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lunedì 25 maggio 2015

A difesa degli alberi nostrani: la battaglia di Rosanna e del suo comitato civico.

A difesa degli alberi nostrani: la battaglia di Rosanna e del suo comitato.

Dal giornale Vegamente

Salve Rosanna puoi spiegare ai lettori di Vegamente.com cosa è la capitozzatura degli alberi? Come mai questa pratica è sconsigliata?
La capitozzatura è la più dannosa tecnica di potatura degli alberi, eppure, nonostante più di 30 anni di letteratura e di seminari per spiegare i suoi effetti nocivi, essa rimane una pratica comune, ma non è un metodo adeguato di riduzione dell’altezza ed in generale delle dimensioni della chioma e non riduce il pericolo né di ribaltamento né di cedimenti. In realtà, essa renderà l’albero più pericoloso nel lungo termine. Difatti, è una pratica che indebolisce gli alberi.
La capitozzatura può rimuovere fino al 100% delle foglie dell’albero. Le foglie sono gli organi concui l’albero produce il proprio nutrimento; rimuovendole con la capitozzatura l’albero rimane senza l’energia necessaria ad alimentare tutte le sue parti. La perdita di così tante foglie attiva un meccanismo di sopravvivenza che consiste nella produzione di rami di lunghezza maggiore ma più esili (come avete potuto vedere!), così che l’albero possa recuperare, il più velocemente possibile, il suo volume fogliare. Questi rami hanno origine dalle gemme latenti che l’albero produce lungo il fusto e le branche e dalle gemme avventizie che si formano a livello dei grossi tagli. Tale meccanismo di sopravvivenza richiede però un grande impiego di energia che l’albero preleva dalle sue riserve. Se l’albero non possiede una riserva di energia sufficiente, il rischio che muoia o che si ammali è molto alto. Un albero capitozzato è più vulnerabile agli insetti e alle malattie. Alcuni insetti sono effettivamente attratti dalle sostanze chimiche rilasciate dai tessuti interni esposti come vere e proprie ferite. I tagli della capitozzatura consentono un facile accesso alle parti interne dell’albero ai funghi agenti di carie del legno (alburno e durame) causandone il degradamento, provocando cavità erendendo meno robusta la struttura. L’asportazione di una così grande quantità di foglie produce poi una grande quantità di radici morenti che minano l’ancoraggio dell’albero e causano una perdita di apporto di sali ed acqua.
A tal proposito avete visto i tigli caduti al suolo su via dei Sanniti? C’è un interessante servizio di Gazzetta di Benevento, leggetelo! Quello che è certo è che un albero capitozzato ha un’aspettativa di vita molto inferiore rispetto ad un albero potato correttamente.
La capitozzatura è una pratica criminale molto pericolosa: i rami generati a seguito di un taglio di capitozzatura sono inseriti superficialmente al ramo. Questi rami hanno un’inserzione debole e possono facilmente spezzarsi.
La naturale ramificazione di un albero è una meraviglia biologica. La capitozzatura distrugge irrimediabilmente la forma naturale di un albero lasciando, al posto di ramificazioni proporzionate e armoniose, orribili monconi. Senza foglie (fino a 6 mesi l’anno in climi temperati), un albero capitozzato appare sfigurato e mutilato; nel periodo vegetativo è una palla di fogliame, densa e senza grazia. Esso non potrà mai più tornare alla sua forma naturale. La potatura degli alberi è un intervento difficile e pericoloso e deve essere eseguita da un arboricoltore professionista. Solo un arboricoltore è in grado di determinare il tipo di potatura necessaria per migliorare la salute, l’aspetto e la sicurezza dei tuoi alberi. Sicuramente, un arboricoltore non consiglierà mai di fare, né farà una capitozzatura!
Quando un albero deve essere ridotto in altezza o diventa troppo ingombrante è possibile ridurne la chioma senza distruggerne l’armonia e, soprattutto, senza grossi tagli. Se un ramo deve essere accorciato, lo si può fare rimuovendolo a partire dall’inserzione con un ramo secondario (taglio di ritorno). In questo modo l’albero è in grado dirimarginare la ferita del taglio in un lasso di tempo accettabile. Le regole da rispettare sono: il diametro del ramo laterale non deve essere inferiore ad un terzo del diametro del ramo asportato; non dovrebbero essere rimossi rami con diametri maggiori di 7-10 cm; non dovrebbe essere rimosso più del 30% delle foglie.
Cosa è successo a San Giorgio del Sannio?
A San Giorgio è stato causato con una leggerezza che fa rabbia, lo scempio ambientale di ben duecento alberi di tiglio.
Abbiamo visto di punto in bianco aggredire con squallide motoseghe la chioma dei tigli storici di tre alberate: viale Spinelli, via Roma, via dei Sanniti e gli alberi, unico patrimonio arboreo di un paese cementificato, sterile e inquinato, ridotti ad appendiabiti di un film horror.
Di tutto questo abbiamo informato il magistrato Cantone e l’Anac, poichè oltre allo scempio ambientale abbiamo dovuto assistere alla violazione della legge sulla trasparenza e la corruzione.
Perchè hai deciso di intraprendere questa battaglia ambientalista?
Impossibile per noi non intraprendere questa battaglia ambientalista: UNA SCELTA DI SEGNO OPPOSTO AVREBBE SIGNIFATO CONNIVENZA e sostanziale omertà e acquiescenza.
Chi difende gli alberi, creature maestose ed indifese, dai vili attacchi degli amministratori, che non hanno un briciolo di sensibilità ambientale ed un minimo di cognizioni specialistiche in materia? 

