lunedì 25 maggio 2015

Ora degli alberi e del verde pubblico se ne occupa la magistratura...ad Abano Terme. Quando a San Giorgio del Sannio ?

Abano Terme, Via Mazzini, alberi "potati"
        Abano Terme, Via Mazzini, alberi “potati”
Pare che la motosega selvaggia che imperversa da tempo dalle parti di Abano Terme (PD) non sia frutto solo di scelte molto opinabili e di dabbenaggine, più volte oggetto  di azioni legali da parte del Gruppo d’Intervento Giuridico onlus.
La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Padova pensa che vi siano ipotesi di reato.
Un assessore arrestato (di Abano Terme), due sindaci indagati (di Abano Terme e di Montegrotto) per presunte tangenti, tre imprenditori del settore vivaistico sotto inchiesta.
Il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus attende con fiducia le conclusioni della magistratura ad Abano Terme e l'intervento di quella beneventana a San Giorgio del Sannio.
Abano Terme, manifestazione per il verde pubblico (30 agosto 2014)
da Il Mattino di Padova14 aprile 2015
Arrestato un assessore.Operazione delle Fiamme Gialle che ha prelevato Luca Claudio e Massimo Bordin in municipio. In manette Ivano Marcolongo sorpreso in flagrante con una bustarella di mille euro.
ABANO. Un assessore arrestato, due sindaci indagati per presunte tangenti. E altri tre imprenditori del settore vivaistico sotto inchiesta. E’ clamorosa l’operazione della Guardia di finanza che stamattina si è presentata nei due municipi di Abano Terme e Montegrotto, prelevando fra l’altro i due primi cittadini Luca Claudio e Massimo Bordin. Tre pattuglie delle Fiamme Gialle si sono recate ad Abano, altrettante a Montegrotto. L’arresto era scattato ieri (lunedì) sera per Ivano Marcolongo, assessore alle politiche ambientali del comune di Montegrotto, sorpreso in flagrante con una bustarella di mille euro versata da un imprenditore. Marcolongo è accusato di aver agito per conto dei due sindaci (che sono indagati) nel chiedere somme di denaro in cambio dell’assegnazione di lavori nel campo del verde, ad Abano e a Montegrotto.  Ci sono poi tre imprenditori indagati. Una delle aziende coinvolte è la “Vivai Schiavo” di Abano, la cui sede è stata perquisita dalle 11 alle 13.  Le accuse nei confronti di Marcolongo sono di concussione, turbativa d’asta e indebite pressioni per agire al di fuori dei doveri d’ufficio. I due sindaci sono indagati per concorso in concussione e solo Bordin anche in turbativa d’asta. Due i filoni di indagine, uno per lavori effettuati dal 2008 e uno nuovo, del 2015.  In base alle prime informazioni, sembra che i finanzieri abbiano sentito stamattina il capoufficio tecnico dei due Comuni, l’architetto Patrizio Greggio, che però non risulta essere indagato. I finanzieri, dopo aver prelevato in municipio i due sindaci, sono andati anche a perquisire le loro abitazioni, così come altre perquisizioni si sarebbero svolte nelle case degli imprenditori, dalle cui rivelazioni è partita l’inchiesta. L’inchiesta è condotta dalla pm Baccaglini, della Procura della Repubblica di Padova.

Terremoto tangenti, la Finanza
nei municipi di Abano e Montegrotto
Arrestato l'assessore Marcolongo

La mazzetta da mille euro riguarderebbe l'appalto per la manutenzione
di aiuole e giardini delle due città: indagati anche i sindaci

Che dire di San Giorgio del Sannio dove si sono mutilati gli alberi di tiglio per scroccare biomassa gratis, l'appalto per la motosega impazzita è avvenuto senza una gara di evidenza pubblica ed è stata violata la recente normativa contro la corruzione e per la trasparenza pubblica, omettendo di pubblicare sul sito dell'Ente qualunque documento contabile e non riguardante la "operazione tigli" ???? 
Ma, ancora una volta, a San Giorgio del Sannio, terra di corruzione, malaffare, omertà ed estrema OPACITA' AMMINISTRATIVA... la magistratura latita.

Perchè ?

A difesa degli alberi nostrani: la battaglia di Rosanna e del suo comitato civico.

