sabato 28 novembre 2015

I sindaci di San Giorgio e gli attacchi al comitato civico Per la trasparenza e la democrazia "dissenziente" . Libertà di critica e di informazione in pericolo.

Di seguito una fotografia tanto impietosa quanto purtroppo corrispondente alla verità e alla realtà empirica, del clientelismo e del favoritismo amministrativo vigente a San Giorgio del Sannio (BN), della "sorte" delle voci critiche e di chi esercita legittimi diritti civici e di informazione, e della posizione della magistratura beneventana, sempre molto "tollerante" verso i poteri forti, anche quando il loro agire collide col supremo interesse alla LEGALITA'.
Fa specie che la magistratura non tuteli i beni pubblici difesi con strenuo impegno da un comitato civico (quali il verde pubblico, l'imparzialità , la trasparenza e l’efficienza della pubblica amministrazione etc.) ma tuteli i poteri forti che quei beni pubblici spesso aggrediscono, nella sostanziale impunità e nel tentativo di imbavagliare le voci di critica e di pubblica informazione.
Aperitivo a casa del sindaco Ricci. A dx l'onorevole beneventano Del Basso De Caro.
L'albero vivo e il palo morto (foto CONALPA)
E' questo il punto dolente della situazione.
La smaccata pregiudizialità e lo schieramento preventivo della magistratura beneventana a tutela dei poteri forti e delle scelte aberranti della pubblica amministrazione, quella sangiorgese in particolare, a detrimento delle voci critiche che si sollevano dalla comunità , e dal comitato civico “Cittadini Per la Trasparenza e la Democrazia”, censurate dalla nuova gestapo dei poteri forti.
La magistratura beneventana si è fatta incredibilmente "sfuggire" una intercettazione tra il primo cittadinosangiorgese e l'imprenditore Barletta attraverso la quale il sindaco istigava a delinquere il cittadino prediletto e favorito, incitandolo a non osservare una sua ordinanza, emessa nei riguardi di tutti gli esercenti il commercio a San Giorgio del Sannio dalla triste fama di "feudo clientelare", ma ritenuta dal sindaco stesso eludibile da parte del cittadino di serie a, nelle attenzioni ultra legem del sindaco che gli suggeriva finanche i modi per assicurarsi l'impunità nella violazione dell'ordinanza sindacale.
Muta, sorda e cieca la magistratura di fronte a questa grave intercettazione, foto plastica del rapporto dicommistione affaristica tra pubblico e privato, di prostituzione della funzionepubblica -in tutte le sue molteplici ma convergenti sfaccettature- ad esulanti ed estranei interessi privatistici e favoritistici:quegli stessi che consentivano -indisturbata ma con effetti perversi sulla legalità- la discutibile "amicizia" e le "moine affettuose" tra il pubblico ufficiale responsabile della Caserma Carabinieri ed il privato, facoltoso ovviamente, che portavano alla sistematica omissione di interventi sul sito e di atti di ufficio…
La magistratura beneventana non ha punito il sindaco che dell'imparzialità e della trasparenza della pubblica amministrazione ha fatto carta straccia nelle sue mani.
E che ha anzi aggiunto:"Non mi pento di nulla.LO RIFAREI!".
La magistratura beneventana ha invece smaccatamente premiato quello stesso sindaco cui è bastato querularsi per diffamazione a causa della oggettiva vicenda che aveva ben altre vittime sacrificali. Gli è bastato invocare l'intervento della magistratura in quanto soggettivamente, in questo caso (non in quello dell'intercettazione in cui era protagonista e testimone degli opinabili rapporti che intratteneva col dominus della grande distribuzione!) si sentiva offeso per diffamazione in una vicenda che ha dell'incredibile sul piano legale , in cui si osava far pagare ai comuni cittadini in termini di stress psico emotivo esistenziale e di corrispettivo (soldi!) per nuovi loculi dallo status giuridico incerto (liberi, assegnabili, già assegnati?), le conseguenze del caos vessatorio nei pubblici servizi, nella tenuta ordinata degli atti pubblici e dei rogiti notarili e nella gestione mercantilistica dei servizi cimiteriali,pretendendo di fatto dall'estinto l'esibizione dei contratti di concessione dei loculi cimiteriali !
A nulla è valsa la denuncia alla magistratura e alla guardia di finanza dell'incredibile vicenda: il sindaco è stato osannato per aver fatto egli stesso ricorso alla magistratura, querulo di una presunta diffamazione nei suoi riguardi, reato tutto da dimostrare non essendo stato neppure personalmente citato nel racconto della vicenda che riguardava la pubblica amministrazione sangiorgese ed esponenti della cittadinanza .
Ma di quale imparzialità e trasparenza parliamo? 
La magistratura d'altronde neppure ha rinviato a giudizio e condannato un sindaco (lo stesso di cui sopra) che ha dimenticato la sua funzione di tutore della salute pubblica verso i cittadini coinvolti dall'incendio dell'abusivo capannone Barletta, in quanto "costoro" gli avrebbero dato delle "noie giudiziarie". Si disattendono i propri doveri pubblici e si lasciano morire oppure ammalare dei concittadini perchè costoro avrebbero dato noie giudiziarie? E quali noie, di grazia ? Quelle orientate a far cessare il favoritismo verso il privato facoltoso e opulento pagato dagli altri cittadini in termini di illegalità, angherie ed abuso dei propri diritti finanche di proprietà esclusiva ?