E’ come affidare un essere umano ad un macellaio per un delicato intervento chirurgico.
La gente, e qui sta la nostra soddisfazione come comitato civico, anche se non si è incatenata agli alberi per impedire l’aggressione ai tigli, ha capito la complessità della questione, la pochezza dell’amministrazione ed ha fatto a gara per presentare istanze di accesso civico!
L’occultamento della verità è sempre sintomatico di malaffare, in piccole o immani proporzioni. Certo, ci fa specie che la magistratura locale e il Corpo Forestale dello Stato non abbiano ravvisato anomalie nel modus agendi del Comune.
Ciò demoralizza ma al tempo stesso corrobora il senso di giustizia e di legalità che connota ogni nostra iniziativa.
Di cosa si occupa il tuo comitato?
Il nostro comitato è nato all’indomani del maxi incendio del capannone Barletta e nasce come osservatorio sulla malagiustizia beneventana.
Stiamo poi cercando di rassicurare quanti a fronte di una tassazione esagerata lamentano il deficit di capacità contributiva, ponendo loro di fronte il dettato inequivoco della nostra carta costituzionale: pertanto qui i cittadini devono fare ciò che altrove fanno primi cittadini responsabili, reagendo ai diktat iniqui del governo centrale e della troika.
Anche per quanto concerne l’interruzione sistematica del pubblico servizio idrico la nostra posizione è inequivoca e consiste nel far valere il potere contrattuale degli utenti lasciati a secco, sospendendo per inadempimento del contratto sinallagmatico il pagamento delle bollette!
Per quanto concerne, invece, la nostra battaglia ambientalista sulla tutela dei tigli, forti dell’appoggio e del sostegno di Associazioni nazionali prestigiose come il Coordinamento Nazionale Alberi e Paesaggio e la Società Italiana di Arboricoltura, abbiamo deciso di andare sino in fondo nella tutela del nostro patrimonio arboreo, mutilato da scelte aberranti dell’amministrazione in carica.
Per questo, ci siamo costituiti in Comitato civico di rimboschimento “Il Popolo degli Alberi e dei Giardini” ed abbiamo deciso di avviare una causa per danno biologico per i duecento tigli sfregiati e lesi.
Dopo questa nostra causa per danno biologico, avremo di sicuro fissato un punto fermo in tutta Italia nella tutela del patrimonio verde e degli alberi!
Sarà un modo comunque, di testare la sensibilità ambientale del Tribunale di Benevento…e non è impresa da poco. Pertanto confido nei preziosi suggerimenti e nella partecipazione dei cittadini.
Per concludere questa intervista, vorrei solo aggiungere che noi del Comitato possiamo anche sbagliare, ovviamente, ma sono numerosi i segnali che indicano una lettura della nostra attività, attenta, critica, a volte appassionata e poco orientata alla classica funzione consensuale.
Ne siamo felici perchè cerchiamo (e proviamo ad offrire) domande ricche di senso non consensi. La sola ipotesi di poter esser visti come “rassicuranti”, ci suscita orticaria, come quella di formare coscienze e identità.
Ci piacerebbe invece, semplicemente, mettere in comune qualche riflessione e un gran numero di attività ribelli.
Di cui nel nostro paesotto degradato e degradante, c’è un gran bisogno!

domenica 1 febbraio 2015

Trasparenza sul sito istituzionale del Comune di San Giorgio del Sannio. L’ANAC intervenga direttamente !