A difesa degli alberi nostrani: la battaglia di Rosanna e del suo comitato.

Dal giornale Vegamente

Salve Rosanna puoi spiegare ai lettori di Vegamente.com cosa è la capitozzatura degli alberi? Come mai questa pratica è sconsigliata?
La capitozzatura è la più dannosa tecnica di potatura degli alberi, eppure, nonostante più di 30 anni di letteratura e di seminari per spiegare i suoi effetti nocivi, essa rimane una pratica comune, ma non è un metodo adeguato di riduzione dell’altezza ed in generale delle dimensioni della chioma e non riduce il pericolo né di ribaltamento né di cedimenti. In realtà, essa renderà l’albero più pericoloso nel lungo termine. Difatti, è una pratica che indebolisce gli alberi.
La capitozzatura può rimuovere fino al 100% delle foglie dell’albero. Le foglie sono gli organi concui l’albero produce il proprio nutrimento; rimuovendole con la capitozzatura l’albero rimane senza l’energia necessaria ad alimentare tutte le sue parti. La perdita di così tante foglie attiva un meccanismo di sopravvivenza che consiste nella produzione di rami di lunghezza maggiore ma più esili (come avete potuto vedere!), così che l’albero possa recuperare, il più velocemente possibile, il suo volume fogliare. Questi rami hanno origine dalle gemme latenti che l’albero produce lungo il fusto e le branche e dalle gemme avventizie che si formano a livello dei grossi tagli. Tale meccanismo di sopravvivenza richiede però un grande impiego di energia che l’albero preleva dalle sue riserve. Se l’albero non possiede una riserva di energia sufficiente, il rischio che muoia o che si ammali è molto alto. Un albero capitozzato è più vulnerabile agli insetti e alle malattie. Alcuni insetti sono effettivamente attratti dalle sostanze chimiche rilasciate dai tessuti interni esposti come vere e proprie ferite. I tagli della capitozzatura consentono un facile accesso alle parti interne dell’albero ai funghi agenti di carie del legno (alburno e durame) causandone il degradamento, provocando cavità erendendo meno robusta la struttura. L’asportazione di una così grande quantità di foglie produce poi una grande quantità di radici morenti che minano l’ancoraggio dell’albero e causano una perdita di apporto di sali ed acqua.
A tal proposito avete visto i tigli caduti al suolo su via dei Sanniti? C’è un interessante servizio di Gazzetta di Benevento, leggetelo! Quello che è certo è che un albero capitozzato ha un’aspettativa di vita molto inferiore rispetto ad un albero potato correttamente.
La capitozzatura è una pratica criminale molto pericolosa: i rami generati a seguito di un taglio di capitozzatura sono inseriti superficialmente al ramo. Questi rami hanno un’inserzione debole e possono facilmente spezzarsi.
La naturale ramificazione di un albero è una meraviglia biologica. La capitozzatura distrugge irrimediabilmente la forma naturale di un albero lasciando, al posto di ramificazioni proporzionate e armoniose, orribili monconi. Senza foglie (fino a 6 mesi l’anno in climi temperati), un albero capitozzato appare sfigurato e mutilato; nel periodo vegetativo è una palla di fogliame, densa e senza grazia. Esso non potrà mai più tornare alla sua forma naturale. La potatura degli alberi è un intervento difficile e pericoloso e deve essere eseguita da un arboricoltore professionista. Solo un arboricoltore è in grado di determinare il tipo di potatura necessaria per migliorare la salute, l’aspetto e la sicurezza dei tuoi alberi. Sicuramente, un arboricoltore non consiglierà mai di fare, né farà una capitozzatura!
Quando un albero deve essere ridotto in altezza o diventa troppo ingombrante è possibile ridurne la chioma senza distruggerne l’armonia e, soprattutto, senza grossi tagli. Se un ramo deve essere accorciato, lo si può fare rimuovendolo a partire dall’inserzione con un ramo secondario (taglio di ritorno). In questo modo l’albero è in grado dirimarginare la ferita del taglio in un lasso di tempo accettabile. Le regole da rispettare sono: il diametro del ramo laterale non deve essere inferiore ad un terzo del diametro del ramo asportato; non dovrebbero essere rimossi rami con diametri maggiori di 7-10 cm; non dovrebbe essere rimosso più del 30% delle foglie.
Cosa è successo a San Giorgio del Sannio?
A San Giorgio è stato causato con una leggerezza che fa rabbia, lo scempio ambientale di ben duecento alberi di tiglio.
Abbiamo visto di punto in bianco aggredire con squallide motoseghe la chioma dei tigli storici di tre alberate: viale Spinelli, via Roma, via dei Sanniti e gli alberi, unico patrimonio arboreo di un paese cementificato, sterile e inquinato, ridotti ad appendiabiti di un film horror.
Di tutto questo abbiamo informato il magistrato Cantone e l’Anac, poichè oltre allo scempio ambientale abbiamo dovuto assistere alla violazione della legge sulla trasparenza e la corruzione.
Perchè hai deciso di intraprendere questa battaglia ambientalista?
Impossibile per noi non intraprendere questa battaglia ambientalista: UNA SCELTA DI SEGNO OPPOSTO AVREBBE SIGNIFATO CONNIVENZA e sostanziale omertà e acquiescenza.
Chi difende gli alberi, creature maestose ed indifese, dai vili attacchi degli amministratori, che non hanno un briciolo di sensibilità ambientale ed un minimo di cognizioni specialistiche in materia? 

