venerdì 5 dicembre 2014

Cartelle pazze GOSAF.Intervenga il prefetto, il Comune di San Giorgio del Sannio è da sanzionare. Lo richiedono a gran voce i cittadini !

L'antefatto
Dalla padella alla brace, ovvero da Equitalia a Gosaf s.p.a.


Via da Equitalia: ecco i Comuni che hanno lasciato l’esattore nazionale

Il capoluogo e altri sei centri sanniti si sono rivolti alla caudina Gosaf


 – Lasciare Equitalia. Un must per molti enti locali che, probabilmente sull’onda di una virulenta campagna mediatica di contestazione, si adoperano per non servirsi più della società nazionale di riscossione dei tributi non pagati.
L’ultimo episodio in ordine di tempo riguarda uno dei principali paesi della provincia, San Giorgio del Sannio, dove il Consiglio comunale, su proposta della maggioranza, ha deliberato per la conclusione della collaborazione con Equitalia. Il consesso sangiorgese pare aver anche individuato già il successore dell’esattore per antonomasia. La scelta dovrebbe ricadere sulla «Gosaf spa», società nata proprio nel Sannio con sedi a Montesarchio e Sant’Agata de’ Goti. La Gosaf si è aggiudicata nella scorsa estate l’ammissione al bando per la fornitura dei servizi di riscossione forniti a prezzo calmierato attraverso l’Asmel, consorzio di enti locali che raggruppa migliaia di comuni in Italia. E proprio l’adesione all’Asmel recentemente varata dal Consiglio comunale di San Giorgio del Sannio lascia chiaramente trasparire la volontà dell’ente di avvalersi dei servizi di Gosaf.
L’importante Comune dell’hinterland cittadino, del resto, non è il primo nel Sannio a percorrere la stessa strada. 
L’approvazione del Decreto Sviluppo nel 2011 ha sancito l’obbligo per i Comuni di non rivolgersi più ad Equitalia per i servizi di recupero coattivo dei tributi. Un provvedimento nato, come dicevamo, sull’onda della cattiva nomea conquistata, più o meno a ragione, dall’agenzia di riscossione partecipata dall’Agenzia delle Entrate e dall’Inps. 
Ma l’applicazione della norma nata «a furor di popolo» si è rivelata più difficoltosa di quanto non si immaginasse. Molti enti infatti non sono ancora pronti al subentro di altri soggetti o alla gestione diretta dei servizi di recupero e così il Governo ha rinviato più e più volte l’entrata in vigore della norma. Adesso la scadenza è fissata al 1 gennaio 2015 ma non si possono escludere nuovi rinvii dati i precedenti.
Un contesto che ha portato molti enti a non considerare prioritaria la questione. 
Ciò malgrado non sono pochi nel Sannio i Comuni che hanno abbandonato Equitalia per passare con la società di riscossione caudina. 
Su tutti il Comune capoluogo, Benevento, che da qualche anno ha affidato alla Gosaf la riscossione coattiva e le imposte di pubblicità e affissione. Servizi in continuità con quelli assegnati ai precedenti gestori, ma ci si augura che l’esito sia differente alla luce di quanto accaduto con «Digep» e «Tributi Italia». 
Tra i Comuni che si avvalgono della Gosaf ci sono anche San Leucio del Sannio e Paolisi che sono coperti integralmente dalla società mentre per Durazzano si tratta di un affidamento parziale. 
Nell’ultimo anno hanno aderito altri tre municipi sanniti: Sant’Agata de’ GotiArpaiaPannarano. Non c’è stato dunque l’esodo di massa che la disposizione normativa lasciava immaginare ma un flusso costante di abbandoni per Equitalia. 
Con il gestore sannita, che complessivamente vanta 49 contratti con enti locali, sono passati anche i comuni avellinesi di Monteforte Irpino e Parolise. Molto numerosa anche la pattuglia casertana con, per fare alcuni esempi, San Prisco, Carinaro, Casapulla, Dragoni. Non mancano enti della provincia di Salerno (Fisciano, Caggiano) e di altre regioni. 

