lunedì 1 settembre 2014

Mario Pepe, cronaca di un declino (delirio) irreversibile

Del tribuno-dittatore sangiorgese ne abbiamo piene le tasche, per non dire altro.
Incita a denunce e tesse elogi sull'autorevolezza della magistratura beneventana ma si guarda bene dallo sporgere lui stesso denuncia.

Sinora, nell'arco della sua veneranda età, non ne avrà fatto neppure una, a differenza di chi scrive...
Bella coerenza ! Ai limiti dell'inganno e perchè no , della demenza senile.
Quali saranno i reali motivi e i retroscena della rottura con altro illustre personaggio sangiorgese proprio dal Venerabile sostenuto alle scorse elezioni, ovvero l'attuale sindaco del feudo di San Giorgio del Sannio ?

Lo scopriremo...
Rosanna Carpentieri

Mario Pepe, cronaca di un declino irreversibile

di Teresa Ferragamo

mariopepe 

C‘è una cosa che è tipica di certi politici italiani: la resistenza all’oblio, quel sentimento di non rassegnazione che li assale quando le luci del proscenio stanno per spegnersi, quando la parabola della vita – anche di quella politica – va giù in picchiata. E’ come se ci fosse un diritto acquisito alla rilevanza politica, finché morte non sopraggiunga.
Così accade che Mario Pepe, ex democristiano, ex sindaco di San Giorgio Del Sannio, ex assessore regionale negli anni 90, ex deputato (per tre legislature), ex Ppi, ex Margherita, ex Pd, insomma ex tutto, viene riacciuffato, riportato a galla proprio mentre sta per affogare nel vasto mare dell’irrilevanza, ripescato perché dica la sua sulla nuova Provincia o meglio sul candidato presidente scelto – all’unanimità – dalla direzione del Partito democratico. 
Mentre non se lo fila più nessuno sul teatro politico e neppure sulla stampa locale, ecco riapparire il Venerabile che anziché rifiutare l’invito e dimostrare buon senso, lascia traboccare la lava della rabbia e della frustrazione.
Il vulcanico Mario Pepe esagera nel tentativo di travolgere Claudio Ricci, sindaco di San Giorgio Del Sannio, presidente in pectore della nuova Provincia. Che effetto fa la sua catilinaria? Onestamente? Onestamente, nessuno.
Perché? Perché dei Mario Pepe non importa più niente a nessuno. Semplicemente non fa più notizia cosa pensi dei processi politici in corso, con nuovi protagonisti che magari egli avversa, un ex tutto bocciato sonoramente alle ultime parlamentarie del Pd, quando contro tutti, in solitudine, tentò una riconferma in Parlamento. 
E quel che è peggio è che quando il verso per lui cambiò in peggio, tentò la riscossa politica aggrappandosi ad altri partiti: alle Politiche del 2013 non sostenne il Pd ma votò e invitò a votare l’Udc commissionando ai suoi pochi sodali perfino l’apertura di una sede del partito di Casini nella sua ex roccaforte, San Giorgio del Sannio.
Quando però anche da quelle parti le cose si misero male si sperticò in lodi a Monti; ma caduta in disgrazie Scelta Civica, alle ultime Europee è salito sull’ultima scialuppa di salvataggio rimasta a galla, Forza Italia.
Non proprio paradigma di buona politica, come da un ex preside di liceo ci saremmo aspettati.
Semmai un esempio di decadenza mal riuscita, una storia finita in cui si annidano i germi dell’antipolitica. 
Mario Pepe ha provato con tutte le sue residue energie a ribellarsi alla legge della democrazia, quella secondo cui prima o poi, quando il voto ti è ostile, bisogna passare il testimone.
Parlamentare non ci nasci, ci diventi grazie ai voti degli italiani e quando gli elettori non ne possono più non resta che accettare serenamente il ritorno a casa (che quasi mai è di 50 metri quadri servizi compresi). 
Dopo 50 anni trascorsi a vagare nelle stanze dei bottoni, senza che nessuno in questa provincia riesca a cogliere il segno di quel passaggio, a 73 anni suonati si potrebbe anche optare per una bella passeggiata – nipotini al seguito – lungo il sentiero del tramonto magari a godersi ( e non capita a molti) le tre ‘pensioni’ accumulate in tanti anni di vita professionale e politica. 
Quei rivoli di indignazione e collera, persino di acredine, nei confronti di un ex collega di partito e anche del Pd che pure gli ha dato migliaia di voti non si addicono a un ex parlamentare della Repubblica.
Bisognerebbe far capire a Mario Pepe – ma magari lo scoprirà da solo se ne avrà voglia – che la condizione di declino è irreversibile,  non resterebbe che dare ad essa magari un esito più conclusivo e più dignitoso.

