mercoledì 21 ottobre 2015

Ancora un'altra denuncia strumentale per il comitato civico.La dittatura impera a discapito della libertà di informazione e di critica

La magistratura beneventana non tutela i beni pubblici difesi e denunciati da un comitato civico (quali , il verde pubblico, l'imparzialità , la trasparenza e l’efficienza della pubblica amministrazione etc.) ma tutela i poteri forti che quei beni pubblici aggrediscono, nella sostanziale impunità.

Aperitivo a casa del sindaco Ricci.
A dx l'onorevole Del Basso De Caro.

E' questo il punto dolente della situazione.
La smaccata pregiudizialità e lo schieramento preventivo della magistratura beneventana a tutela dei poteri forti e delle scelte aberranti della pubblica amministrazione, quella sangiorgese in particolare, a detrimento delle voci critiche che si sollevano dalla comunità sangiorgese, e dal comitato civico “Per la Trasparenza e la Democrazia”, censurate dalla nuova gestapo dei poteri forti.
La magistratura beneventana si è fatta incredibilmente "sfuggire" una intercettazione tra il primo cittadinosangiorgese e l'imprenditore Barletta attraverso la quale il sindaco istigava a delinquere il cittadino prediletto e favorito, incitandolo a non osservare una sua ordinanza, emessa nei riguardi di tutti gli esercenti il commercio nella comunità sangiorgese, ma ritenuta dal sindaco stesso eludibile da parte del cittadino di serie a, nelle attenzioni ultra legem del sindaco cheglisuggeriva finanche i modi per assicurarsi l'impunità nella violazione dell'ordinanza sindacale.
Muta, sorda e cieca la magistratura di fronte a questa grave intercettazione, foto plastica del rapporto dicommistione affaristica tra pubblico e privato, di prostituzione della funzionepubblica -in tutte le sue molteplici ma convergenti sfaccettature- ad esulanti ed estranei interessi privatistici:quegli stessi che consentivano -indisturbata ma con effetti perversi sulla legalità- la discutibile "amicizia" e le moine affettuose tra il pubblico ufficiale ed il privato, facoltoso ovviamente, che portavano alla sistematica omissioni di interventi sul sito e di atti di ufficio…
La magistratura beneventana non ha punito il sindaco che dell'imparzialità e della trasparenza della pubblica amministrazione ha fatta carta straccia nelle sue mani. E che ha anzi aggiunto:"Non mi pento di nulla.LO RIFAREI!".
La magistratura beneventana ha invece smaccatamente premiato quello stesso sindaco cui è bastato querularsi per diffamazione a causa della oggettiva vicenda che aveva ben altre vittime sacrificali.Gli è bastato  invocare l'intervento della magistratura in quanto soggettivamente, in questo caso (non in quello dell'intercettazione e degli opinabili rapporti che intratteneva col dominus della grande distribuzione!) si sentiva offeso per diffamazione in una vicenda che ha dell'incredibile sul piano legale , in cui si osava far pagare ai comuni cittadini in termini di stress psicoemotivoesistenziale e di corrispettivo (soldi!) per nuovi loculi dallo status giuridico incerto (liberi, assegnabili, già assegnati?) le conseguenze del caos vessatorio nei pubblici servizi, nella tenuta ordinata degli atti pubblici e dei rogiti notarili e nella gestione mercantilistica dei servizi cimiteriali, pretendendo di fatto dall'estinto l'esibizione dei contratti di concessione dei loculi cimiteriali !
A nulla è valsa la denuncia alla magistratura e alla guardia di finanza dell'incredibile vicenda, il sindaco è stato osannato per aver fatto egli stesso ricorso alla magistratura querulo di una presunta  diffamazione nei suoi riguardi,tutta da dimostrare non essendo stato neppure personalmente citato nel racconto della vicenda che riguardava la pubblica amministrazione sangiorgese ed esponenti della cittadinanza .Ma di quale imparzialità e trasparenza parliamo? La magistratura d'altronde neppure ha rinviato a giudizio e condannato un sindaco (lo stesso) che ha dimenticato la sua funzione di tutore della salute pubblica verso i cittadini coinvolti dall'incendio dell'abusivo capannone Barletta, in quanto "costoro" gli avrebbero dato delle "noie giudiziarie". Si disattendono i propri doveri pubblici e si lasciano morire oppure ammalare dei concittadini perchè costoro avrebbero dato noie giudiziarie? E quali noie, di grazia ? Quelle orientate a far cessare il favoritismo verso il privato facoltoso e opulento pagato dagli altri cittadini in termini di illegalità, angherie ed abuso dei propri diritti finanche di proprietà esclusiva ?
E di quale tutela del verde pubblico possiamo parlare se non è consentito criticare lo scempio delle alberate dei tigli secolari con capitozzature selvagge e l'inosservanza degli obblighi di pubblicità e trasparenza nell'adottare scelte che comportano impegni di spesa pubblica che dovrebbero essere resi noti preventivamente e secondo legge alla cittadinanza tutta?
Difatti, altro sindaco sangiorgese (vice del precedente) ha anche lui fatto in pessimo stile un uso strumentale ma vincente della querela per diffamazione per inibire le legittime critiche che provenivano da pecore nere della sua comunità, attente osservatrici, non disposte a plaudire ed elogiare ogni sua scelta, anche la più aberrante ed insensata come la capitozzatura delle alberate di tigli ed affiancate da organismi che rappresentano l’eccellenza nella tutela del verde pubblico e nella scienza agronomica, quali il Conalpa, il Coordinamento Nazionale Alberi e Paesaggio !
Querulatosi per la presunta offesa alla sua reputazione (sic!) ha trovato ascolto da parte della magistratura beneventana che
​dimostrando di non conoscere affatto la procedura prevista dall'art.7 della legge n.10 del 14 gennaio 2013 