E’ come affidare un essere umano ad un macellaio per un delicato intervento chirurgico.
La gente, e qui sta la nostra soddisfazione come comitato civico, anche se non si è incatenata agli alberi per impedire l’aggressione ai tigli, ha capito la complessità della questione, la pochezza dell’amministrazione ed ha fatto a gara per presentare istanze di accesso civico!
L’occultamento della verità è sempre sintomatico di malaffare, in piccole o immani proporzioni. Certo, ci fa specie che la magistratura locale e il Corpo Forestale dello Stato non abbiano ravvisato anomalie nel modus agendi del Comune.
Ciò demoralizza ma al tempo stesso corrobora il senso di giustizia e di legalità che connota ogni nostra iniziativa.
Di cosa si occupa il tuo comitato?
Il nostro comitato è nato all’indomani del maxi incendio del capannone Barletta e nasce come osservatorio sulla malagiustizia beneventana.
Stiamo poi cercando di rassicurare quanti a fronte di una tassazione esagerata lamentano il deficit di capacità contributiva, ponendo loro di fronte il dettato inequivoco della nostra carta costituzionale: pertanto qui i cittadini devono fare ciò che altrove fanno primi cittadini responsabili, reagendo ai diktat iniqui del governo centrale e della troika.
Anche per quanto concerne l’interruzione sistematica del pubblico servizio idrico la nostra posizione è inequivoca e consiste nel far valere il potere contrattuale degli utenti lasciati a secco, sospendendo per inadempimento del contratto sinallagmatico il pagamento delle bollette!
Per quanto concerne, invece, la nostra battaglia ambientalista sulla tutela dei tigli, forti dell’appoggio e del sostegno di Associazioni nazionali prestigiose come il Coordinamento Nazionale Alberi e Paesaggio e la Società Italiana di Arboricoltura, abbiamo deciso di andare sino in fondo nella tutela del nostro patrimonio arboreo, mutilato da scelte aberranti dell’amministrazione in carica.
Per questo, ci siamo costituiti in Comitato civico di rimboschimento “Il Popolo degli Alberi e dei Giardini” ed abbiamo deciso di avviare una causa per danno biologico per i duecento tigli sfregiati e lesi.
Dopo questa nostra causa per danno biologico, avremo di sicuro fissato un punto fermo in tutta Italia nella tutela del patrimonio verde e degli alberi!
Sarà un modo comunque, di testare la sensibilità ambientale del Tribunale di Benevento…e non è impresa da poco. Pertanto confido nei preziosi suggerimenti e nella partecipazione dei cittadini.
Per concludere questa intervista, vorrei solo aggiungere che noi del Comitato possiamo anche sbagliare, ovviamente, ma sono numerosi i segnali che indicano una lettura della nostra attività, attenta, critica, a volte appassionata e poco orientata alla classica funzione consensuale.
Ne siamo felici perchè cerchiamo (e proviamo ad offrire) domande ricche di senso non consensi. La sola ipotesi di poter esser visti come “rassicuranti”, ci suscita orticaria, come quella di formare coscienze e identità.
Ci piacerebbe invece, semplicemente, mettere in comune qualche riflessione e un gran numero di attività ribelli.
Di cui nel nostro paesotto degradato e degradante, c’è un gran bisogno!

