbata ma con effetti perversi sulla legalità- la discutibile "amicizia" e le moine affettuose tra il pubblico ufficiale ed il privato, facoltoso ovviamente, che portavano alla sistematica omissioni di interventi sul sito e di atti di ufficio…
La magistratura beneventana non ha punito il sindaco che dell'imparzialità e della trasparenza della pubblica amministrazione ha fatta carta straccia nelle sue mani. E che ha anzi aggiunto:"Non mi pento di nulla.LO RIFAREI!".
La magistratura beneventana ha invece smaccatamente premiato quello stesso sindaco cui è bastato querularsi per diffamazione a causa della oggettiva vicenda che aveva ben altre vittime sacrificali.Gli è bastato  invocare l'intervento della magistratura in quanto soggettivamente, in questo caso (non in quello dell'intercettazione e degli opinabili rapporti che intratteneva col dominus della grande distribuzione!) si sentiva offeso per diffamazione in una vicenda che ha dell'incredibile sul piano legale , in cui si osava far pagare ai comuni cittadini in termini di stress psicoemotivoesistenziale e di corrispettivo (soldi!) per nuovi loculi dallo status giuridico incerto (liberi, assegnabili, già assegnati?) le conseguenze del caos vessatorio nei pubblici servizi, nella tenuta ordinata degli atti pubblici e dei rogiti notarili e nella gestione mercantilistica dei servizi cimiteriali, pretendendo di fatto dall'estinto l'esibizione dei contratti di concessione dei loculi cimiteriali !
A nulla è valsa la denuncia alla magistratura e alla guardia di finanza dell'incredibile vicenda, il sindaco è stato osannato per aver fatto egli stesso ricorso alla magistratura querulo di una presunta  diffamazione nei suoi riguardi,tutta da dimostrare non essendo stato neppure personalmente citato nel racconto della vicenda che riguardava la pubblica amministrazione sangiorgese ed esponenti della cittadinanza .Ma di quale imparzialità e trasparenza parliamo? La magistratura d'altronde neppure ha rinviato a giudizio e condannato un sindaco (lo stesso) che ha dimenticato la sua funzione di tutore della salute pubblica verso i cittadini coinvolti dall'incendio dell'abusivo capannone Barletta, in quanto "costoro" gli avrebbero dato delle "noie giudiziarie". Si disattendono i propri doveri pubblici e si lasciano morire oppure ammalare dei concittadini perchè costoro avrebbero dato noie giudiziarie? E quali noie, di grazia ? Quelle orientate a far cessare il favoritismo verso il privato facoltoso e opulento pagato dagli altri cittadini in termini di illegalità, angherie ed abuso dei propri diritti finanche di proprietà esclusiva ?
E di quale tutela del verde pubblico possiamo parlare se non è consentito criticare lo scempio delle alberate dei tigli secolari con capitozzature selvagge e l'inosservanza degli obblighi di pubblicità e trasparenza nell'adottare scelte che comportano impegni di spesa pubblica che dovrebbero essere resi noti preventivamente e secondo legge alla cittadinanza tutta?
Difatti, altro sindaco sangiorgese (vice del precedente) ha anche lui fatto in pessimo stile un uso strumentale ma vincente della querela per diffamazione per inibire le legittime critiche che provenivano da pecore nere della sua comunità, attente osservatrici, non disposte a plaudire ed elogiare ogni sua scelta, anche la più aberrante ed insensata come la capitozzatura delle alberate di tigli ed affiancate da organismi che rappresentano l’eccellenza nella tutela del verde pubblico e nella scienza agronomica, quali il Conalpa, il Coordinamento Nazionale Alberi e Paesaggio !
Querulatosi per la presunta offesa alla sua reputazione (sic!) ha trovato ascolto da parte della magistratura beneventana che
​dimostrando di non conoscere affatto la procedura prevista dall'art.7 della legge n.10 del 14 gennaio 2013 