e senza mai svolgere nessuna effettiva indagine in primis sulle capitozzature laddove erano praticabili altri metodi di potaturacome la corretta agronomia e cura del verde prescrivono, neppure ha fatto alcuna indagine  sulla fondatezza della diffamazione e sulla sua idoneità intrinseca a sostenere l'accusa in dibattimento, ma ha preferito anzichè "verificare", darne per scontata la fondatezza allo scopo palese di reprimere  voci dissenzienti verso opinabili modus procedendi della pubblica amministrazione.
Ergo, anche in questo caso, un fine ed uno scopo "altro" rispetto all'esercizio della funzione giudiziaria che è la legalità, non il conformismo e la dittatura sociale!
Purtroppo la querela dei sindaci per diffamazione è l'arma tipica e spuntata di chi non ha -oltre al potere e all'arroganza-altri argomenti con cui difendere il proprio agire amministrativo !
La dittatura impera a discapito della libertà di informazione e di opinione e viene garantita dall'esercizio parziale del potere giudiziario, forte con i deboli e debole con la forza ed il potere.
Ancora una volta è stato rinviato a giudizio un comitato civico nella persona della sua coordinatrice, Rosanna Carpentieri che ne è la portavoce e che, con fiducia nella magistratura e nella massima trasparenza aveva inviato, com'è stile ormai del comitato civico, copia dell'esposto a mezzo stampa, oltre che al Comune al Corpo Forestale e alla Procura.
Per diffamazione? Per diffamazione ! Ancora una volta.
Forse perchè Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia ha tacciato di ignoranza l'utc, l'elettricista e l'impresa prescelta per le capitozzature?
Ed il sindaco cosa c'entra? Per cosa si sente offeso nella reputazione personale?
Sanno lor signori cosa significa "potare" e l'abissale differenza che esiste tra la potatura e la "capitozzatura"???
Il sindaco a sua volta sa cosa prescrive la Legge 10 del 14 gennaio 2013 nella sua integrità e in particolare all'art.6 ?
Immolarne uno per "educarne" cento o mille o diecimila pavidi ipocriti  di coppolonia : questa è la mentalità nazifascista a San Giorgio del Sannio  mai finita, ma  ancora viva e vegeta, e pane quotidiano del potere , del clientelismo, della corruzione, oltre che a latere della magistratura che meglio farebbe se si occupasse del malaffare a San Giorgio del Sannio, come per esempio le false certificazioni dell'ufficio tecnico, l’abusivismo edilizio, lo stupro del territorio, l'inadempienza del Comune nella realizzazione della strada a servizio dei lotti pip in contrada Cesine, dove nel 2009 ci fu uno spaventoso e vergognoso incendio che coinvolse una famiglia dirimpettaia alla distanza di appena tre metri da un abusivo capannone in fiamme e non furono assicurate a quella famiglia che ora versa in gravi condizioni di salute le precauzioni minime necessarie come l'allontanamento temporaneo dal sito contaminato !


Transito di Tir in ZONA RESIDENZIALE SATURA

Pensilina ??? Sic !

Sono forse finiti i tempi in cui la magistratura beneventana attraverso i suoi più autorevoli esponenti rappresentava una garanzia per il cittadino leso dalle angherie del potere più arrogante e sosteneva :«L'idea del potere politico come servizio ai cittadini è ancora troppo spesso mera utopia.»
(Sergio Pezza - Gip presso il Tribunale di Benevento) ?​

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