Da InfoSannio del 01 febbraio 2015

(Riceviamo & Pubblichiamo) – Sul sito istituzionale del Comune di San Giorgio del Sannio è possibile acquisire che:
  • Il responsabile per la Trasparenza è l’Istr.amm. Dario DEL SORDO.
  • Titolare del potere sostitutivo ex l. 241/90 e D.lgs.n.33/2013 nonchè Responsabile della prevenzione e corruzione ex l. n.190/2012 è il SEGRETARIO GENERALE.
Ma, se non vogliamo vanificare le finalità della legge, non occorre evitare giurisdizioni “domestiche” e condizionamenti dovuti ad amicizie , conoscenze o ruoli locali ?
Intanto, sulla “lodevole” opera pubblica: danneggiamento delle alberate di tigli di varie strade non c’è traccia di atti e documenti, neppure quelli relativi all‘appalto conferito ai taglialegna, sul sito dell’ente !
Anzi, l’amministrazione ha eluso persino l’osservanza di una formale istanza di accesso agli atti ai sensi della legge n.241/90 e di una contestuale istanza di accesso civico ai sensi dell’art.5 del D.Lgs.n.33/2013.
Che fare ?
Il Comune di San Giorgio del Sannio nel mese di marzo del 2014 ha omesso di pubblicare sul sito istituzionale qualunque atto o documento relativo alla decisione di procedere a “capitozzatura” delle alberate di tigli storici lungo i margini di varie strade del paese: viale Spinelli, via Roma, via dei Sanniti;
vi ha proceduto, nel mancato rispetto degli obblighi di pubblicità e trasparenza, conferendo appalto ad una ditta prescelta non si sa in base a quale gara e a quali criteri, oltre che requisiti professionali specifici dato l’incarico.
La decisione dell’Amministrazione è stata contestata dalla scrivente e da vari comitati civici , a mezzo comunicati stampa, per gli effetti perversi di danneggiamento del patrimonio arboreo, non supportato da ragionevoli motivazioni ed unico “polmone verde” del paese nonchè per la sorte della bio massa -rimasta avvolta da una coltre di punti interrogativi e da dati fattuali in contrasto con la poi asserita “rottamazione in discarica” della legna risultante dalle efferate capitozzature dei tigli- in virtu’ delle quali tutta la chioma naturale dei tigli veniva troncata, riducendo gli stessi a vergognosi appendiabiti, non più definibili “alberi” nel pieno possesso delle facoltà di purificazione dell’inquinamento atmosferico.
In data 20 dicembre 2014, a mezzo pec acquisita al Protocollo Comunale il 22 dicembre 2014 col n. 21246, la scrivente inoltrava al Comune “Istanza di accesso agli atti” ai sensi della legge n.241/90 e del D.Lgs.n.33/2013 al fine di visionare ed estrarre copia:
dell’ordinanza sindacale o atto equipollente con cui veniva disposta la cd.capitozzatura degli alberi;
le motivazioni alla base di tale determinazione;
la Ditta cui era stato conferito l’appalto per i lavori di capitozzatura con  relativo capitolato o convenzione e gara di appalto;
i soggetti cui è stata attribuita la legna di risulta;
i criteri con cui sono stati individuati i soggetti beneficiari della legna di risulta;
il parere di conformità, preventivo e successivo all’intervento, rilasciato dall’Ufficio Tecnico Comunale.
Il Comune malgrado sollecito all’adempimento del Responsabile per la Trasparenza Istr.Dir. Dario DEL SORDO inviato all’Ufficio Tecnico Comunale, al Segretario Generale (nominato dalla Giunta Titolare dei poteri Sostitutivi e Responsabile della Prevenzione e Corruzione ex lege n.190/2012) e per conoscenza alla istante qui scrivente in data 5 gennaio 2015 Prot. n. 57,
NON OTTEMPERAVA, nè pubblicando sul sito istituzionale gli atti e i documenti richiesti, nè comunicando all’istante Rosanna Carpentieri tempi e modi per l’esercizio del diritto di accesso ai sensi della residuale legge n.241/90.
Residuale quest’ultima in rapporto al generale obbligo sancito dal D.Lgs. n.33/2013, ma NON IRRILEVANTE in rapporto ai diritti e agli interessi meritevoli di tutela di cui è titolare Rosanna CARPENTIERI, in quanto imputata in un procedimento per diffamazione a seguito di querela del Sindaco Claudio RICCI il quale -evidentemente- non ha gradito le lettere sulla vicenda dello scempio ambientale e del danneggiamento dei tigli mediante capitozzatura.
Ma non è tutto.
Il Comune di San Giorgio non ha ancora ottemperato al disposto di cui alla legge n. 190/2012, ovviamente richiamato sia pure non esplicitamente nella istanza di accesso civico da me prodotta, con riferimento all’appalto e al compenso conferiti alla impresa taglialegna !
Il 31 gennaio è scaduto il termine per la pubblicazione dei dati.