e senza mai svolgere nessuna effettiva indagine in primis sulle capitozzature laddove erano praticabili altri metodi di potaturacome la corretta agronomia e cura del verde prescrivono, neppure ha fatto alcuna indagine  sulla fondatezza della diffamazione e sulla sua idoneità intrinseca a sostenere l'accusa in dibattimento, ma ha preferito anzichè "verificare", darne per scontata la fondatezza allo scopo palese di reprimere  voci dissenzienti verso opinabili modus procedendi della pubblica amministrazione.
Ergo, anche in questo caso, un fine ed uno scopo "altro" rispetto all'esercizio della funzione giudiziaria che è la legalità, non il conformismo e la dittatura sociale!
Purtroppo la querela dei sindaci per diffamazione è l'arma tipica e spuntata di chi non ha -oltre al potere e all'arroganza-altri argomenti con cui difendere il proprio agire amministrativo !
La dittatura impera a discapito della libertà di informazione e di opinione e viene garantita dall'esercizio parziale del potere giudiziario, forte con i deboli e debole con la forza ed il potere.
Ancora una volta è stato rinviato a giudizio un comitato civico nella persona della sua coordinatrice, Rosanna Carpentieri che ne è la portavoce e che, con fiducia nella magistratura e nella massima trasparenza aveva inviato, com'è stile ormai del comitato civico, copia dell'esposto a mezzo stampa, oltre che al Comune al Corpo Forestale e alla Procura.
Per diffamazione? Per diffamazione ! Ancora una volta.
Forse perchè Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia ha tacciato di ignoranza l'utc, l'elettricista e l'impresa prescelta per le capitozzature?
Ed il sindaco cosa c'entra? Per cosa si sente offeso nella reputazione personale?
Sanno lor signori cosa significa "potare" e l'abissale differenza che esiste tra la potatura e la "capitozzatura"???
Il sindaco a sua volta sa cosa prescrive la Legge 10 del 14 gennaio 2013 nella sua integrità e in particolare all'art.6 ?
Immolarne uno per "educarne" cento o mille o diecimila pavidi ipocriti  di coppolonia : questa è la mentalità nazifascista a San Giorgio del Sannio  mai finita, ma  ancora viva e vegeta, e pane quotidiano del potere , del clientelismo, della corruzione, oltre che a latere della magistratura che meglio farebbe se si occupasse del malaffare a San Giorgio del Sannio, come per esempio le false certificazioni dell'ufficio tecnico, l’abusivismo edilizio, lo stupro del territorio, l'inadempienza del Comune nella realizzazione della strada a servizio dei lotti pip in contrada Cesine, dove nel 2009 ci fu uno spaventoso e vergognoso incendio che coinvolse una famiglia dirimpettaia alla distanza di appena tre metri da un abusivo capannone in fiamme e non furono assicurate a quella famiglia che ora versa in gravi condizioni di salute le precauzioni minime necessarie come l'allontanamento temporaneo dal sito contaminato !


Transito di Tir in ZONA RESIDENZIALE SATURA

Pensilina ??? Sic !

Sono forse finiti i tempi in cui la magistratura beneventana attraverso i suoi più autorevoli esponenti rappresentava una garanzia per il cittadino leso dalle angherie del potere più arrogante e sosteneva :«L'idea del potere politico come servizio ai cittadini è ancora troppo spesso mera utopia.»
(Sergio Pezza - Gip presso il Tribunale di Benevento) ?​

lunedì 10 agosto 2015

San Giorgio del Sannio (BN) ASSETATA, Reclamo del Comitato Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia all'Autorità di Controllo. Il tempo delle chiacchiere del primo cittadino e della sopportazione è finito !

Da Info Sannio del 09.08.2015

Reclamo per reiterati disservizi idrici e sospensione sistematica dell'erogazione dell'acqua a San Giorgio del Sannio

