Pochi giorni fa questo Comitato civico coordinato da Rosanna Carpentieri ha indirizzato una segnalazione editoriale provocatoria al sindaco piddino di San Giorgio del Sannio (BN) e al direttore del giornale locale Agorà che ha come Direttore l'ex parlamentare democristiano poi passato al PD, Mario Pepe che ora si riconosce nella veste di tribuno e pontefice contro la stessa giunta in carica che egli stesso propinò e sostenne qualche anno fa, ingannando tout court i sangiorgesi.
L'inganno purtroppo è connaturale alla sinistra italiana e al comunismo ed è questione semplice e complessa che va assolutamente capita e assunta come punto fermo.
La conseguenza sarebbe che è del tutto fuori posto e non consente di avanzare di un solo passo il mero "stupore degli italidioti" se un certo Renzie è peggio di Berlusconi nella privatizzazione dei beni pubblici, se un sindaco ha completamente privatizzato e soggiogato ad interessi privatistici-speculativi la politica e il mandato istituzionale, se il più illustre e longevo Comunista italiano, Re Giorgio Napolitano -per la seconda volta consecutiva Presidente della ex Repubblica italiana- ha scritto nel lontano 1977 (molto prima dunque del 1992...) quello che poi sarebbe divenuto il diktat ossessivo e antidemocratico della Troika e del governo sovranazionale europeo, contrario quest'ultimo alla nostra Costituzione ed in mano a lobbies e banksters, con prostituzione adorante a David (Rockfeller...) e al F.M.I. (!!!)
Aprite gli occhi !
Di seguito trascriviamo la lettera inviata al Sindaco Claudio Ricci e all'ex Onorevole Mario Pepe.
Nessun riscontro. A conferma della loro monocorde e sclerotica miopia e refrattarietà alla verità dei fatti e al discorso serio.
Incidenter tantum,ma ha senso che un più volte ex sindaco sangiorgese e inconcusso burattinaio più o meno occulto della vita politico-amministrativa sangiorgese, lanci oggi una raccolta firme per "chiedere un parco-giochi su Viale Spinelli, valore stimato 4-6000 euro" ?
Non saranno il narcisismo e le percezioni senili a distorcere la verità della storia e dei fatti.
AGLI ORGANI DI INFORMAZIONE-COMUNICATO STAMPA
Spett.le Redazione di Agora,
il nostro motto è: DOCUMENTI MOLTI, "CHIACCHIERE" POCHISSIME ...........
BASTA LEGGERE PER CAPIRE MOLTE COSE !
E' uscito edito da Editori Riuniti l'ultima fatica, stavolta editoriale, del vostro Presidente della Repubblica Giorgio NAPOLITANO dal titolo: "PROPOSTA DI PROGETTO A MEDIO TERMINE".
Invitiamo la Redazione di Agorà e i suoi lettori a comprarlo e leggerlo (sarebbe ora...!).
Questo è il vero comunismo italiano !
Quello che, tra le altre cose, rappresenta una svolta di primo ordine: la rottura del silenzio complice da parte de Il Comunista Italiano ultranovantenne.
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Passate parola anche all'esimio Direttore ex onorevole DC-PD Mario Pepe e al Sindaco Claudio Ricci di San Giorgio del Sannio (BN).
Affinchè...come dice - in prima e in quarta di copertina - Re Giorgio Napolitano, sia suscitato "il più ampio e serrato dibattito tra le forze politiche e sociali "... (sarebbe ora...!).
Segnaliamo a pag. 122 l'immancabile (?) "inchino devoto" al F.M.I.
Grazie per la publicazione.
Saluti.
Rosanna Carpentieri
Coordinatrice del Comitato Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia
(di fatto, equivalente al "chiasso complice"...).