Mario Pepe, esempio di trasformismo pataccaro

news_foto_301_mario_pepe 

Ora il tradimento è ufficiale. Da oggi Mario Pepe è ufficialmente un uomo di destra.
Insieme a dirigenti storici della destra sannita ha partecipato al summit  convocato per costruire l’alternativa a Claudio Ricci, come candidato presidente della Provincia.
Ma non deve essere stata una decisione ‘sofferta’, perché in fondo Pepe aveva da tempo manifestato la volontà di ‘ammazzare’ il Pd, sua casa politica fino alle scorse parlamentarie. L’ex deputato defenestrato dal popolo delle primarie del Partito democratico ha preso i voti del Pd, o per essere più precisi, del centrosinistra, fin quando ha potuto. Poi quando il sipario sulla sua carriera politica stava per calare – come è naturale accada a un certo punto del cammino – ha consumato il tradimento e si è consegnato alla destra pur di tentare di ritornare a galla.
Per come sono andate le cose, dovremmo arrivare a pensare che quei voti al popolo del centrosinistra, Mario Pepe, li abbia presi con la menzogna e l’imbroglio, se gli è stato tanto facile cambiar casacca solo perché la sua storia andava in un’altra direzione.
Ma la politica non è un mestiere, è passione, e i politici dovrebbero essere come lo yogurt: avere la scadenza.
Invece, Pepe è ossessionato dal potere, quello fine a se stesso, ovviamente, e cede un pugno di consiglieri comunali – tra questi il genero – al centrodestra per poter stare dentro un’elezione, quella per la nuova Provincia, che per Forza Italia e compagni è persa in partenza.
Pazienza. Anzi, meglio così. Senza di lui il Pd è più forte ma soprattutto più credibile tra la sua gente.
Tradire partito ed elettori non è una cosa bella, è roba da imbroglioni. E se fossimo in  loro non stapperemmo champagne. 
Immaginiamo come sia andata la riunione di oggi, tutti con amuleti alla mano o ben nascosti; o chi non è stato sufficientemente previdente tutto il tempo con le mani in tasca o pronto a toccar ferro.  Perché i traditori portano sfiga sempre, perché chi tradisce una volta tradirà sempre, e poi perché il loro cartello politico di destra per le Provinciali è già più di là che di qua per affari suoi.
Mario Pepe è uno avvezzo ad avvelenare i pozzi, pensa di essere il più furbo di tutti. La verità è che non ha ne mai azzeccata una (è arrivato perfino a sostenere Monti e poi Casini e ancora Mastella a distanza di sei mesi l’uno dall’altro).  
Meno male che non sono imminenti le urne, quelle vere, altrimenti la verità verrebbe a galla e gli elettori emetterebbero fulmini e saette. Che senso ha tirarsi dentro la barca già di per sé precaria un bollito come lui, in libera uscita, per imbastire un’operazione con poche chance di successo? Il sospetto è che venga utilizzato come l’ennesimo utile idiota (utile?) funzionale a un disegno anti-Pd.
Da Giuda in poi tradire il padre non ha mai portato bene. 
Pepe – lo sappiano i suoi nuovi amici – è solo animato da sete di potere; ogni sua azione è mossa da rancore e da narcisismo personale, da delirio di onnipotenza, da attaccamento alla poltrona qualunque questa possa essere
Nessuno sano di mente affiderebbe ideali, libertà e vite a uno capace di vendersi per briciole, che, per giunta, finiranno prestissimo.
L’antipolitica e il grillismo si nutrono proprio di questi cattivi esempi di trasformismo politico. In nome dell’occupazione ossessiva del potere  dimostra un’agibilità inattesa per l’età. Perfino Tarzan sarebbe invidioso di lui, i partiti di destra – una volta questo, un’altra quello – sono liane su cui aggrapparsi nella speranza di evitare il fatale tonfo.
Mario Pepe si è auto-eletto a simbolo della peggiore politica decadente, quella che tiene lontani i giovani dalle urne. Specializzato in salto della quaglia, campione di trasformismo, anche questa volta il suo tentativo di riemergere dalle ceneri sarà un flop.
Questo tradimento sarà l’ultima patacca che si porterà nella tomba. 
01 settembre 2014           Teresa Ferragamo

 



 

 

Tra comunismo nazionale e locale, aprite gli occhi ! Segnalazione editoriale-invito alla lettura alla Redazione di Agorà di Mario Pepe e al Sindaco Claudio Ricci

Negli ultimi ... 20 anni... la "sinistra" in Italia ha avuto un ruolo FONDAMENTALE ovvero quello di fare passare riforme inaccettabili che se fossero state portate avanti dalle destre avrebbero causato rivolte popolari .... Purtroppo ancora in molti, troppi continuano a non vedere come stanno le cose e a farsi infinocchiare dal leader della "sinistra" di turno....
Pochi giorni fa questo Comitato civico coordinato da Rosanna Carpentieri ha indirizzato una segnalazione editoriale provocatoria al sindaco piddino di San Giorgio del Sannio (BN) e al direttore del giornale locale Agorà che ha come Direttore l'ex parlamentare democristiano poi passato al PD, Mario Pepe che ora si riconosce nella veste di tribuno e pontefice contro la stessa giunta in carica che egli stesso propinò e sostenne qualche anno fa, ingannando tout court i sangiorgesi.
L'inganno purtroppo è connaturale alla sinistra italiana e al comunismo ed è questione semplice e complessa che va assolutamente capita e assunta come punto fermo.
La conseguenza sarebbe che è del tutto fuori posto e non consente di avanzare di un solo passo il mero "stupore degli italidioti" se un certo Renzie è peggio di Berlusconi nella privatizzazione dei beni pubblici, se un sindaco ha completamente privatizzato e soggiogato ad interessi privatistici-speculativi la politica e il mandato istituzionale, se il più illustre e longevo Comunista italiano,  Re Giorgio Napolitano -per la seconda volta consecutiva Presidente della ex Repubblica italiana- ha scritto nel lontano 1977 (molto prima dunque del 1992...) quello che poi sarebbe divenuto il diktat ossessivo e antidemocratico  della Troika e del governo sovranazionale europeo, contrario quest'ultimo alla nostra Costituzione ed in mano a lobbies e banksters, con prostituzione adorante a David (Rockfeller...) e al F.M.I. (!!!)

Aprite gli occhi !

Di seguito trascriviamo la lettera inviata al Sindaco Claudio Ricci e all'ex Onorevole Mario Pepe.
Nessun riscontro. A conferma della loro monocorde e sclerotica  miopia e refrattarietà alla verità dei fatti e al discorso serio.

Incidenter tantum,ma ha senso che un più volte ex sindaco sangiorgese e inconcusso burattinaio più o meno occulto della vita politico-amministrativa sangiorgese, lanci oggi una raccolta firme per "chiedere un parco-giochi su Viale Spinelli, valore stimato 4-6000 euro" ?  

Non saranno il narcisismo e le percezioni senili a distorcere la verità della storia e dei fatti.

AGLI ORGANI DI INFORMAZIONE-COMUNICATO STAMPA


Spett.le Redazione di Agora,

il nostro motto è: DOCUMENTI MOLTI,  "CHIACCHIERE" POCHISSIME ...........

BASTA LEGGERE PER CAPIRE MOLTE COSE !

E' uscito edito da Editori Riuniti l'ultima fatica, stavolta editoriale, del vostro Presidente della Repubblica Giorgio NAPOLITANO dal titolo: "PROPOSTA DI PROGETTO A MEDIO TERMINE".

Invitiamo la Redazione di Agorà e i suoi lettori a comprarlo e leggerlo (sarebbe ora...!).

Questo è il vero comunismo italiano !

Quello che, tra le altre cose,  rappresenta una svolta di primo ordine: la rottura del silenzio complice da parte de Il Comunista Italiano ultranovantenne.

http://www.ebay.it/itm/PROPOSTA-DI-PROGETTO-A-MEDIO-TERMINE-PCI-Comunismo-Politica-1977-Comitato-Storia-/300794994236

Passate parola anche all'esimio Direttore ex onorevole DC-PD Mario Pepe e al Sindaco Claudio Ricci di San Giorgio del Sannio (BN).

Affinchè...come dice -  in prima e in quarta di copertina - Re Giorgio Napolitano, sia suscitato "il più ampio e serrato dibattito tra le forze politiche e sociali "... (sarebbe ora...!).

Segnaliamo a pag. 122 l'immancabile (?) "inchino devoto" al F.M.I.

Grazie per la publicazione.

Saluti.




Rosanna Carpentieri
Coordinatrice del Comitato Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia


(di fatto, equivalente al "chiasso complice"...).


