venerdì 9 novembre 2012

Alcune istanze e petizioni dei cittadini di cui si chiede la discussione al prossimo consiglio comunale


AZIONE LEGALE PER IL RIMBORSO DEI CIP6 RUBATI CON LA BOLLETTA ELETTRICA

10.11.2012 03:49
Continuano le iniziative del Comitato civico "Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia" per sollecitare e pretendere dall'amministrazione comunale di San Giorgio del Sannio azioni di tutela delle tasche dei cittadini.
Non solo è possibile risparmiare sulla bolletta del gas attraverso il recupero e la rideterminaione dei canoni di distribuzione del gas naturale, ma anche sulla bolletta elettrica ponendo fine al furto illegale e immorale costituito dai Cip6 risalenti al 1992, attraverso cui si finanziano nostro malgrado ecomostri ambientali e termocancrovalorizzatori.
Un'amministrazione virtuosa non può limitarsi ad essere il braccio armato del potere centrale nell'eseguire passivamente prelievi fiscali coattivi e illegittimi, come l'IMU, ma in persona del sindaco, espressione dell'autonomia locale e legale rappresentante della comunità che lo ha eletto, ha l'obbligo di attivarsi per recepire le istanze che provengono dai cittadini.
L'imperativo è sempre quello dell'ampio e lungimirante respiro di pensare globalmente e di agire poi localmente , in maniera incisiva e determinata. 
La nostra amministrazione in "altri affari indaffarata" ha sinora sempre ignorato questo imperativo ed anzi, come continueremo a  denunciare, è essa stessa responsabile della lesione dei diritti dei cittadini. E' ora di alzare la testa, di prendere coscienza e rifiutare questo stato di cose, in cui è possibile solo vegetare come automi eterodiretti e non esplicare a pieno le infinite potenzialità umane e civiche di cui deve essere sostanziata la vita associata.
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COMITATO "CITTADINI PER LA TRASPARENZA E LA DEMOCRAZIA "
PETIZIONE AI SENSI DELLO STATUTO COMUNALE (ARTT. 3, 4, 7, 8, 9) E DEL D.LGS. 267/2000 (ART.8 comma 3) AFFINCHE' IL SINDACO PROCEDA AD AZIONE LEGALE PER IL RIMBORSO DEI "CIP6" A FAVORE DI TUTTI GLI UTENTI CITTADINI .

AL SINDACO DI SAN GIORGIO DEL SANNIO
CLAUDIO RICCI

AL CONSIGLIO COMUNALE

AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE

AL PREFETTO DI BENEVENTO
e p.c.

AL CODACONS DI BENEVENTO

AL COMITATO "SALVIAMO IL PAESAGGIO, DIFENDIAMO IL TERRITORIO"

IL COMITATO "CITTADINI PER LA TRASPARENZA E LA DEMOCRAZIA "

VISTO CHE

il provvedimento Cip (Comitato lnterministeriale dei Prezzi) n. 6/92 era nato dall’esigenza di finanziare, attraverso un aumento in bolletta del 7% , le fonti energetiche rinnovabili.
Negli anni, passando per governi di centro-destra e di centro-sinistra, il nostro Paese, unico in ambito europeo, ha disatteso questa impostazione iniziale aggiungendo tra le fonti di finanziamento del Cip 6, oltre alle energie rinnovabili, anche le cosiddette <<assimilate», considerando tra queste forme di produzione di energia inquinanti e obsolete come quella generata da combustibili fossili , idrocarburi, rifiuti ed altre fonti.
ll testo della normativa CIP6 inserisce, addirittura, <<la trasformazione dei rifiuti organici e inorganici o di prodotti vegetali» tra le <<fonti rinnovabili» di energia e non tra le <<fonti assimilate».
Dalla normativa europea risulta chiaro che gli aiuti destinati alle fonti energetiche rinnovabili sono applicabil soltanto alle fonti che rispondono alla definizione dell'articolo 2 della direttiva 2001/77/CE: <<Si intende per fonti energetiche rinnovabili:
a) eolica, solare, geotermica, del moto ondoso, maremotrice, idraulica,biomassa, gas di discarica, gas residuati dai processi di depurazione e biogas.
b) ‘biomassa’ la parte biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui provenienti dall’agricoltura e dalla silvicoltura e dalla industrie connesse, nonchè la parte biodegradabile dei rifuti industriali e urbani.