«Se i termini normativi fossero stati perentori – commentano dalla Gosaf – probabilmente avremmo avuto ancora più adesioni. Ma si tratta comunque di un numero considerevole».

LA GOSAF s.p.a. AL CENTRO DI UNA IMPORTANTE INCHIESTA GIUDIZIARIA

Da Sannio Informa del 21 ottobre 2014

E' durato più di un'ora l'interrogatorio di Vincenzo Piccoli, l'80enne proprietario della Gosaf spa, finito agli arresti domiciliari con l'accusa di peculato. Ieri l'imprenditore è stato ascoltato dal gip Palmieri, al Tribunale di Benevento e, difeso dai suoi legali D'Auria e Abbate, ha respinto tutte le accuse sostenendo di non essersi mai appropriato di somme di denaro in modo irregolare. Ora la parola passerà al Tribunale del Riesame di Napoli visto che i legali di Piccoli hanno chiesto la scarcerazione dai domiciliari per il loro assistito. Il provvedimento nei confronti del numero uno della società di riscossione che ha sede nel Sannio, è scattato lo scorso venerdì, eseguito dalle Fiamme Gialle di Caserta: Piccoli, residente a S.Agata de' Goti, è indagato per peculato: in precedenza i finanzieri avevano sequestrato preventivamente alla Gosaf, somme di denaro e beni per oltre un milione di euro, emessi dal locale Ufficio del giudice per le indagini preliminari.
Le indagini condotte dai finanzieri casertani sono proseguite considerato anche che la Gosaf effettua il servizio di riscossione per oltre 50 comuni italiani (molti di questi nel beneventano) tra Campania, Lazio, Molise, Basilicata e Calabria. 
Una vicenda che entrò nel vivo già nello scorso luglio, quando le Fiamme Gialle eseguirono un sequestro preventivo di circa 800mila euro nei confronti della Gosaf e dei suoi amministratori accusati di essersi appropriati indebitamente di una consistente parte delle somme riscosse per conto di alcuni comuni della provincia di Caserta (Arienzo, Francolise, Pietravairano e San Marcellino), per i quali la società svolgeva il servizio di riscossione dei tributi locali relativi alla Tarsu ed alla Tia, non versandole, come previsto dalla normativa regionale di settore, alla Provincia. 
Secondo gli inquirenti, le operazioni di riversamento all'Ente titolare delle somme incassate, erano utilizzate con conti correnti diversi da quelli serventi alla riscossione dei tributi citati. 
In questo modo l'amministratore ed il procuratore societario, secondo l'accusa, avevano potuto utilizzare le somme in maniera impropria versandole successivamente su conti correnti svincolati da qualsiasi controllo dei Comuni. "Dai controlli è emerso che la società di riscossione, nella persona di Piccoli, in qualità di tesoriere del Comune di Paolisi (Benevento), aveva disposto, dal conto corrente comunale su cui aveva delega ad operare, l'emissione di assegni circolari e di bonifici, per complessivi 1.053.414,01 euro, a favore della stessa Gosaf, senza alcuna giustificazione o causale, utilizzando un mutuo concesso dalla Cassa Depositi e Prestiti nell'ambito del "decreto sblocca debiti" (dl 35/2013) - per un'anticipazione di liquidità per il pagamento di debiti verso terzi. Peraltro, sul relativo ordinativo di incasso, veniva impropriamente indicata la destinazione "libera" di tali fondi che, in realtà, hanno una natura vincolata e dovevano servire al Comune per pagare i debiti certi, liquidi ed esigibili maturati fino al 31 dicembre 2012. In tale maniera, è stato possibile sottrarli alle casse dell'Ente per essere indebitamente accreditati sul conto corrente della società di riscossione e destinati ad altre finalità. 
Tra le varie operazioni rilevate sul conto corrente di tesoreria del comune sannita, l'emissione di assegni circolari, sempre a favore della Gosaf, per un importo complessivo pari a 207.200 euro, che, solo grazie all'immediato intervento dei finanzieri, venivano prontamente annullate mediante il sequestro dei titoli. 
Tenuto conto che le condotte appropriative sono reiterate e sono state poste in essere da parte di Piccoli mediante la società di riscossione e che, attraverso quest'ultima, l'indagato continuava ad avere la disponibilità di ingenti somme di denaro per conto di vari enti pubblici, il gip di Benevento ne ha disposto l'arresto ed ha ordinato il contestuale sequestro preventivo di tutti i beni aziendali, mobili ed immobili, materiali ed immateriali organizzati per l'esercizio dell'impresa e delle quote societarie, nonché del profitto del reato di peculato ai danni del Comune di Paolisi pari ad 1.053.414,01 euro. Per non pregiudicare ulteriormente la prosecuzione dell'attività aziendale, è stato nominato un amministratore giudiziario".
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Il presunto "malaffare" della Gosaf s.p.a. gestita sorprendentemente da un ottantenne riguarda anche il Comune di San Giorgio del Sannio.
Recentissima la notizia concernenti le "cartelle pazze" emesse dalla società di riscossione inquisita, per cui i cittadini - a prescindere dalle responsabilità della Gosaf, difesa a priori dal sindaco Ricci - chiedono a gran voce l'intervento del Prefetto e che il Comune di San Giorgio venga a norma di legge SANZIONATO ! 
Evidente, infatti, nella vicenda de qua la corresponsabilità dell'Ufficio Tecnico del Comune di San Giorgio del Sannio nel non aver coadiuvato e supportato l'Ufficio Tributi dello stesso Comune.
Desta comunque grande stupore e perplessità la "difesa d'ufficio" della Gosaf s.p.a. da parte del sindaco Claudio Ricci che risponde alle inchieste della Magistratura e alle preoccupazioni della opposizione consiliare con un "comunicato stampa" di tale tenore.