RENZI PEGGIO DI BERLUSCONI: BENI COMUNI QUOTATI IN BORSA
Renzi peggio di Berlusconi. Se quest’ultimo, non più tardi di due mesi dalla straordinaria vittoria referendaria sull’acqua del giugno 2011, aveva provato rimettere in campo l’obbligatorietà della privatizzazione dei servizi pubblici locali (bocciata l’anno successivo dalla Corte Costituzionale), Renzi con il “pacchetto 12” contenuto nello “Sblocca Italia” fa molto di più.
Questa volta non si parla “solo” di privatizzazione, bensì di obbligo alla quotazione in Borsa: entro un anno dall’entrata in vigore della legge, gli enti locali che gestiscono il trasporto pubblico locale o il servizio rifiuti dovranno collocare in Borsa o direttamente il 60%, oppure una quota ridotta, a patto che privatizzino la parte eccedente fino alla cessione del 49,9%.
Se non accetteranno il diktat, entro un anno dovranno mettere a gara la gestione dei servizi; se soccomberanno otterranno un prolungamento della concessione di ben 22 anni e 6 mesi!
Come già Berlusconi, anche Renzi si mette la foglia di fico di non nominare l’acqua fra i servizi da consegnare ai capitali finanziari; ma, a parte il fatto che il referendum non riguardava solo l’acqua, bensì tutti i servizi pubblici locali, è evidente l’effetto domino del provvedimento, sia sulle società multiutility che già oggi gestiscono più servizi (acqua compresa), sia su tutti gli enti locali che verrebbero inevitabilmente spinti a privatizzare tutto, anche per poter usufruire delle somme derivanti dalla cessione di quote, che il Governo pensa bene di sottrarre alle tenaglie del patto di stabilità.
Nel pieno della crisi sistemica, ecco dunque il cambio di verso dello scattante premier: non più l’obsoleta privatizzazione dei servizi pubblici locali, bensì la loro diretta consegna agli interessi dei grandi capitali finanziari, che da tempo attendono di poter avviare un nuovo ciclo di accumulazione, attraverso “mercati” redditizi e sicuri (si può vivere senza beni essenziali?) e gestiti in condizione di monopolio assoluto (per un solo territorio vi è un solo acquedotto, un solo servizio rifiuti).
Da queste norme, traspare in tutta evidenza l’idea non tanto dell’eliminazione del “pubblico” –quello è bene che rimanga, altrimenti chi potrebbe organizzare il controllo sociale autoritario delle comunità?- bensì della sua trasformazione da erogatore di servizi e garante di diritti, con un’eminente funzione pubblica e sociale, in veicolo per l’espansione della sfera d’influenza degli interessi finanziari sulla società.
Naturalmente, è ancora una volta la Cassa Depositi e Prestiti ad essere utilizzata per questo enorme disegno di espropriazione dei beni comuni: come già per la dismissione del patrimonio pubblico degli enti locali, è già allo studio un apposito fondo per finanziare anche la privatizzazione dei servizi pubblici locali.
Emerge, oggi più che mai, la necessità di una nuova, ampia e inclusiva mobilitazione sociale, che deve assumere la riappropriazione della funzione pubblica e sociale dell’ente locale come obiettivo di tutti i movimenti in lotta per l’acqua e i beni comuni, e di una nuova finanza pubblica e sociale, a partire dalla socializzazione di Cassa Depositi e Prestiti.
E, poiché il disegno di espropriazione dei servizi pubblici locali viene portato avanti con il pieno consenso dell'Anci, espresso a più riprese dal suo Presidente Piero Fassino, una domanda sorge spontanea: non è il momento per i molti Sindaci che ancora non hanno abdicato al proprio ruolo di primi garanti della democrazia di prossimità per le comunità locali, di iniziare a ragionare su un'aggregazione alternativa degli enti locali, fuori e contro un Anci al servizio dei poteri forti?

Leggete anche: http://sangiorgiodelsannio.blogspot.it/2014/06/emancipazione-dei-cittadini-sangiorgesi.html


sabato 23 agosto 2014

La sagra sangiorgese della salsiccia e le sagre della cuccagna. Il punto della situazione

L'ideatore ed organizzatore della Notte bianca sangiorgese, evento-vergogna 
della cittadina dal 2006 ad oggi.

notte14 

«Mancanza di sicurezza, scarsa igiene ed evasione fiscale connotano le sagre italiane.» Questo è l’allarme. 
Sagre e feste popolari sono eventi importanti, ma va garantito il rispetto delle fondamentali regole di sicurezza e di igiene e di fiscalità.

A lanciare il grido d'allarme sono anche il comitato sangiorgese Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia e le "pro loco" italiane. 
«Siamo seriamente preoccupati - dice a Labitalia Claudio Nardocci, presidente dell'Unione nazionale delle pro loco (Unpli) - per l'esplosione del numero di sagre senza controlli di sicurezza e igiene, organizzate da comitati improvvisati, veri e propri gruppi di rapina, che ha caratterizzato la scorsa stagione estiva e durante la quale, secondo gli ultimi rilevamenti, un italiano su due ha frequentato le tradizionali feste dei tanti campanili italiani. 
Dati alla mano - fa notare Claudio Nardocci - abbiamo calcolato circa 25 milioni di persone fra italiani e stranieri che ogni anno partecipano a sagre e manifestazioni analoghe. Tutte persone che però hanno il diritto di essere tutelate».

La Coldiretti stima in 350 milioni di euro il volume d'affari delle sagre, scaturito da circa 18 mila eventi sul territorio nazionale, pari a una media di 250 appuntamenti al giorno, cifra che sale a quasi mille nel periodo estivo.

Sagre e feste sono sicuramente momenti di ritrovo e svago per la pancia della collettività  ma, considerato che queste iniziative spesso si affiancano all’offerta garantita da bar e ristoranti dei quartieri e dei paesi, bisogna quanto meno mettere tutti sullo stesso piano, soprattutto sul fronte della sicurezza. 
Invece si crea troppe volte una concorrenza che diventa sleale, poiché si basa su una sostanziale differenza di trattamento tra chi fa questa attività per professione, e deve attenersi a regole molto severe, e chi lo fa per “volontariato”, pensando di essere esente da qualsiasi obbligo. 
In verità la sicurezza va garantita in tutti i casi. 
La necessità, anche in caso di spettacoli e intrattenimenti organizzati da circoli privati, di ottenere l’autorizzazione di agibilità, con parere della competente Commissione di Vigilanza. 
Quindi l’obbligo, a cui sono chiamati gli organizzatori di questi eventi, di predisporre uno specifico piano di emergenza. 
Ci sono poi spettacoli e intrattenimenti, per i quali, si ritiene opportuno prevedere l’obbligo del rilascio della licenza di cui all’articolo 68 del TUPLS e le necessarie verifiche della Commissione di vigilanza, visti i rischi potenziali per il pubblico in termini di sicurezza ed indipendentemente dalla presenza o meno di strutture destinate agli spettatori. 
Infine il capitolo “Prevenzione incendi”, la cui normativa in alcuni casi si può applicare anche a sagre e feste. 
Si tratta in sostanza di garantire gli stessi standard di sicurezza ad attività che per certi versi ricalcano quelle di un ristorante e di un bar. 