venerdì 15 maggio 2015

Perché il nemico da battere è il PD

Inviate per cortesia questo articolo a qualche abitante di San Giorgio La Montagna che vota PD...che ha votato il sindaco Ricci, che dopo il cinquantennio della dittatura democristiana è passato alle "magnifiche sorti e progressive" del piddì di G.Nardone e Ricci, grazie ai quali il nostro Paese è il più sottosviluppato e degradato di tutta la Provincia , malgrado monumenti autocelebrativi, ecomostri e cementificazioni che- evidentemente - non incidono sulla CULTURA -questa grande MISCONOSCIUTA!-  nè sullo sviluppo sociale e democratico, critico, di una comunità.
UN POPOLO IGNORANTE COME IL SANGIORGESE E' UN POPOLO SOTTOMESSO E SCHIAVO... ED E' QUESTO QUELLO CHE VOGLIONO!

Rosanna Carpentieri


Perché il nemico da battere è il PD

Chi simpatizza per il Pd, una volta letto il titolo, non leggerà il pezzo, indignato. Ma farebbe molto male, perché la lettura potrebbe risultargli utile 

Probabilmente chi simpatizza per il Pd, una volta letto il titolo, non leggerà il pezzo, indignato. Ma farebbe molto male, perché la lettura potrebbe risultargli utile per capire il clima con il quale il Pd (ma forse il "Partito della Nazione") dovrà misurarsi sempre più nei prossimi anni e perché. Comunque, fate pure come vi pare, sono abituato a dire quello che penso senza giri di parole. Ed allora, perché sostengo che il Pd sia il nemico peggiore?
Per tre ragioni fondamentali: la politica economica, la politica sociale, la democrazia e la corruzione.
Politica economica: il Pd, sin dal suo appoggio al governo Monti di infelice memoria, poi con il governo Letta ed ora con il governo Renzi, sta perseguendo una politica fiscale che sarebbe demenziale, se non fosse deliberatamente finalizzata alla svendita del paese. Le aziende grandi e piccole soffocano e muoiono sotto il peso del prelievo fiscale e dei tassi giugulatori delle banche, l'occupazione si assesta a livelli drammatici e, pur se di poco, peggiora costantemente, incurante della cosmesi dei conti fatta dal governo.
Il Pd è il partito del capitale finanziario straniero che deve liquidare il patrimonio immobiliare degli italiani, per poi fare ugualmente fallimento. E' il partito che ha svenduto Bankitalia e si appresta  a svendere i pezzi nobili di Eni e Finmeccanica. L'Italia è, per colpa del Pd, terreno di caccia dei capitali francesi, americani, cinesi, qatarioti ecc. Peggio non potrebbe fare.
La politica sociale non ha bisogno di commenti: il Jobs act e la recente riforma della scuola fanno quello che la destra berlusconiana non osava neppure immaginare.
La democrazia: il Pd -e prima di lui il Pds ed i Ds- da venti anni guida l'attacco alla Costituzione, liquidando prima di tutto la legge elettorale proporzionale, che ne era l'architrave, poi intaccandone più pezzi, ora con un disegno organico di sistema costituzionale da repubblica del centro America. Il Partito si è conseguentemente evoluto in "partito del Leader", avendo trovato in Renzi il volenteroso Caudillo.
Nel campo della giustizia ha osato anche più di Berlusconi, con una politica punitiva dei magistrati, finalizzata non ad un miglioramento della macchina giudiziaria del nostro paese ma, al contrario ad un suo peggioramento e alla subordinazione del potere giudiziario all'esecutivo.
La corruzione: per anni il Pci-Pds-Ds-Pd ha goduto di una sorta di rendita di posizione di "partito della questione morale" che lo ha messo al riparo dalle ondate di protesta e dalle inchieste di una magistratura amica, troppo amica. Il risultato è stato che, al confortevole riparo di questo scudo è crescita una classe politica di lestofanti peggiore di quella del Pdl di triste memoria. Mose, Expo, Mafia Capitale, Cooperative: tutti i maggiori casi più recenti di corruzione hanno visto gli uomini del Pd in prima fila e talvolta esclusivi attori. Ora piovono avvisi di garanzia, ma in troppi fanno ancora finta di niente. Possiamo continuare così?
C'è poi un motivo in più, di ordine per così dire "estetico" che mi induce a guardate la Pd come al peggiore di tutti i mali: che la destra faccia il mestiere della destra è giusto che sia così, non mi indigno certo se Salvini fa certe sparate sugli immigrati, sono un suo avversario politico dichiarato e combatto le sue deliranti proposte, allo stesso modo in cui riconosco in Berlusconi un aperto avversario da contrastare senza incertezze, ma il Pd è peggiore perché non è meno di destra degli altri, anzi lo è di più, ma si ammanta di un falso sembiante di sinistra per abbindolare quei babbei che ancora ci credono e lo votano, pensando di sostenere la reliquia del Pci. 