Come faccia il sindaco di San Giorgio del Sannio a sostenere: 
"Al momento per quanto è dato sapere la Gosaf è vittima e non protagonista di reati." -in tutta onestà - NON CI E' CONCESSO DI SAPERE !!!

Fatto sta che nella cittadina del Medio Calore la Gosaf s.p.a. è al centro di un'altra vergognosa vicenda: a tantissimi cittadini sarebbero state recapitate cartelle esattoriali, a dir poco, "pazze".


Da Ottopagine di oggi 05 dicembre 2014

“Cartelle pazze”, in fila per ore

In coda per pagare le bollette della Gosaf presso la casa municipale

Articolo di 


In coda dalle prime ore del mattino per pagare le “bollette pazze” della Gosaf: è quello che succede al comune di San Giorgio del Sannio dove ieri una lunga fila di cittadini si è incanalata davanti alla porta dell’ufficio tributi per avere chiarimenti sulle cartelle esattoriali della tarsu, la tassa sui rifiuti, che sta facendo penare molti contribuenti di San Giorgio del Sannio. 
La vicenda è nota: case, garage e capannoni registrati al catasto ma su cui, fino ad ora, la tassa sull’immondizia era stata pagata in base ad una semplice autocertificazione. 
Poi da novembre 2014 si è scoperto, improvvisamente che c’era una discrepanza fra la superfice imponibile e le somme pagate (proprio, n.d.r.) per la tassa sui rifiuti. 