E se poi vogliamo affrontare la questione in tutte le sue sfaccettature dovremmo parlare anche di tassazione, perché è indubbio che i vantaggi riservati dal fisco a questi eventi stanno alla base del proliferare di feste organizzate dalle associazioni più indefinite e che in molti casi nulla hanno a che fare con la tradizione popolare e gastronomica del territorio. 
Insomma, troppe volte la festa diventa un modo per “fare cassa” in barba al fisco. Invece anche qui si dovrebbe intervenire con una norma specifica. Basti pensare che, secondo uno studio della Federazione pubblici esercizi nazionale, eliminando le esenzioni fiscali di cui beneficiano sagre, feste di partiti politici, circoli privati, circoli sportivi e quant’altro si recupererebbero le risorse sufficienti per evitare l’aumento periodico dell’Iva .
Come dire: togliendo un privilegio di pochi, ne avremmo un vantaggio tutti, senza disparità di trattamenti.

Perché alle sagre è permesso far lavorare minorenni, non avere indumenti idonei, non fare scontrini, mentre in un ristorante dobbiamo applicare ogni norma di legge? 
Domanda in cui vengono toccati punti importanti: il lavoro minorile, i costi del personale, gli orari di lavoro, tutti i vincoli sanitari, i problemi fiscali e di evasione e non ultima l’igiene.  
Se questi obblighi sono veramente necessari, come crediamo, devono essere imposti a tutti. Senza alcuna intermittenza o benevolenza. La legge deve essere uguale per tutti.

Invece, mentre di giorno gli italioti si spellano le mani sulle frasi pro o contro Silvio Berlusconi, fresco del titolo di “Pregiudicato”, inneggiando tutti, comunque, in favore alle manette ai polsi altrui, gli stessi italioti, appunto, la sera organizzano o partecipano ad insalubri ed illegali feste tradizionali e sagre gastronomiche di paese. A centinaia in tutta l’italica penisola sono presenti le fonti di tutte le illegalità.
Queste manifestazioni più che essere festa per i turisti, è una speculazione illegale per fare la festa ai turisti.
Non si ha nessuna fiducia sulla qualità delle pietanze servite in queste sagre vendute al prezzo del pranzo in un ristorante, o  appena qualcosa meno. 

E non si riesce nemmeno a vedere l’utilità di queste manifestazioni, spesso sfoggio delle amministrazioni, occasioni di sperpero consistente di danaro pubblico non certificato in alcun bilancio o documento contabile, passerella per le Pro Loco e più sì che no, turibolo di ogni nefandezza. 
E' proprio il caso della sagra della salsiccia di San Giorgio del Sannio, denominata "notte bianca" dall'ideatore Claudio Ricci, prima nel 2006 assessore della Giunta Nardone , ora sindaco con il beneplacito dell'ex parlamentare piddì Mario Pepe.


Con il termine tecnico di "feste temporanee"  si individuano tutti quei festeggiamenti, manifestazioni, fiere, sagre o simili,  organizzati da parte di associazioni varie, pro loco, comitati, ecc...in modo estemporaneo e saltuario, per un periodo breve (da alcune ore ad alcuni giorni) senza una sede fissa, in cui in genere si ha il culmine nella preparazione e somministrazione estemporanea di pasti più o meno ricchi.

Tali manifestazioni proprio per la loro occasionalità ed elevata promiscuità di cose e persone, rappresentano un potenziale rischio per la salute pubblica; il rischio può derivare dalla inosservanza delle più elementari norme igieniche: 
l’autorità sanitaria competente per territorio (il sindaco), avvalendosi della consulenza professionale del Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione dell’ASL, dovrebbe cercare di assicurare e pretendere degli standard minimi di accettabilità igienica da rispettare per il corretto svolgimento della manifestazione. 
Al fine di consentire tale garanzia ogni festa temporanea dovrebbe quindi essere autorizzata mediante la presentazione di alcuni documenti. 


Le attività di preparazione somministrazione di alimenti presenti nelle manifestazioni temporanee sono soggette a segnalazione certificata di inizio attività (SCIA) da inviare alla ASL competente  (anche in formato cartaceo) e per conoscenza al Comune dove si tiene la manifestazione, almeno 10 (dieci) giorni prima dell'inizio della stessa. 

Alla segnalazione (SCIA) occorre allegare copia della ricevuta del versamento attestante il pagamento dei diritti sanitari.  
La Segnalazione certificata dell'inizio attività per manifestazione temporanea (SCIA) da presentare all'ASL con il rispetto dei requisiti igienico sanitari previsti dalla Regione di riferimento al fine di garantire un elevato livello di tutela dei consumatori con riguardo alla sicurezza degli alimenti. 

Invece spesso e volentieri queste sagre non solo non sono autorizzate, ma non sono nemmeno comunicate. 

E, notate bene, per ovviare a questa discrepanza sindaci e comandanti dei vigili urbani si danno alla macchia, per non essere accusati di sapere e di non intervenire e quindi da considerare a tutti gli effetti, complici della illegalità.

La coordinatrice del comitato
Rosanna Carpentieri

mercoledì 18 giugno 2014

Emancipazione dei cittadini sangiorgesi e Sindaco Sovrano

Leggetevi il Manifesto del sindaco sovrano, avrete chiarissima l'inadeguatezza del nostro sindaco nell'amministrare il contingente e la sua sbalorditiva , godereccia e pericolosa miopia...Svegliatevi! Sarebbe ora concittadini ! E scrivete , e interloquite anche col vostro "tribuno della plebe" Mario Pepe, fatevi sentire, diteglielo che non abbiamo bisogno di lui che ormai è poco più di un pezzo di antiquariato ma, soprattutto, il responsabile maggiore dell'attuale degrado !
Dopo avere sostenuto la giunta Ricci, come quella Nardone, dopo essere stato per mezzo secolo il burattinaio della vita politico-amministrativa sangiorgese, ora invoca a suon di manifesti  la via giudiziaria ostentando a destra e manca l'autorevolezza della magistratura beneventana.
Ma quante denunce ha sinora avuto il coraggio di presentare e sporgere ?
Allora, chi deve prendere l'iniziativa?
Diffidate da chi oltre al bla bla bla supponente non offre l'umiltà e la coerenza dell'esempio.
Emancipatevi.