Svelare il trucco e spezzare l'imbroglio diventa una operazione di pulizia morale, prima ancora che politica.
Tutto ciò premesso -e aspettando di essere contestato nel merito delle accuse che muovo al partito di Renzi- non vi sembra che sarebbe molto salutare per il paese un voto che segni una inversione di tendenza, con un iniziale calo elettorale del Pd? 
Qualcosa che lo avvii alla sconfitta nelle prossime politiche? 
Per anni abbiamo vissuto sotto l'eterno ricatto del "se-no-vince-la-destra". Il risultato è stata la fine della sinistra. Non vi sembra l'ora di rigettare il ricatto e colpire la destra peggiore?
Io, come si sa, voto M5s: non ve la sentite? Va bene, non votate M5s, votate Sel, ma, se non siete di sinistra, votate Forza Italia (tanto siamo alla fine) e persino Salvini, Fratelli d'Italia (tanto non vanno al di là di una certa soglia e, comunque, siamo ad elezioni amministrative)  o chi vi pare (dipende da quanto sono orrendi i vostri gusti). Arrivo a dire persino Alfano o Sc: è un voto perfettamente inutile, ma è innocuo e comunque sono voti sottratti al Pd. 
E magari, se proprio non sapete chi possa essere il "meno peggio", disperdete il voto scegliendo la classica lista del fiasco (evitate però cose come Forza Nuova o Casa Pound: non esageriamo!). Tutto, ma puniamo il Pd.
E' probabile che il lettore del Pd non sia arrivato sino a questo punto dell'articolo, vinto dal mal di stomaco: pazienza, come dire: "ce ne faremo una ragione". Ma agli altri, a chi sente di poter condividere questo punto di vista, chiedo una cosa: segnalate il pezzo agli amici per mail o nei social, fatelo vostro e riprendetene le argomentazioni, non mi interessa neppure essere citato, ma iniziamo insieme una campagna virale contro il Pd.

mercoledì 6 maggio 2015

Pioggia di milioni per la differenziata, ma a San Giorgio sono troppe le inefficienze del servizio e troppo onerose per i cittadini.

Arriva una pioggia di milioni ai comuni, compreso quello di San Giorgio del Sannio, per migliorare il servizio di raccolta differenziata dei rifiuti.
Ma come, occorrono soldi incentivanti per un servizio elementare nelle sue finalità ?
Pare di sì, ma questi soldi almeno a San Giorgio del Sannio, non serviranno per migliorare il servizio (si pensi che in contrada Cesine in un solo giorno la settimana e a volte neppure in quello, viene prelevato il multimateriale differenziato di plastica, alluminio e polistirolo (!), senza che vengano irrogate sanzioni alla ditta appaltatrice) nè per elevare i quantitativi di differenziata da anni ai minimi storici nel nostro comune e per ridurre drasticamente il costo che un servizio inefficiente ha sulle tasche dei cittadini.
Riporto un articolo di Ottopagine da cui emergono i comuni beneficiari di questa pioggia di soldi per la differenziata !