E di quale tutela del verde pubblico possiamo parlare se non è consentito criticare lo scempio delle alberate dei tigli secolari con capitozzature selvagge e l'inosservanza degli obblighi di pubblicità e trasparenza sul sito istituzionale dell'Ente, nell'adottare scelte che comportano impegni di spesa pubblica che dovrebbero essere resi noti -preventivamente e secondo legge- alla cittadinanza tutta?
Difatti, altro sindaco sangiorgese (vice del precedente ed a questi subentrato) ha anche lui fatto, in pessimo stile, un uso strumentale ma vincente della querela per diffamazione per inibire le legittime critiche che provenivano da pecore nere della sua comunità, attente osservatrici, non disposte a plaudire ed elogiare ogni sua scelta, anche la più aberrante ed insensata come la capitozzatura delle alberate di tigli ed affiancate da organismi che rappresentano l’eccellenza nella tutela del verde pubblico e nella scienza agronomica, quali il Conalpa, il Coordinamento Nazionale Alberi e Paesaggio !
Querulatosi per la presunta offesa alla sua reputazione (sic!) ha trovato ascolto da parte della magistratura beneventana che
senza mai svolgere nessuna effettiva indagine in primis sulle capitozzature laddove erano praticabili altri metodi di potatura come la corretta agronomia e cura del verde prescrivono, neppure ha fatto alcuna indagine sulla fondatezza della diffamazione e sulla sua idoneità intrinseca a sostenere l'accusa in dibattimento, ma ha preferito anzichè "verificare", darne per scontata la fondatezza allo scopo palese di reprimere voci dissenzienti verso opinabili modus procedendi della pubblica amministrazione.
Ergo, anche in questo caso, un fine ed uno scopo "altro" rispetto all'esercizio della funzione giudiziaria che è la legalità, non il conformismo e la dittatura sociale!
Purtroppo la querela dei sindaci per diffamazione è l'arma tipica e spuntata di chi non ha -oltre al potere e all'arroganza- altri argomenti con cui difendere il proprio agire amministrativo !
La dittatura impera e viene garantita dall'esercizio spesso parziale del potere giudiziario, tendenzialmente forte con i deboli e debole con la forza ed il potere.
Ancora una volta è stato rinviato a giudizio un comitato civico nella persona della sua coordinatrice, che ne è la portavoce e che, con fiducia nella magistratura e nella massima trasparenza aveva inviato, com'è stile ormai del comitato civico, copia dell'esposto a mezzo stampa, oltre che al Comune al Corpo Forestale e alla Procura.
Per diffamazione? Per diffamazione ! Ancora una volta.
Forse perchè Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia ha tacciato di ignoranza l'utc, l'elettricista e l'impresa prescelta per le capitozzature?
Ed il sindaco cosa c'entra? Per cosa si sente offeso nella reputazione personale?
Sanno lor signori cosa significa "potare" e l'abissale differenza che esiste tra la potatura e la "capitozzatura"???
Immolarne uno per "educarne" cento o mille o diecimila pavidi ipocriti gregari di Coppolonia :questa è la mentalità nazifascista a San Giorgio del Sannio mai finita, ma ancora viva e vegeta, e pane quotidiano del potere , del clientelismo, della corruzione, oltre che -a latere- della magistratura che meglio farebbe se si occupasse del malaffare a San Giorgio del Sannio, come per esempio le false certificazioni dell'ufficio tecnico, l’abusivismo edilizio, lo stupro del territorio residenziale e verde, quello agricolo,
l'inadempienza del Comune nella realizzazione della strada a servizio dei lotti pip in contrada Cesine, dove nel 2009 ci fu uno spaventoso e vergognoso incendio che coinvolse una famiglia dirimpettaia alla distanza di appena tre metri da un abusivo capannone in fiamme e non furono assicurate a quella famiglia che ora versa in gravi condizioni di salute le precauzioni minime necessarie come l'allontanamento temporaneo dal sito contaminato !
Perchè? Perchè quella famiglia avrebbe dato noie, noie giudiziarie, al sindaco p.t. Nardone Giorgio. Che mafia!
Tir in luoghi storici residenziali privi dello spazio di manovra
Capannoni abusivi in fiamme e abitazioni
Pensilina ​? (Sic! Un capannone accatastato e censito come "pensilina".)

La denuncia del comitato civico è stata "archiviata" con opinabili e poco convincenti motivazioni, disattendendo il principio cardine del nostro ordinamento giudiziario, quale "l'obbligatorietà dell'esercizio dell'azione penale").

Sono forse miseramente finiti i tempi in cui la magistratura beneventana attraverso i suoi più autorevoli esponenti, rappresentava una garanzia per il cittadino leso dalle angherie del potere più arrogante e autoreferenziale e sosteneva :
«L'idea del potere politico come servizio ai cittadini è ancora troppo spesso mera utopia.»
(Sergio Pezza - Gip presso il Tribunale di Benevento) ?​


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