acqua-acea-8001(Riceviamo & Pubblichiamo) -Spettabile Autorità di controllo per l'Energia Elettrica, il Gas ed il Sistema Idrico, con la presente raccomandata digitale, in proprio e quale coordinatrice del Comitato sangiorgese Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia espongo quanto segue:
L'Alto Calore Servizi s.p.a. di cui è socio inottemperante ai propri doveri per quanto presente nel CdA anche il Comune di San Giorgio del Sannio per il tramite della dott.ssa CHIAVELLI dell'Ufficio Tributi, lascia tutti i giorni la popolazione dell'intero comune senza acqua potabile, con gravi problematiche legate alla calura estiva ed ai risvolti igienico-sanitari.
La situazione perdura da oltre un mese e si è verificata anche in giorni di pieno inverno !
La sospensione del servizio idrico resta senza motivazioni valide, ed anche se lo fossero quelle più "apparenti" che reali  addotte, è inammissibile che il Consorzio non provveda ad eliminare le cause a monte del disagio, ma le occulti senza porre rimedio  e perseveri nel mancato rispetto dei contratti con l'utenza che sono di tipo sinallagmatico, sicchè la popolazione ha deciso in maggioranza ampia di sospendere il pagamento delle bollette idriche fino a normalizzazione del servizio di distribuzione e di fruibilità dell'acqua.
La situazione è da quarto mondo e rovente presso la cittadinanza.
In particolare, non si sa dove voglia arrivare l'Alto Calore s.p.a.  -con questo inammissibile modus procedendi - e, con simili disservizi, sistematici di giorno e di notte, ma quasi sempre privi di qualunque crisma di correttezza contrattuale.
Il Comitato osserva a chiare lettere che  l'Alto Calore non rispetta quanto scritto nella Carta di Servizi che trovate nel sito della Società Ato Calore1 : Articolo 3 lettera "i" dello http://www.atocaloreirpino.it/documenti1/statuto.html.
Proprio  l'ente che ha l'obbligo di monitorare l'operato dell'acquedotto cioè l'ATO1 non sta facendo nulla !
Pertanto, nell'auspicare la pubblicazione e la risoluzione del presente formale RECLAMO, il Comitato nel rispetto della volontà degli aderenti e pur organizzando altre forme civili di protesta, invita tutti i cittadini sangiorgesi e delle contrade di Cesine e San Giovanni a NON PAGARE PIU' la bolletta idrica, essendo i contratti stipulati con gli utenti a prestazioni corrispettive.

Con la più ampia riserva.
Rosanna Carpentieri in proprio ed in nome e per conto del
Comitato Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia
Il Comitato sangiorgese "Cittadini 
per la Trasparenza e 
la Democrazia" denuncia i disservizi 
dell'Alto Calore 
all'Autorita' di controllo

Chiesto agli utenti sangiorgesi di non pagare piu' la bolletta idrica,
N.B. Il formale reclamo all'Autorità di Controllo per il Sistema idrico 
è stato inoltrato per conoscenza anche alla Procura della Repubblica.
Rosanna Carpentieri (foto), quale coordinatrice del Comitato sangiorgese Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia, ha scritto all'Autorità di controllo per l'Energia Elettrica, il Gas ed il Sistema Idrico denunciando il continuo disservizio nella erogazione dell'acqua potabile nelle abitazioni da parte dell'Alto Calore.
Tale Ente, scrive Carpentieri, di cui è socio inottemperante ai propri doveri per quanto presente nel Consiglio di Amministrazione anche il Comune di San Giorgio del Sannio, lascia tutti i giorni la popolazione dell'intero comune senza acqua potabile, con gravi problematiche legate alla calura estiva ed ai risvolti igienico-sanitari.
La situazione perdura da oltre un mese e si è verificata anche in giorni di pieno inverno!
La sospensione del servizio idrico resta senza motivazioni valide ed anche se lo fossero quelle più "apparenti" che reali addotte, è inammissibile che il Consorzio non provveda ad eliminare le cause a monte del disagio, ma le occulti senza porre rimedio e perseveri nel mancato rispetto dei contratti con l'utenza che sono di tipo sinallagmatico, sicché la popolazione ha deciso in maggioranza ampia di sospendere il pagamento delle bollette idriche fino a normalizzazione del servizio di distribuzione e di fruibilità dell'acqua.
La situazione è da quarto mondo e rovente presso la cittadinanza.
In particolare, non si sa dove voglia arrivare l'Alto Calore con questo inammissibile modus procedendi e, con simili disservizi, sistematici di giorno e di notte, ma quasi sempre privi di qualunque crisma di correttezza contrattuale.
Il Comitato osserva a chiare lettere che l'Alto Calore non rispetta quanto scritto nella Carta di Servizi.
Proprio l'ente che ha l'obbligo di monitorare l'operato dell'acquedotto cioè l'Ato1 non sta facendo nulla!
Pertanto il Comitato, nel rispetto della volontà degli aderenti e pur organizzando altre forme civili di protesta, invita tutti i cittadini sangiorgesi e delle contrade di Cesine e San Giovanni a non pagare più la bolletta idrica, essendo i contratti stipulati con gli utenti a prestazioni corrispettive.

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