Da qui la serie di accertamenti e cartelle esattoriali esorbitanti che si stanno abbattendo, in questi giorni, su molti cittadini di San Giorgio del Sannio. 
Nonostante la disponibilità, espressa durante il consiglio comunale dallo stesso assessore alle finanze e ai tributi, Felice Barricella a «trovare una soluzione in accordo coi contribuenti», il caso sembra tutt’altro che risolto: 
«Le più colpite sono le zone agricole situate fuori dal centro cittadino, come Cesine» – spiega un contribuente esasperato dalla situazione -«Per anni tanti garage, adibiti a depositi agricoli, come quelli di cui sono proprietario, non hanno mai pagato la tassa sull’immondizia basandosi su un’autocertificazione che non sapevamo neanche di dover presentare e, spesso, non abbiamo prodotto. 
Ora improvvisamente ci vengono chiesti gli arretrati dal 2009 . A me è arrivata un conto di 1.400 euro, al mio vicino addirittura di 1.600 euro e ad un altro 1.000 euro». 
Soprattutto nelle campagne, spiega l’uomo, per anni si sono costruiti e accatastati garage «per usarli come depositi agricoli ed ora ci si ritrova con queste “cartelle pazze” della Gosaf». 
La Gosaf è la società esterna a cui è stato affidato il compito di riscuotere i tributi, società da tempo al centro di un’inchiesta giudiziaria della procura di Benevento. 
«Ho accatastato i garage nel 2009»- spiega l’uomo «e nessuno mi ha detto nulla per sei anni e poi, all’improvviso, mi arriva questa stangata. 
Io voglio pagare il giusto ma la situazione doveva essere gestita meglio. 
Si sarebbe potuto risolvere la vicenda usando del personale interno al Comune, che è certamente disponibile, e soprattutto mediante un coordinamento fra ufficio tecnico ed ufficio tributi che in realtà non c’è stato affatto pur essendo presente, come so per certo, la disponibilità di molti impiegati comunali in tal senso». 
Insomma secondo l’uomo il problema è tutto politico e la gestione poco oculata della faccenda sembra «un modo per far cassa nel momento peggiore per i cittadini che dovranno pagare anche la raccomandata di cinque euro oltre alla mega stangata». 

(Un modo per fare cassa come al solito, oppure una manovra di rientro da "eventuali ammanchi"...in danno della comunità? Ieri l'altro la stampa locale titolava:"Opere pubbliche sospese per mancanza di risorse " !!! n.d.r.

Un errore che non può rimanere senza sanzioni, secondo l’opinione di questo cittadino che aggiunge:« dovrebbe intervenire il Prefetto per sanzionare il Comune che in questa vicenda, è evidente, ha sbagliato grossolanamente». - 

Il Comitato Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia chiede l'immediato intervento del Prefetto al quale rivolge istanza affinchè l'Ente sangiorgese sia sanzionato a norma di legge !


Infine, una domanda: perchè il Comune di San Giorgio del Sannio non rescinde il contratto con la Gosaf s.p.a. ?

La coordinatrice del comitato civico

Rosanna Carpentieri


lunedì 17 novembre 2014

Loculi ? No, grazie. Il Popolo degli alberi e dei giardini vuole a San Giorgio del Sannio ben Altro !

Al Sindaco del Comune di San Giorgio del Sannio

All'Ufficio Tecnico Comunale

Al CO.N.AL.PA.-Coordinamento Nazionale Alberi e Paesaggio

Si avvicina nella natura e nell'anima la stagione della festa arborea, la festa di quelle creature che sono l'unico vero rimedio contro il dissesto idrogeologico, di cui purtroppo in Italia, nel ventunesimo secolo si muore.
Mentre a Taranto si fa la festa dei fitofori o della Foresta che cammina per la piantumazione di nuovi alberi, a Pescara si organizza la festa dell'albero.
Satriano di Lucania nel Parco Nazionale dell’Appennino Lucano, gli uomini, da tempo immemore, si vestono da alberi per piantare nuovi alberi. L’origine della tradizione si è persa nel corso dei secoli. Impossibile e inutile scoprire chi per primo è diventato rumit, uomo vegetale, albero vagante.