SINDACO SOVRANO e LIBERAZIONE 

L’Italia ha circa 8.100 Comuni, vera ricchezza di un Paese in cui le diversità sono patrimonio: un esercito di Sindaci a difesa della Casa Comune, l’ultimo baluardo delle istituzioni sul territorio, il primo riferimento per una liberazione-obiezione di coscienza.
Diventa urgente così che la figura del Sindaco debba essere intesa come quella di un Sindaco Sovrano.

MANIFESTO DEL SINDACO SOVRANO

1) Il Sindaco Sovrano opera per il Bene Comune, per il proprio territorio e per la propria cittadinanza, avendo come dovere istituzionale e civile quello di tutelare la dignità ed il benessere delle persone e delle famiglie residenti
2) Il Sindaco Sovrano assume, fermo restando la Costituzione Italiana e la Carta dei Diritti dell’Uomo, come riferimento ideale, etico e morale i seguenti punti insopprimibili: la Sacralità della Vita; la Centralità dell’Uomo; la Supremazia del Diritto naturale su Economia e Finanza; la Moneta come mera Misura del Valore
3) Il Sindaco Sovrano lavora, secondo legge e secondo coscienza, nel rispetto del punto 1, anche quando una legge nazionale o sovranazionale ne contrasti il contenuto e non dovesse permettere la salvaguardia del Bene Comune
4) In tutti i casi in cui si accerti che la dignità della persona e della famiglia venisse messa in discussione, il Sindaco Sovrano interviene per il ripristino di tale dignità e per l’applicazione di interventi di solidarietà adeguati, con tutti i mezzi e le azioni necessarie
5) In tutti i casi in cui si accerti che la sicurezza del proprio territorio (condizione di dissesto geologico, finanziario, ambientale, …) venisse messa in pericolo, il Sindaco Sovrano interviene in tutte le sedi opportune, ma innanzitutto con le leve a disposizione della Casa Comunale, per liberare, ovvero per reperire, le risorse sufficienti al ripristino della sicurezza necessaria
6) Il Sindaco Sovrano lavora per un progetto territoriale in cui cittadini, imprese, enti e casa comunale diventino a tutti gli effetti gli attori primi ed i referenti primi ed ultimi di un sistema virtuoso di produzione-consumo-sviluppo del territorio, che si vincoli a far rimanere nel proprio Comune, e nei Comuni con i quali si sia stabilito una cooperazione siffatta, la ricchezza ed il valore del proprio lavoro. A tal fine adotterà le soluzioni monetarie ed economiche a sostegno di tale progetto e prospettiva
7) Il Sindaco Sovrano adotta un sistema monetario-finanziario che istituisca associazione con i protagonisti territoriali (vedi punto 6) perché la Casa Comune diventi motore moltiplicativo di ricchezza, sviluppo, sostenibilità, solidarietà per il Bene Comune del proprio Territorio
8) Il Sindaco Sovrano adotta, in tutti i casi necessari alla tutela ed al rispetto dei punti precedenti, la disobbedienza, ovvero la Politica come Obiezione di Coscienza quale modello culturale, etico, politico di riferimento
9) Il Sindaco Sovrano, consapevole dei diritti e dei doveri inerenti alla sua carica di Sindaco, onora il proprio mandato per il compimento dei punti sopra esposti e dei punti di programma per i quali i cittadini gli hanno riconosciuto merito di governo; per il raggiungimento di entrambi è pronto ad esercitare Obiezione di Coscienza in tutti i casi in cui si rendesse necessario
10) Il Sindaco Sovrano opera al servizio della cittadinanza intera, e di ogni singolo cittadino, aldilà del voto espresso, dell’appartenenza politica, dell’ideologia, dell’estrazione sociale, della razza, della religione, nella consapevolezza che ogni cittadino, come sopra, ha il preciso dovere di lavorare ed operare per il Bene Comune e per il proprio Territorio, in sintonia con il proprio bene ed interesse


Per il Comitato Italiano Popolo Sovrano

Luigi De Giacomo e Rosanna Carpentieri

giovedì 29 maggio 2014

I parvenu della cultura giuridico-economica:perchè si sono "svegliati" solo dopo il 2010, quando i cittadini comuni ormai avevano capito da soli, e nel frattempo hanno ampiamente collaborato con quel sistema ?