La Commissione Europea a questo proposito interviene con un procedimento di infrazione, n.2003/2246 nel quale specifica: <<Ai sensi della definizione dell’articolo 2 della direttiva 2001/7 7/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 settembre 2001, [...] la frazione non biodegradabile dei rifiuti non può essere considerata fonte di energia rinnovabile. (...)

Risulta chiaro che le disposizioni specifiche della disciplina comunitaria relative agli aiuti destinati alle fonti energetiche rinnovabili sono applicabili soltanto alle fonti
rinnovabili che rispondono alla definizione dell'articolo 2 della direttiva 2001/7 7/CE. Le suddette disposizioni non si applicano pertanto agli aiuti per la produzione di energia da rifiuti non biodegradabili».

Nonostante questo viene approvato il Decreto Legislativo n. 387 del dicembre 2003 in cui a||'art.17 si recita:
<<Inclusione dei rifiuti tra le fonti energetiche ammesse a beneficiare del regime riservato alle fonti rinnovabili».

Al comma 1 recita: <<[...] sono ammessi a beneficiare del regime riservato alle fonti energetiche rinnovabili i rifiuti, anche tramite il ricorso a misure promozionali, la frazione non biodegradabile e di combustibili derivati dai rifiuti [...]. Pertanto, agli impianti, ivi incluse le centrali ibride, alimentati dai suddetti rifiuti e combustibili, si applicano le disposizioni del presente decreto [...]».


CONSIDERATO CHE

I primi segnali di riflessione del Parlamento arrivano comunque a fine 2003, in una relazione della X Commissione parlamentare che registra l’anomalia dei Cip6. Un primo risultato è il richiamo normativo dell’articolo 15 della Legge n. 62 del 18 aprile 2005 che prescrive <<alla scadenza delle convenzioni in essere, la cessazione, senza possibilità di proroghe, di ogni incentivazione per gli impianti funzionanti con fonti assimilate alle rinnovabili».
Tuttavia, nessun Governo è riuscito a rendere esecutivo l’articolo in questione.

In seguito, però, alla approvazione della Legge Finanziaria 2007, dopo un controverso dibattito sulla questione Cip 6 e diverse stesure del comma 1117 dell'art. 1 della Finanziaria, che inizialmente prevedeva comunque la concessione degli incentivi per gli impianti <<autorizzati» prima della entrata in vigore della Finanziaria, i finanziamenti vengono erogati non più <<ai soli impianti già autorizzati e di cui sia stata avviata concretamente la realizzazione», ma <<ai soli impianti già realizzati ed operativi».

Comunque, dopo l’emergenza rifiuti in Campania il primo bando indetto per la costruzione degli impianti di incenerimento va deserto.
Per questo, di fatto, viene deciso di riattivare il <<vecchio sistema» di incentivazione
Cip6 e favorire cosi la costruzione di nuovi impianti, attraverso la Legge 310 del 30dicembre
2008: <<Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 6 novembre 2008, n. 172, recante misure straordinarie per fronteggiare l’emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, nonché misure urgenti di tutela ambientale», ripristinando di fatto il regime di violazione.


PRESO IN CONSIDERAZIONE ANCHE

Che il Gestore dei Servizi Elettrici (GSE) rende noto ogni anno l’ammontare dei contributi pubblici.
E appare evidente come gli importi riconosciuti agli impianti facenti uso di fonti di energia rinnovabile <<vera» (come da Direttiva Europea 2001/77/CE) risultino ampiamente limitati rispetto a quelli generati dalle fonti che la normativa italiana considera <<assimilate».
Che la Commissione Europea ha nuovamente messo in mora il
Governo ltaliano aggiungendo nuovi elementi alla procedura d’infrazione 2003/2246, registrando <<che solo nel 2005 gli incentivi alle rinnovabili sono ammontati a 1,7 miliardi e alle assimilate a 4 miliardi» come si legge nella missiva.


RITENUTO INFINE CHE

Da un lato il Cip6 ha sottratto risorse alle <<vere rinnovabili» (tradendo, unico Paese in Europa, lo spirito degli <<incentivi»), dall’altro lato ha indirizzato risorse economiche ingentissime verso una gestione inadeguata del problema rifiuti .


