Accolto il ricorso presentato dall’associazione Comuni (Anci) della Liguria, dell’Umbria, del Veneto e dell’Abruzzo contro il decreto
Articolo di Ottopagine del 26 dicembre 2014
Benevento –
E’ ancora presto per parlare di pericolo scampato, ma da ieri l’Imu sui terreni agricoli è meno probabile. Il Tar Lazio ha accolto il ricorso presentato dall’associazione Comuni (Anci) della Liguria, dell’Umbria, del Veneto e dell’Abruzzo contro il decreto interministeriale del 28 novembre che prevede l’assoggettamento a tassazione di tutti i centri ubicati ad altitudine inferiore ai 601 metri. Provvedimento che ha sollevato furenti polemiche nei confronti del Governo anche a causa dei criteri adottati per la scelta dei comuni da tassare.

Determinante è infatti la collocazione del municipio, spesso posto a valle rispetto alla gran parte dei terreni.
E proprio questa è stata tra le ragioni che hanno spinto il Tar centrale ad accogliere la richiesta di sospensiva del decreto. Il provvedimento secondo il tribunale amministrativo «determina eccezionale e grave pregiudizio derivante dalla assoluta incertezza dei criteri applicativi, con particolare riguardo a quello dell’altitudine, ben potendo essere assoggettato a imposizione un terreno posto a più di 600 metri in agro di comune collocato notevolmente al di sotto di tale altezza».
Il Tar ha inoltre eccepito irregolarità nel meccanismo compensativo studiato dal Governo per incamerare le risorse sottraendole da subito ai Comuni.
La camera di consiglio per la discussione nel merito si terrà il 21 gennaio.
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