Ho avuto la fortuna o forse la sfortuna, occupandomi da 15 anni di diritti umani, di avere a che fare con le istituzioni, i centri studio, le organizzazioni e le università, italiane e straniere, che lavorano su temi giuridici ed economici sin dai 24 anni.
Io sono una che, come si suol dire, ha combattuto il sistema "dal suo interno".
Sono ormai circa 6 anni che seguo le realtà no euro ed inizialmente ero entusiasta del fatto che comuni cittadini, con professionalità che nulla hanno a che fare con le materie giuridico-economiche, si applicassero nello studio e diffondessero dal basso questo sapere.
Dopo 6 anni, però, il risultato è il seguente: nessuna di queste realtà ha prodotto una risposta OPERATIVA ad una crisi drammatica che richiede di attivarsi concretamente con urgenza. 
Questi cittadini, che mai avevano fatto uno studio o una pubblicazione, né mai avevano parlato con professori universitari o politici, né tantomeno partecipato o relazionato ad un convegno, si sono narcisisticamente lasciati ammaliare dall'illusione che il semplice studiare e divulgare sia atto rivoluzionario, in una situazione di drammatica assenza di democrazia e conseguente rapida distruzione della nostra economia, come quella che viviamo.
E da anni si limitano a fare solo questo, con l'aggravante che adesso pendono dalle labbra, di potenti professori universitari che per 20 anni hanno partecipato ricevendone in cambio laute ricompense ed onori della nostra distruzione ed ora sono stati chiaramente inviati per mettersi a capo di questo dissenso e lasciarlo languire nell'inattività dei blablabla e di pubblicazioni che …vi pare che si aspettava gente che manco ha una laurea o esperienza professionale per dire certe cose? 
C'era già chi lo faceva dall'interno, ma veniva boicottato, ora ci volete provare voi? :-D
Per fare qualche nome, senza timore, perché mi dovrebbero spiegare come mai, dall'alto delle loro sopraffine conoscenze tecniche specialistiche si siano "svegliati" solo dopo il 2010, quando i cittadini comuni ormai avevano capito da soli, e nel frattempo abbiano ampiamente collaborato con quel sistema. 
E perché si limitino a vendere libri ed a farsi pagare per intervenire ai convegni, invece di lottare, come i doveri civici richiederebbero: Maria Rinaldi, Barra Caracciolo, Borghi, ma anche il simpatico Galloni ed il giovane Holden, Diego Fusaro, così coraggioso a parole, ma del tutto passivo nei fatti. Anzi quando parli loro della denuncia Libra, ve lo dico con chiarezza, sfuggono impauriti, forse perché mandati a posta per evitare proprio questo unico strumento davvero efficace, su cui già Barnard e 5 Stelle hanno cercato di depistare i cittadini, tramite la promozione della denuncia di Paola Musu, che sembra, ad un occhio un po' più tecnico, fatta a posta per essere archiviata (con tutti quegli allegati legislativi INUTILI, come se i giudici non disponessero dei Trattati e delle norme richiamate, è solo uno dei mille esempi del perché sorge tale legittimo sospetto, ma per chiunque voglia ulteriori dettagli, basta chiedere).
Voglio ricordare a questi prof ed ai loro seguaci, parvenu del sapere tecnico, che sapere e diffondere la conoscenza NON LI ESIME DAI DOVERI DI TUTTI I CITTADINI, come quello, sanzionato dal codice penale, di denunciare i delitti di cui fanno un gran parlare (art. 364 cp). 
Facile lanciare accuse a parole e poi mandare "alla guerra" gli altri, il Popolo "ignorante", come dicono … ma vi rendete conto di quanto siete codardi ed irresponsabili?
La risposta INGENUA, spero, dei loro ammiratori è che, magari, questi prof e ricchi consulenti pubblici combattevano il sistema "dall'interno".
Bene, dato che ho esperienza sulla mia pelle di cosa significhi davvero combattere dall'interno, vi rivelo che, mentre i suddetti ricoprivano  ricche e prestigiose cariche, c'erano persone che davvero combattevano e che per questo non hanno mai avuto i loro oggettivi successi, anzi vengono "perseguitati" nel loro lavoro. Ricercatori o assistenti che non diventeranno mai Professori, consulenti che vengono fatti fuori dopo qualche mese, persone ostracizzate per sempre dai posti di rilievo.
Io, per combattere il sistema dall'interno nel mio piccolo, ho cambiato lavoro circa ogni uno-due anni: il tempo per entrare, imparare il lavoro, capire le magagne, combatterle e, o essere sbattuto fuori con pretesti, o andartene tu, perché se resti dopo che hai capito come vanno le cose ed aver tentato inutilmente di cambiarle, sei COMPLICE.
La cosa non è stata facile, ha richiesto d'ingoiare ingiustizie, umiliazioni, la fatica di rimettersi a cercare lavoro, di lasciarne uno senza averne un altro, ma se stai lì per cambiare una goccia mentre l'oceano sta letteralmente annientando i diritti fondamentali, non venirmela a raccontare, stai solo pensando a salvarti il posto di lavoro.
Dopo 6 anni, cari colleghi di studio MMT, cari anti-euro, siete caduti nel cul de sac in cui volevano mettervi, non siete riusciti ad organizzare una realtà unitaria anti-euro, col risultato che chi ha queste conoscenze oggi o non vota, o vota partiti creati ad hoc dal sistema per ingabbiare il dissenso anti-europeista. 
Allora ditemi a cosa serve tutta questa conoscenza? Forse a sentirvi più fighi? Dato che magari nel vostro lavoro non ci siete riusciti?
Ma la cosa più grave che dovrà pesarvi per sempre sulla coscienza è che non vi siete uniti a quel Popolo che dite di voler salvare, anzi con la spocchia tipica dei peggiori finti intellettuali, avete motivato la cosa dicendo che è un "popolo ignorante". E neanche vi viene in mente che la funzione dell'intellettuale è proprio di stare accanto al Popolo, quando finalmente si ribella, affinché quella ribellione abbia un esito positivo, non manipolato e quanto più efficace possibile. Quel Popolo, ve lo dico perché io invece mi sono schierata con loro, non aspetta altro che dei tecnici ed intellettuali in buona fede, che spieghino la verità e che li aiutino. Magari all'inizio c'è un po' di resistenza, ma una volta che ti sei messo umilmente, come cittadino, prima come che come "colui che sa più degli altri", a combattere accanto a loro, sei uno di loro e sei riconosciuto per le tue competenze. Certo se pensavate che vi preparassero una cattedrina da cui fare i professorini,  e v'invitassero con tutti gli onori a dirigere la protesta, non avete capito che molto spesso le persone che non hanno studiato sono più intelligenti dei boriosi intellettuali. La chiave della conoscenza è l'umiltà, quindi chi pensa di sapere molto spesso è proprio colui che non sa.
Ma avete fatto anche di peggio, quando la vera denuncia  è nata: non solo non l'avete appoggiata, ma non l'avete fatto neanche quando con tale denuncia i cittadini sono riusciti ad aprire le indagini preliminari, cosa che nessuna denuncia, promossa da questo o quel personaggio famoso è mai riuscita a fare.
Molti non sapendo più come motivare questa colpevole omissione, hanno preso ad accusarmi di essere "antipatica". Specifico che ad ognuno di voi ho chiesto con tutta la gentilezza possibile di partecipare, ma che ad essere presa in giro non ci sto e certo non mi sto alle vostre false motivazioni e molto poco furbe fughe e sparizioni. La mia presunta "antipatia" è stata solo successiva e consequenziale alla vostra EVIDENTE MALA FEDE e convinzione di prendermi per i fondelli.
Ora con quello che ha tutta l'aria di essere un colpo di mano stanno cercando di chiudere le indagini, è la vostra ultima possibilità per attivarvi e SUBITO.
Sappiate che i vostri convegnucci, le vostre pubblicazioncine, fatevelo dire da chi queste cose le ha sempre fatte, sono solo il minimissimo indispensabile, nulla di veramente pericoloso per il potere, solo la base teorica da cui far partire l'azione. Mentre voi vi frusciate ai tavoli dei convegni, il sistema agisce indisturbato. Magari serviranno a gonfiare il vostro narcisismo, ma finchè non esiste una formazione politica o popolare unitaria che possa rappresentare concretamente quelle istanze e finché nessuno denuncia i crimini che voi "denunciate" solo a parole, al potere gli fate meno che il solletico. Anzi li fate proprio ridere.
E a questo punto siete altamente sospettabili di essere scesi a patti col sistema, per avere il vostro piccolo momento di notorietà. Infatti chi contro il sistema ha sempre combattuto sostiene la denuncia, o quantomeno ne diffonde la conoscenza (v. comedonchisciotte, vedi Gianni Lannes, ).
QUESTA DENUNCIA E' LA CARTINA AL TORNASOLE DEI FINTI ANTI-EURO e di chi invece tenta di fare coraggiosamente sul serio. Che sono pochi, singoli e perseguitati.
Se siete curiosi di cosa si potrebbe fare, pur  proseguendo liberamente le vostre culturali attività, contattatemi pure, ma mi viene davvero da ridere ormai a dirlo per l'ennesima volta.
Se ognuno di voi cura il proprio orticello e si fa la sua associazioncina, fate il loro gioco. Va bene il pluralismo, è un fattore positivo, ma solo se ci riprendiamo la democrazia.
Prima quindi occorre unirsi al fine di fermare chi ci sta distruggendo e ripristinare i diritti costituzionali: non si combatte una dittatura con i blablabla ed i convegni, per quanto giusti. 
Questo procedimento giudiziale, questa strategia di appoggio alla protesta popolare, che mira a fornire gli strumenti della Legge e della Comunicazione ai cittadini che si ribellano, potrebbe essere l'unica chance per farlo davvero.
In particolare serve da ora e nei prossimi mesi, fino all'udienza in cui il GIP deciderà se archiviare o far proseguire le indagini che i cittadini contrastino la manipolazione dei grandi media, con una informazione dal basso: servono avvocati e giornalisti, ma anche grafici e video-maker e cittadini che con costanza perseguano sul web e col volantinaggio tale obiettivo, affinché la magistratura senta che i cittadini controllano il suo operato. 
Se non ci riusciremo, non sarà certo una sconfitta nostra, ma di chi ci ha lasciato soli, nonostante i ripetuti appelli.
Con speranza di sbagliarmi e di scoprire la vostra buona fede.