CHIEDE
CHE, CON DELIBERA URGENTE, IL CONSIGLIO COMUNALE IMPEGNI IL SINDACO

A intraprendere una campagna di informazione della cittadinanza sul "furto" in bolletta di cui è vittima, nonché ad esperire ogni azione amministrativa che sia di propria competenza, per promuovere nuovi modelli di sviluppo di sostenibilità sociale, economica e ambientale e favorire concretamente il risparmio energetico e lo sviluppo delle energie rinnovabili;

abbandonare in maniera inequivoca e categorica e con garanzie ampie per i cittadini, l'abnorme progetto, più volte ventilato, di costruzione di un inceneritore o termocancrovalorizzatore nella zona ASI di contrada San Giovanni, e ciò anche secondo lo spirito del disegno di legge Catania sul “contenimento del consumo” dei terreni agricoli e sul suolo come bene comune, che tra l'altro prevede una moratoria di anni tre sulle nuove costruzioni.
(http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2011/12/zona-asi-a-san-giorgio-benevento-troppe-ombre-che-si-allungano-sullarea-verde-a-vocazione-rurale/).

"Perchè non basta difendere a parole, bisogna riappropriarsi del territorio… non ne vogliamo il consumo e lo scempio ? non vogliamo le discariche e gli inceneritori in nome di un finto ed obsoleto progresso? torniamo a valorizzare la terra attraverso cooperative di produttori, consumatori e lavoratori ! Ma soprattutto, costruiamo insieme basi economiche "altre" per la vita diversa che vorremmo condurre in questo territorio, basata sulla convivialità, sul mutuo appoggio, sulla condivisione anziché sulla dipendenza che ci fa tutti clientes individuali in concorrenza per i favori del potente di turno. Fabbrichiamo le fondamenta di un futuro diverso in questa terra, creando lavoro senza rassegnarsi allo sfruttamento e senza dover dire grazie a nessuno."(cit. Rosanna Carpentieri)

In particolare,
CHIEDE CHE IL SINDACO SI IMPEGNI PER ISCRITTO
anzichè continuare a dilapidare i soldi della comunità sangiorgese nella inutile, dispendiosa, ripetitiva e kitsch "giornata annuale della salsiccia" (alias, cd. notte bianca) a intraprendere serie ed effettive azioni concrete a tutela dell'ambiente e delle tasche dei cittadini,
e, per tanto
a dare mandato alla Giunta Comunale di verificare la fattibilità di intraprendere ed esperire la azione legale, nei confronti del GSE (Gestore Servizi Elettrici) per il rimborso, in favore di tutti gli utenti dei servizi elettrici, cittadini di San Giorgio del Sannio, delle somme versate con la bolletta dei consumi di elettricità e destinati alla componente tariffaria A3 in quanto destinate alla costruzione di impianti di termodistruzione dei rifiuti e quindi alla produzione di energia da fonti assimilate alle rinnovabili e dalla fonte rinnovabile costituita dalla frazione non biodegradabile dei rifiuti e dai combustibili da rifiuti, la cui illegittimità è stata sancita più volte dalla Commissione Europea, dal 2001 a oggi.

CHIEDE

che la presente petizione sia inserita nell' o.d.g. del prossimo Consiglio Comunale ed ivi discussa, unitamente alla istanza-diffida, già inoltrata al Comune tramite posta elettronica certificata, per il recupero per gli anni pregressi e la rideterminazione del canone di concessione del servizio di distribuzione del gas naturale, in adempimento dell' art. 46 bis della legge n. 222 del 2007.
San Giorgio del Sannio, 08/11/2012
La coordinatrice del Comitato
Rosanna Carpentieri
rosanna.carpentieri@postacertificata.gov.it


Tutela dei cittadini meno abbienti ed efficienza energetica. 