RENZI PEGGIO DI BERLUSCONI: BENI COMUNI QUOTATI IN BORSA
Renzi peggio di
Berlusconi. Se quest’ultimo, non più tardi di due mesi dalla
straordinaria vittoria referendaria sull’acqua del giugno 2011, aveva
provato rimettere in campo l’obbligatorietà della privatizzazione dei
servizi pubblici locali (bocciata l’anno successivo dalla Corte
Costituzionale), Renzi con il “pacchetto 12” contenuto nello “Sblocca Italia” fa molto di più.
Questa volta non si parla “solo” di privatizzazione, bensì di obbligo alla quotazione in Borsa:
entro un anno dall’entrata in vigore della legge, gli enti locali che
gestiscono il trasporto pubblico locale o il servizio rifiuti dovranno
collocare in Borsa o direttamente il 60%, oppure una quota ridotta, a
patto che privatizzino la parte eccedente fino alla cessione del 49,9%.
Se
non accetteranno il diktat, entro un anno dovranno mettere a gara la
gestione dei servizi; se soccomberanno otterranno un prolungamento della
concessione di ben 22 anni e 6 mesi!
Come già Berlusconi, anche Renzi si mette la foglia di fico di non nominare l’acqua
fra i servizi da consegnare ai capitali finanziari; ma, a parte il
fatto che il referendum non riguardava solo l’acqua, bensì tutti i
servizi pubblici locali, è evidente l’effetto domino del provvedimento,
sia sulle società multiutility che già oggi gestiscono più servizi
(acqua compresa), sia su tutti gli enti locali che verrebbero
inevitabilmente spinti a privatizzare tutto, anche per poter usufruire
delle somme derivanti dalla cessione di quote, che il Governo pensa bene
di sottrarre alle tenaglie del patto di stabilità.
Nel pieno della crisi sistemica, ecco dunque il cambio di verso dello scattante premier: non
più l’obsoleta privatizzazione dei servizi pubblici locali, bensì la
loro diretta consegna agli interessi dei grandi capitali finanziari,
che da tempo attendono di poter avviare un nuovo ciclo di
accumulazione, attraverso “mercati” redditizi e sicuri (si può vivere
senza beni essenziali?) e gestiti in condizione di monopolio assoluto
(per un solo territorio vi è un solo acquedotto, un solo servizio
rifiuti).
Da queste norme, traspare
in tutta evidenza l’idea non tanto dell’eliminazione del “pubblico”
–quello è bene che rimanga, altrimenti chi potrebbe organizzare il
controllo sociale autoritario delle comunità?- bensì della sua
trasformazione da erogatore di servizi e garante di diritti, con
un’eminente funzione pubblica e sociale, in veicolo per l’espansione
della sfera d’influenza degli interessi finanziari sulla società.
Naturalmente,
è ancora una volta la Cassa Depositi e Prestiti ad essere utilizzata
per questo enorme disegno di espropriazione dei beni comuni: come già
per la dismissione del patrimonio pubblico degli enti locali, è già allo
studio un apposito fondo per finanziare anche la privatizzazione dei
servizi pubblici locali.
Emerge,
oggi più che mai, la necessità di una nuova, ampia e inclusiva
mobilitazione sociale, che deve assumere la riappropriazione della
funzione pubblica e sociale dell’ente locale come obiettivo di tutti i
movimenti in lotta per l’acqua e i beni comuni, e di una nuova finanza
pubblica e sociale, a partire dalla socializzazione di Cassa Depositi e
Prestiti.
E, poiché il
disegno di espropriazione dei servizi pubblici locali viene portato
avanti con il pieno consenso dell'Anci, espresso a più riprese dal suo
Presidente Piero Fassino, una domanda sorge spontanea: non è il momento
per i molti Sindaci che ancora non hanno abdicato al proprio ruolo di
primi garanti della democrazia di prossimità per le comunità locali, di
iniziare a ragionare su un'aggregazione alternativa degli enti locali,
fuori e contro un Anci al servizio dei poteri forti?
Leggete anche: http://sangiorgiodelsannio.blogspot.it/2014/06/emancipazione-dei-cittadini-sangiorgesi.html
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