Si legga anche: 

Se l'onestà è vostra, come mai adesso ignorate la sentenza della Corte Costituzionale ?

venerdì 16 maggio 2014

Chi indovina il premio con cui il nostro comitato fregerà il sindaco Ricci e la sua squadra di "amministratori" ?

COMITATO CITTADINI PER LA TRASPARENZA E LA DEMOCRAZIA

Al Sindaco di San Giorgio del Sannio
sign. Claudio RICCI


Lo scrivente Comitato civico Per la Trasparenza e la Democrazia ha già espresso (e lo fa quotidianamente) le proprie critiche e lusinghiere valutazioni sull'operato della nostra amministrazione Ricci.
Il Sindaco legga in proposito:

A SAN GIORGIO DEL SANNIO (nè fontane leggere, nè vespasiani) ma GIARDINI ALL’AMIANTO.RESPIRATE A PIENI POLMONI BAMBINI ED ANZIANI !

                                   



Il Comitato Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia di San Giorgio del Sannio lamenta la mancanza di bagni pubblici e fontane d’acqua potabile



Maggiori informazioni http://altravocedelsannio.webnode.it/news/il-comitato-cittadini-per-la-trasparenza-e-la-democrazia-di-san-giorgio-del-sannio-lamenta-la-mancanza-di-bagni-pubblici-e-fontane-dacqua-potabile/


San Giorgio del Sannio è questo ma anche altro, sussumibile nei concetti equivalenti di degrado e di illegalità: inottemperanza agli obblighi di legge sulle percentuali minime di raccolta differenziata (alias, fallimento della raccolta differenziata), edifici pubblici che nascono già obsoleti dal punto di vista e progettuale e energetico !!!!(vedi sede dell'A.s.l.), discariche di rifiuti a cielo aperto, appetiti famelici e devastanti nella zona ASI di San Giovanni, scuole fatiscenti prive di adeguati e sicuri piani di evacuazione, attentati al paesaggio come la squallida mattanza dei tigli storici di Viale Spinelli e Via dei Sanniti, etc. etc.etc.etc.

D'altronde, ecco come il Sindaco espleta (si fa per dire) il suo ruolo di guida della comunità sangiorgese ridotta ad uno stato comatoso-vegetativo...



Altri Comuni limitrofi se non sono all'avanguardia, di certo vivono il millennio in corso, con ben altra lungimiranza e, soprattutto, attenzione all'ecologia e ai servizi dei cittadini.

Calvi tra qualche giorno (17 maggio)  inaugurerà il distributore pubblico di latte fresco, ed ha già una bellissima fontana di acqua pubblica (oltre agli indispensabili bagni chimici, che il villaggio di San Giorgio omette di installare persino nella sua annuale e kitsch sagra della salsiccia, del kebab e dei bagordi!)

I cittadini del feudo sangiorgese asservito agli interessi speculativi della grande distribuzione del mercante Barletta quanto dovranno aspettare per avere distributori e punti di ristoro pubblici per i viandanti e i residenti ?
O un parco con tutte le attrezzature minime essenziali per picnic all'aperto e per fruire la natura, se la logica del profitto porta a selvagge edificazioni contra legem in zone destinate a parcheggio o verde pubblico dallo stesso Piano Regolatore ?
O il depuratore a Cesine finanziato con i fondi della Comunità Europea, avviato circa tre anni fa e poi abbandonato ? Perchè? Che fine hanno fatto quei soldi pubblici?
E che sorte hanno avuto i soldi per la bonifica dell'ex area a discarica a San Giovanni in cui sono in atto scarichi e scavi anomali ?

Gli attivisti del Comitato civico, tutto ciò premesso e considerato, 
hanno deciso di premiare
il Sindaco Claudio Ricci e la sua squadra di amministratori per l'inconcepibile degrado e arretratezza culturale e morale di cui sono "capaci" e con cui tengono in ostaggio la cittadina sangiorgese.

Lo faranno con svariate iniziative in fieri, ma prima fra tutte il conferimento di un pregiato monile al sindaco e agli assessori, che è un atto minimo e dovuto se in questo 
  paesotto dai mille disservizi, roccaforte del PD, terra di conquista di palazzinari e della criptomafia a livello politico-amministrativo, altro non è per la cittadinanza che un villaggio da terzo mondo.

UN ANELLO AL NASO !!!


Certi di farvi cosa gradita, avvertiamo che seguiranno circostanziate denunce alla magistratura ordinaria e alla Corte dei Conti.

La coordinatrice del Comitato
Rosanna Carpentieri

mercoledì 14 maggio 2014

Fallimento della raccolta differenziata e violazioni di legge. A San Giorgio (BN) mancano iniziative persino per ridurre la frazione organica ! Lettera aperta all'assessore Saccavino.

LETTERA APERTA ALL'ASSESSORE ALLA IGIENE URBANA, SACCAVINO
Comune francese  regala galline agli abitanti per
ridurre l'organico.A San Giorgio, il Comune omette di rispondere ai cittadini che non conferendo la frazione organica hanno chiesto a norma di legge un'equa riduzione della tariffa.
L'assessore Saccavino stavolta risponderà ?