Diffida per Inadempimento da parte dell'amministrazione di San Giorgio del Sannio all'art.46 bis della legge n. 222 del 2007

02.11.2012 18:02

Il Comune di San Giorgio del Sannio deve richiedere i fondi da esigere dai concessionari della distribuzione del gas
Se non lo fa andremo noi in Tribunale, scrive il Comitato Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia con Rosanna Carpentieri
 
La coordinatrice del Comitato Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia, Rosanna Carpentieri (foto), ha annunciato di aver diffidato il sindaco e  la Giunta comunale  di San Giorgio del Sannio  affinché gli stessi  richiedano i fondi da esigere dai concessionari della distribuzione del gas.
Nel caso in cui l'Ente dovesse essere ritardatario oppure inadempiente sarà lo stesso Comitato, ha spiegato il sodalizio, a sostituirsi all'Amministrazione, mediante l'esercizio, dinanzi al Tribunale, dell'azione popolare prevista.
"Fino a 323 milioni di euro l'anno - si legge nella nota - e 1,2 miliardi di arretrati  per il periodo 2008-2011  potrebbero essere a disposizione dei Comuni per far risparmiare sul gas le fasce più deboli, per esempio attivando programmi di efficientamento delle case popolari o anche solo mettendo a disposizione fondi per aiutare chi non ce la fa a pagare.
I gestori della rete gas sarebbero obbligati a erogarli, ma le Amministrazioni comunali non ne fanno richiesta formale.
Il Comune di San Giorgio del Sannio non fa eccezione, è inadempiente dal 2007, anno di entrata in vigore della legge che consente all'Amministrazione  comunale, la  facoltà  di incrementare il canone della concessione di distribuzione gas.
Parliamo dunque, di fondi che la municipalità sangiorgese potrebbe esigere dai concessionari della distribuzione del gas, cioè da chi gestisce la rete, ma che appunto, nella più colpevole incuria ed ignoranza, non sta richiedendo. 
A questi pagamenti il Comune ha diritto dal 2008, ma negli anni scorsi non ne ha fatto richiesta e per l'anno in corso ha omesso di adottare entro il 15 ottobre scorso la delibera per far valere questo diritto, che ha risvolti diretti sulle tasche dei cittadini sangiorgesi.
Con la conseguenza che i soldi non richiesti anche per il 2012 vanno a far parte della quota dal 2008 non redistribuita e non richiesta, per recuperare la quale l'Ente deve affrontare una causa civile.
Il Comitato Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia diffida pertanto il sindaco e la Giunta comunale affinché intraprendano, senza ulteriore indugio, tutte le doverose azioni legali per il recupero per gli anni pregressi e la rideterminazione del canone di concessione del servizio di distribuzione del gas naturale.
Con l'avvertenza che in caso di ulteriore ritardo ed inadempimento da parte dell'Amministrazione comunale, saranno i cittadini, il presente Comitato civico e le associazioni a sostituirsi alla stessa, con spese a totale carico dell'Ente, mediante l'esercizio dinanzi al Tribunale dell'azione popolare prevista".
"In quella occasione - conclude la nota - chiederemo la destituzione ad horas del sindaco Ricci e l'azzeramento di Giunta e Consiglio per manifesta incapacità di amministrare".
  
Da Gazzetta di Benevento comunicato n.50869
 

Al Sindaco di San Giorgio del Sannio
 
Al Consiglio Comunale
 
Ai gruppi di Opposizione Consiliare
 
e p.c. Alla Procura della Repubblica 
presso il Tribunale di Benevento
 
Oggetto: Tutela dei cittadini meno abbienti ed efficienza energetica. Diffida per Inadempimento da parte dell'amministrazione di San Giorgio del Sannio all'art.46 bis della legge n. 222 del 2007
 