Comuni, pioggia di milioni per la differenziata

Al via i bandi della Regione per la raccolta. Ecco i Comuni sanniti divisi per finanziamento

Migliorare la raccolta differenziata. Un obiettivo paradossalmente non semplice da raggiungere in una provincia come Benevento che già da due anni ha sfondato il tetto del 65 per cento, quota considerata ottimale anche in ambito europeo. Ma i Comuni sanniti certamente non si lasceranno sfuggire l'occasione di dotarsi di attrezzature e risorse per migliorare ulteriormente la raccolta, opportunità fornita dagli appositi bandi che la Regione sta per pubblicare sulla scorta del progetto varato con la Presidenza del Consiglio dei ministri per il reimpiego dei lavoratori ex Consorzi.
In ballo ci sono ben 36.150.000 euro destinati agli enti locali sui 55.530.000 totali previsti dalla delibera numero 148 del marzo scorso. Tre le fasce individuate dall'assessorato all'Ambiente di Palazzo Santa Lucia: Comuni con raccolta di differenziata inferiore al 50 per cento; Comuni con raccolta tra il 50 e il 65 per cento; Comuni che superano il 65 per cento (dati certificati 2013). Nel primo caso le risorse messe a disposizione verranno utilizzate per l'acquisto di apparecchiature, mezzi e attrezzature per la gestione della raccolta differenziata. Nel Sannio sono soltanto quattro gli enti municipali che non raggiungono la quota del 50 per cento: Casalduni, Cusano Mutri, Pietraroja, San Martino Sannita.
Nella fascia compresa tra il 50 e il 65 per cento la Regione inserisce 29 Comuni: Amorosi, Benevento, Calvi, Campolattaro, Campoli Monte Taburno, Castelfranco in Miscano, Castelpoto, Ceppaloni, Cerreto Sannita, Fragneto Monforte, Frasso Telesino, Limatola, Melizzano, Molinara, Pesco Sannita, Ponte, San Bartolomeo in Galdo, San Giorgio del Sannio, San Giorgio la Molara, San Leucio del Sannio, San Lorenzello, San Lupo, San Marco dei Cavoti, San Salvatore Telesino, Santa Croce del Sannio, Sant'Agata de' Goti, Sassinoro, Torrecuso, Vitulano. Per questo raggruppamento il progetto regionale prevede l'ammissione a finanziamento per il potenziamento delle apparecchiature e delle attrezzature già esistenti.
Il novero più corposo e virtuoso al contempo, quello delle 41 amministrazioni sannite che superano la soglia del 65 per cento di raccolta e che concorreranno al riparto di fondi destinati al miglioramento della qualità della raccolta quantitativamente già consistente: Apice, Apollosa, Arpaise, Baselice, Bonea, Bucciano, Buonalbergo, Castelpagano, Castelvenere, Castelvetere Valfortore, Cautano, Circello, Colle Sannita, Durazzano, Faicchio, Foglianise, Foiano Valfortore, Forchia, Fragneto L'Abate, Ginestra degli Schiavoni, Guardia Sanframondi, Montefalcone Valfortore, Montesarchio, Morcone, Paduli, Pago Veiano, Pannarano, Paolisi, Paupisi, Pietrelcina, Pontelandolfo, Puglianello, Reino, San Lorenzo Maggiore, San Nazzaro, San Nicola Manfredi, Sant'Angelo a Cupolo, Sant'Arcangelo Trimonte, Solopaca, Telese, Tocco Caudio.
Non rilevati infine i dati di raccolta relativi ad Airola, Arpaia, Dugenta, Moiano.

Altro canale di finanziamento previsto dal progetto Ministero – Regione è quello dedicato alle società provinciali che potranno partecipare al bando per l'assegnazione di risorse destinate alla gestione dei siti di stoccaggio e delle discariche realizzate negli anni dell'emergenza. 
Ovvero, nello specifico sannita, le piazzole per ecoballe di Fragneto Monforte (Toppa Infuocata) e Casalduni (“ex Cdr” e “Fungaia”) e le discariche dismesse di Montesarchio (“Tre Ponti”), Benevento (“Piano Borea”), San Bartolomeo in Galdo (“Serra Pastore”) e le due di Sant'Arcangelo Trimonte (“Nocecchia”).

Paolo Bocchino
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