Una nuova forma di gestione del rifiuto organico che può essere adottata ovunque , a Parigi sono in voga pollai da balcone: le galline ovaiole, al posto delle compostiere

Barsac è un paesino di 2.100 abitanti della Gironda e il suo sindaco ha avuto un’idea geniale per la riduzione dei rifiuti organici. Invece di dotare i suoi cittadini di compostiera, il sindaco, Philippe Meynard, ha donato una coppia di galline a circa 150 famiglie. Questa scelta nasce da un calcolo sulla riduzione dei rifiuti organici: in un anno ogni coppia di volatili utilizza circa 300 kg di rifiuti alimentari domestici (pane secco, scarti di frutta e verdura, etc…), produce 400 uova e 20 kg di pollina, ottimo concime per gli orti familiari.
Le famiglie che hanno ricevuto in dono  la coppia di galline si sono impegnate a tenerle per due anni, a curarle e a non introdurre galli nel loro pollaio. In cambio hanno ricevuto il permesso per vendere le uova in eccedenza al mercato locale creando una sorta di filiera informale cortissima.
L’idea è stata già copiata da diversi sindaci della zona e di altre aree rurali francesi. L’amministrazione comunale di Podensac, un altro paese della Gironda, ha calcolato che distribuendo 1.000 galline si eviterebbe lo smaltimento di 150 tonnellate di rifiuti alimentari con un risparmio per le casse comunali di 15.000€. 
In Italia ci sarà qualche sindaco che ha il coraggio di sfidare la cultura dominante della green economy affaristica e tecnologica? 
Ne dubitiamo fortemente. Almeno, di questo sindaco virtuoso e lungimirante non c'è neppure l'ombra a San Giorgio del Sannio (BN) ; qui, nè compostiere nè galline da balcone come avevamo suggerito. Ma vi è di più. Nel paese che annovera ben due zone a vocazione spiccatamente rurale (Cesine e San Giovanni) e detiene - vergognosamente- il primato del maggiore rifiuto organico prodotto in centro, da bar , ristoranti e utenze familiari,
il Comune da mesi omette di rispondere , violando la legge, a quei cittadini-nuclei familiari che hanno rappresentato di praticare l'autocompostaggio domestico e, quindi, di non avvalersi del servizio rifiuti per il conferimento della frazione organica dei rifiuti, chiedendo consequenzialmente una equa riduzione della relativa tariffa. A titolo esemplificativo, risalgono al lontano 29 ottobre 2013 (Prot. Comune nn. 19813 e 10814 ) delle istanze indirizzate all'Ufficio Tributi dell'Ente per la riduzione della TARSU a norma dell'art.17 del D.L. 201/2011 conv. in Legge.214/2011 e in conformità della Delibera Giunta Regione Campania n.384 del 31/07/2012. Ad oggi, ancora nessuna risposta da parte della sign.ra Chiavelli responsabile dell'Ufficio preposto, pertanto ci rivolgiamo pubblicamente all'assessore all'Igiene Urbana, Saccavino, diffidandolo ad un immediato riscontro. 
A quest'ultimo ci preme ricordare che non è con demenziali e costosi  manifesti oppure con i recenti slogan disinformativi ("la Tari sarà più leggera per i cittadini" ) che si prende atto e si provvede a livello sia politico che amministrativo in merito al conclamato fallimento della raccolta differenziata porta a porta nel nostro Comune !
In verità l'assessore più volte non ha saputo rispondere alla basilare quanto elementare domanda: "Assessore chi controlla la ditta L'Igiene Urbana s.r.l. ovvero il soggetto gestore del ciclo rifiuti urbani ?". 
Di conseguenza, l'assessore non ha saputo o voluto rispondere neppure in merito alla anomala preferenza della ditta nella raccolta della frazione indifferenziata, a discapito del multimateriale destinato al recupero e al riciclo, e lasciato per giorni e giorni non prelevato dinanzi alle residenze! 
In tutto questo c'è qualcosa che non ci torna, egregio assessore. 
Evidentemente la frazione differenziata e riciclabile non viene prelevata regolarmente perchè "non si sa che farsene" e ci risparmi per cortesia l'offesa alla nostra intelligenza col suo "girarci attorno".
Ciò fa tutt'uno col suo reiterato e assordante silenzio in merito ad altra nostra legittima istanza pubblica che reiteriamochiarire alla cittadinanza e una volta per tutte il CICLO DEI RIFIUTI ! Io -in uno col comitato civico che rappresento- esigo di sapere a quali discariche viene avviata la frazione non differenziata e con quali costi a carico della collettività, e a quali impianti di recupero viene conferita la scarna frazione differenziata riciclabile e con quale risparmio per la collettività.
E' con la trasparenza , l'informazione veritiera, la verifica tangibile dei risultati e il concreto risparmio in bolletta, non certo con risibili manifesti, che si raggiunge l'ottemperanza ad obblighi di legge (differenziare e riciclare sono obblighi di legge!) e la cittadinanza è messa nelle condizioni di valutare e toccare con mano la convenienza e virtuosità elementare della differenziazione dei rifiuti e il superamento culturale della nozione stessa di rifiuto, da concepirsi correttamente come "nuova materia". Il sistema sangiorgese dei rifiuti è estremamente opaco, assessore Saccavino ! 
Noi non vogliamo conoscere solo dati numerici, ma vogliamo che ci siano svelati TUTTI i dati che riguardano il recupero e lo smaltimento della materia conferita, cioè TUTTO IL CICLO DEI NOSTRI RIFIUTI: discariche, impiantistica, soggetti proprietari o aziende (pubbliche o private) che si occupano DOPO IL PRELIEVO dalle nostre residenze, del trattamento e dello smaltimento dei rifiuti.
I cittadini non sanno che farsene dei suoi manifesti e delle sue trovate demagogiche, vogliono garanzie certe e conoscenza , perchè -Le sia chiaro- non si fidano più delle cd. istituzioni, spesso e volentieri colluse con le eco-mafie e "inquinate" da interessi privati, "troppo privati".
In mancanza dei dovuti chiarimenti nel senso richiesto, chi toglierà ai cittadini sangiorgesi la sensazione che venga loro richiesto di partecipare ad una farsa, quella della differenziata, su cui è ora che indaghi la Corte dei Conti ?
Un'ultima  cosa assessore: come più volte denunciato pubblicamente, in via Cesine ci sono discariche abusive a cielo aperto.

Cosa dobbiamo fare ? Tenercele a vita? Improvvisarci struzzi ? Aspettare le sue dimissioni ?
Ci dica, grazie.

Rosanna Carpentieri
in proprio e in nome e per conto del Comitato Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia
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