Fino a 323 milioni di euro l'anno e 1,2 miliardi di arretrati per il periodo 2008-2011 potrebbero essere a disposizione dei Comuni per far risparmiare sul gas le fasce più deboli, per esempio attivando programmi di efficientamento delle case popolari o anche solo mettendo a disposizione fondi per aiutare chi non ce la fa a pagare.  I gestori della rete gas sarebbero obbligati a erogarli, ma le Amministrazioni comunali non ne fanno richiesta formale. 
Il Comune di San Giorgio del Sannio non fa eccezione, è inadempiente dal 2007, anno di entrata in vigore della legge (l’art. 46  bis  del d.l. 1° ottobre 2007, n. 159 introdotto, in sede di conversione, dalla legge 29 novembre 2007, n.222) che consente allAmministrazione  Comunale,   la  facoltà  di incrementare il canone della concessione di distribuzione gas.
Parliamo dunque, di fondi che la municipalità sangiorgese potrebbe esigere dai concessionari della distribuzione del gas, cioè da chi gestisce la rete, ma che appunto - nella più colpevole incuria e ignoranza - non sta richiedendo: a questi pagamenti il Comune ha diritto dal 2008 ma negli anni scorsi non ne ha fatto richiesta e per l'anno in corso ha omesso di adottare entro il 15 ottobre u.s. la delibera per far valere questo diritto, che ha risvolti diretti sulle tasche dei cittadini sangiorgesi.
Con la conseguenza che i soldi non richiesti anche per il 2012 vanno  a far parte della quota dal 2008 non redistribuita e non richiesta, per recuperare la quale l'Ente deve affrontare una causa civile. 
Ciò premesso, il Comitato Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia DIFFIDA il Sindaco e la Giunta Comunale affinchè intraprendano senza ulteriore indugio tutte le doverose azioni legali per il RECUPERO per gli anni pregressi e la RIDETERMINAZIONE DEL CANONE DI CONCESSIONE DEL SERVIZIO DI DISTRIBUZIONE DEL GAS NATURALE .
Con l'avvertenza che in caso di ulteriore ritardo e inadempimento da parte dell'amministrazione comunale, saranno i cittadini, il presente comitato civico e le associazioni a sostituirsi alla stessa, con spese a totale carico dell'Ente, mediante l'esercizio dinanzi al Tribunale dell'AZIONE POPOLARE prevista dal D.Lgvo n.267/2000 (Legge sulle autonomie locali) all'art. 70.
In quella occasione chiederemo la destituzione ad horas del Sindaco Ricci e l'azzeramento di Giunta e Consiglio per manifesta incapacità di amministrare.
Cosa si faccia per il bene della comunità , nel "parlamentino" di San Giorgio del Sannio, oltre ad accordi ai limiti della legalità col privato Barletta titolare dell'iper (vedasi ordinanza n. 32/2012 , sistema di videosorveglianza dell'iper  a carico dei cittadini, etc.) e la dispendiosa sagra annuale della salsiccia, non è dato sapere.
La municipalità di San Giorgio è praticamente inesistente e da terzo mondo per il nauseante nulla in tema di servizi alla persona e agli anziani, aiuti alle famiglie, sostegno al non reddito degli inoccupati, diritto allo studio e ai buoni libro scolastici, accesso agevolato al credito, tutela della salute, etc.
Ricordo in proposito che in applicazione dell'articolo 9 del Tuel, ciascun elettore può far valere in giudizio le azioni o i ricorsi che spettano all'ente locale (comune) nel caso che  l'ente locale non si muova a fare causa, procurando un danno all'ente e, conseguentemente, ai cittadini. Perché il cittadino possa sostituirsi all'amministrazione inerte devono sussistere due presupposti. Il primo è l'esistenza di un diritto che il comune può far valere solamente rivolgendosi ad un giudice, in quanto non può avvalersi di poteri autoritativi. Il secondo presupposto è l'inerzia del comune nel promuovere una causa per esercitare i propri diritti. 
Un'azione popolare ad hoc è prevista poi in materia di danni alla salute e all'ambiente ed i recenti scandali sull'inquinamento da diossine post incendio capannone Barletta e sulla dispersone di amianto a seguito della demolizione dell'edificio ex Poste, legittimano a tanto la comunità sangiorgese.
Ci riserviamo di tornare - con apposito "comunicato-denuncia" - sulla TARSU che il Comune continua ad applicare malgrado l' assenza di qualunque presupposto legislativo sin dal 2009 !
 
In conclusione, la democrazia rappresentativa è miseramente fallita a San Giorgio del Sannio (checchè ne pensi "l'amica di Beppe Grillo" Santaniello!). E' ora di passare all'autogoverno e alla democrazia diretta dei cittadini !
 
La coordinatrice del comitato - Rosanna Carpentieri
 
P.S. Si richiede la comunicazione del numero di protocollo con cui viene eseguita l'acquisizione agli atti del Comune la presente diffida.


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