E l’ANAC entro il 30 aprile trasmetterà alla Corte dei Conti l’elenco delle amministrazioni che hanno omesso di trasmettere e pubblicare in tutto o in parte le informazioni di cui all’art. 1 comma 32 della legge 190/2012.
Le pubbliche amministrazioni devono pubblicare entro il 31 gennaio in tabelle riassuntive e liberamente scaricabili, anche a fini informatici e statistici, tutti i dati richiesti relativi ai procedimenti di scelta del contraente per l’affidamento di lavori, forniture e servizi.
Ai sensi dell’art. 1 comma 16 lett. b della legge 190/2012 l’obbligo di informazione comprende TUTTE le tipologie di affidamento previste dal Codice dei Contratti pubblici – senza nessuna esclusione – anche in economia o in modalità diretta e a prescindere dall’acquisizione del codice CIG o di quello smartCIG per le relative procedure, ivi comprese le  SPESE ECONOMALI di minima entità. Per queste ultime in tutte le fattispecie in cui non sia prevista l’acquisizione di un CIG o SmartCIG il campo CIG deve essere valorizzato con il valore 10 zeri (0000000000)
La norma non prevede soglie minime. Per ogni procedimento occorre pubblicare:
a) la struttura proponente,
b) l’oggetto del bando, 
c) procedura di scelta del contraente (se alla data della comunicazione non sono ancora disponibili informazioni sui partecipanti e sull’aggiudicatario dovrà essere indicato il set minimo CIG, struttura proponente, oggetto del bando e procedura di scelta del contrente
c) l’elenco degli operatori invitati a presentare offerte, (nelle procedure negoziate i soggetti ai quali sia stata limitata in partenza la partecipazione; nelle procedure aperte gli operatori che hanno presentato offerta)
d) l’aggiudicatario, 
e) l’importo di aggiudicazione, 
  1. f) i tempi di completamento dell’opera, servizio o fornitura,( se manca il documento analogo al verbale di consegna dei lavori è necessario fare riferimento alla data di attivazione del contratto, o lettera di invito riscontrata dall’operatore o presentazione dell’offerta; se manca il certificato formale di ultimazione è possibile desumere la conclusione dell’appalto con riferimento alla fattura a saldo presentata dall’operatore economico o all’attestazione di regolare espletamento della prestazione. )
    g) l’importo delle somme liquidate. (Deve essere indicato come chiarito dall’ANAc l’importo complessivamente liquidato al lordo delle ritenute operate per legge e al netto dell’IVA; se all’atto della comunicazione annuale l’appalto è in corso di espletamento l’importo sarà commisurato alle somme liquidate sino a quel momento; ).
Attenzione: pur sussistendo una parziale sovrapposizione nella esposizione dei dati con l’adempimento di cui all’art. 23 del dlgs 33/2013, questo con scadenza 31 gennaio, previsto dall’art. 1 comma 32 della legge 190/2012, differisce per contenuto informativo e tempistiche di pubblicazione.
Per tutto quanto esposto, CHIEDIAMO che l’Anac e il Presidente dott. Cantone sanzionino DIRETTAMENTE e senza avvalersi di “intermediari locali” e di una sorta di “giurisdizione domestica”, il Comune di San Giorgio del Sannio (amministrazione iudicanda)!
Per accertare difatti una violazione di per sé lampante, visto l’obbligo di pubblicare la documentazione richiesta dalla scrivente,  nella sezione ‘Amministrazione trasparente’ del sito internet dell’ente, non occorre costruire un procedimento che, ad essere eufemistici, può essere definito farraginoso.
Se così fosse, non sono certo queste le  metodologie e le “pratiche efficaci” per prevenire la corruzione e rafforzare l’integrità e la correttezza dell’azione pubblica a San Giorgio del Sannio!
CHIEDIAMO ALTRESI’ alla magistratura ordinaria del Tribunale di Benevento: abbiamo constatato e toccato con mano il DANNEGGIAMENTO (su piante vive e sanissime), lo SCEMPIO AMBIENTALE E LO SPERPERO DI DANARO PUBBLICO…
COSA ALTRO OCCORRE AFFINCHE’ ​ LA MAGISTRATURA DI BENEVENTO AGISCA PENALMENTE​ (E SAREBBE ORA!) CONTRO IL SINDACO E L’AMMINISTRAZIONE DI SAN GIORGIO DEL SANNIO ?
Possibile che ritenga sempre sostenibili le azioni penali in giudizio quando è il sindaco a querelarsi e soprattutto, quando scomoda il reato fascista della diffamazione a mezzo stampa anche quando il mezzo della stampa non è stato usato ma ci si è limitati a interlocuzioni e lettere critiche verso la p.a. ?​
Rosanna Carpentieri
In proprio e per il Comitato Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia
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