LA PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI PER LEGGE,
NON C'E' PEGGIO SORDO DI CHI NON VUOL SENTIRE
18 dicembre 2011
«Egregio Signor Sindaco Ricci, il nostro obiettivo sarà sempre quello
di rimuovere tutti quegli ostacoli che impediscono, a tutt’oggi, la
presa di coscienza dei diritti e dei doveri che regolano e tutelano lo
svolgimento della vita sociale nella comunità.
Noi, “povera gente” secondo le sue estemporanee ed arroganti
dichiarazioni, ci siamo accorti che la maggioranza dei cittadini
sangiorgesi ignora che c’è una legge che prevede la partecipazione
attiva delle associazioni e dei cittadini e che, nel caso non venga
applicata, un qualsiasi cittadino può far decadere il sindaco. In
particolare l’art. 70 contempla che i cittadini possono pretendere che i
sindaci decadono se non attuano l’art. 8 della legge 267/2000.
L’applicazione di questa legge, ignota a tutti, consentirebbe di poter
partecipare attivamente alla vita del proprio Comune, a settori
strategici della vita di una comunità come scelte energetiche, tarsu,
ici, rifiuti, scelte e reati ambientali, cementificazioni, “fuenti”,
speculazioni… settori dove il solito gruppetto di predatori affaristi si
muove nell’ombra e in maniera sotterranea, e soprattutto evitare che
decisioni importanti le prendano in pochi a discapito di molti
soprattutto in settori cardine della vita di una comunità.
L’oscuramento delle regole democratiche è il primo passo verso la
criminalizzazione delle regole amministrative verso cui ha dimostrato di
essere ostico, poi viene il resto. I soliti noti e i soliti ignoti che
controllano tutto e tutti. Lei certamente conoscerà l’art. 8 succitato
e, sulla partecipazione popolare, si dice che i Comuni valorizzano le
libere forme associative e promuovono organismi di partecipazione
popolare all’amministrazione locale.
I rapporti di tali forme associative sono disciplinati dallo statuto.
Nel procedimento relativo all’adozione di atti che incidono su
situazioni giuridiche soggettive devono essere previste forme di
partecipazione degli interessati secondo le modalità stabilite dallo
statuto, nell’osservanza dei principi stabiliti dalla legge 7 agosto
1990, n. 241. Nello statuto devono essere previste forme di
consultazione della popolazione nonché procedure per l’ammissione di
istanze, petizioni e proposte di cittadini singoli o associati, dirette a
promuovere interventi per la migliore tutela di interessi collettivi e
devono essere, altresì, determinate le garanzie per il loro tempestivo
esame.
Possono essere anche previsti referendum su richiesta di un adeguato
numero di cittadini. Le consultazioni e i referendum di cui al presente
articolo devono riguardare materie di esclusiva competenza locale e non
possono avere luogo in coincidenza con operazioni elettorali
provinciali, comunali e circoscrizionali.
Lo statuto, ispirandosi ai principi di cui alla legge 8 marzo 1994,
n. 203, e al decreto legislativo 25 luglio 1999, n. 286, promuove forme
di partecipazione alla vita pubblica locale dei cittadini dell’Unione
Europea e degli stranieri regolarmente soggiornanti. Noi pensiamo che
ora bisogna pretendere che i Comuni inseriscano nei regolamenti e negli
statuti gli strumenti di attuazione dell’ art. 8:
- per promuovere le libere forme associative;
- per promuovere alla gestione del Comune la partecipazione diretta dei cittadini;
- prevedere le procedure per l’ammissione di proposte, petizioni e istanze da parte dei cittadini;
- consentire i controlli e l’accesso agli atti da parte dei cittadini
(sull'amianto alle ex poste avete scelto la strada illegale della
secretazione di documenti decisivi per la responsabilità dell'ente);
- prevedere regole per referendum consultivi, deliberativi, abrogativi;
- prevedere i tempi per le petizioni e le istanze, con sanzioni in caso di inadempimento.
Relativamente alla applicazione di tale art. 8 non ci sembra che il
nostro è fra quei comuni dove questo articolo è applicato. Lo statuto
infatti di San Giorgio del Sannio contiene tra le forme di
partecipazione popolare un riferimento all'istituto del difensore civico
(di nomina non popolare, ma espressione della maggioranza consiliare in
carica e come tale non garantistico e non super partes) e a quello del
referendum consultivo.
In relazione a quest'ultimo non ci risulta che l'Ente abbia ancora
adottato apposito Regolamento di attuazione e tuttavia esso appare
completamente snaturato nella sua finalità dal momento che, come si
legge dal successivo art.44 dello statuto, si escludono dalla potestà
referendaria materie come Piano Regolatore generale e strumenti
urbanistici attuativi, lo statuto comunale e regolamento del consiglio
comunale, le espropriazioni per pubblica utilità e tutti quegli oggetti
su cui siano già state assunte DELIBERE con conseguenti impegni
finanziari .
Riservandoci un'analisi compiuta dello statuto comunale (la legge 267
del 2000 stabilisce che il Comune deve dotarsi di regolamenti attuativi
degli organismi di partecipazione e se un Comune oggi, nel 2010, dopo
20 anni, non ha ancora il regolamento attuativo dei referendum, è
inadempiente tout court davanti alla legge e il cittadino può
denunciare gli amministratori alla magistratura!) e del drastico
ridimensionamento con esso perpetrato dei diritti di partecipazione
voluti dal legislatore, non possiamo non sorridere con amaro sarcasmo al
pleonastico e risibile fumo negli occhi gettato dall'attuale statuto
nel momento in cui sancisce che il Comune intende assicurare la
partecipazione di tutti i cittadini, come singoli o in forma associata,
alla "organizzazione sportiva" (sic!) del proprio territorio, ed i
diritti di partecipazione attiva attraverso "mostre, convegni, rassegne…
e pubbliche informazioni".
Pertanto la diffidiamo a prendere atto della sua inadempienza e a
rendere quanto prima conforme al dettato della legge e lo statuto con
relativi regolamenti attuativi e la libera esplicazione della democrazia
dal basso nel nostro paese. Auspichiamo anche che ci faccia pervenire
immediatamente la sua posizione a riguardo per consentirci, così, di
analizzare la situazione a livello locale onde poter procedere alla
mappatura della situazione della democrazia incompiuta anche a livello
nazionale.
Certi che collaborerà a questa nostra richiesta, restiamo in attesa di un Suo gradito riscontro e La salutiamo distintamente.»
Rosanna Carpentieri
Coordinatrice del Comitato Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia
Nessun commento:
Posta un commento