Cose del genere per una cittadina delle foreste come la scrivente sono semplicemente IMPENSABILI a San Giorgio del Sannio (BN) dove il verde è solo un 'aspirazione onirica e dove si mutilano le chiome dei tigli secolari voluti sul viale e su via dei Sanniti da Napoleone Bonaparte! 
Sono anni che sostengo che invece anche in questo maledetto comune ogni nascituro deve poter avere il suo albero (come prevede una legge nazionale !
L'obbligo di piantare un albero per ogni neonato era già stato introdotto in Italia con una legge del 1992, a firma di Cossiga ed Andreotti. La legge n. 10 del 14 gennaio 2013 introduce alcune variazioni a quanto prescritto in precedenza come l'ottemperanza all'obbligo della piantumazione entro sei mesi dalla nascita. Ma , la legalità non è nelle attenzioni e negli obiettivi dell'Ente di San Giorgio del Sannio che troppo spesso la viola o la elude ignorandone con malafede la ratio!) e che si rivedano le politiche cimiteriali!
Le si rivedano nel senso che chi decide per la cremazione, abbia un luogo e un albero alle cui radici affidare le proprie ceneri ! 

Altro che loculi cimiteriali e relativo mercimonio da parte dell'Ufficio Tecnico del Comune, che spesso è sconfinato nell'illecito, come dimostrano denunce pubbliche e processi penali in corso.
Altro che Campi Elisi dissacrati da appetiti di profitto, da appalti e lavori artatamente non eseguiti a regola d'arte, da manufatti indecorosi, in grave stato di fatiscenza, pericolosi per la pubblica incolumità e offensivi della dignità imperitura di chi vi è deposto accanto, di cui, tuttavia, il Comune se ne frega altamente !  (A breve sarà pubblicato un video-dossier sullo stato a dir poco vergognoso del cimitero di Ginestra, simile ad un cantiere in stato di abbandono, circondato tra l'altro -e, contra legem - da "iper universi" e centri commerciali, volgari e seriali cattedrali del consumismo, del marketing ignaro di trionfi e valori, della pancia e del profitto sempre più spesso e sistematicamente, estorsivo della dignità umana...)

Meglio ancora sarebbe poter essere sepolti sotto un albero o, per essere più precisi, essere tumulati  nella nuda terra nella quale, presso ciascun defunto, poter far crescere un Albero. 

Premesso che la Legge 29 gennaio 1992, n. 113 prevede l'obbligo per il Comune di residenza di porre a dimora un albero per ogni neonato, a seguito della registrazione anagrafica; 
i Comuni, oltre alla messa a dimora delle piante, devono provvedere a comunicare alle famiglie il tipo di pianta loro assegnata ed il luogo esatto in cui essa è stata posta a dimora;
CHIEDO
AL SINDACO DI SAN GIORGIO DEL SANNIO:
dal 1992 ad oggi, dov'è nel Comune che amministra il sito dedicato al Bosco dei Neonati ? Ce lo può indicare ?

F.to Una discendente delle conifere,
Rosanna Carpentieri
che in proprio e quale coordinatrice del Comitato "Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia" nonchè in rappresentanza del "Popolo degli alberi e dei giardini di San Giorgio del Sannio"
CHIEDE espressamente 
al Coordinamento Nazionale per gli Alberi e il Paesaggio di essere sostenuta in questa iniziativa proposta all' Ente Territoriale di residenza.

domenica 12 ottobre 2014

Il nuovo depuratore e i dati incontrovertibili del fallimento dell'amministrazione responsabile del degrado cieco di San Giorgio del Sannio (BN)

L’amministrazione comunale Ricci , con una delibera di Giunta, ha approvato a partire dal primo agosto 2014 «l’entrata in funzione del nuovo sistema fognario depurativo con la messa in opera del nuovo impianto di depurazione di via Bosco Lucarelli e la graduale dismissione del vecchio impianto consortile di via Gianguariello». 
E’ stato, quindi, confermato che «dopo il periodo di avviamento e di stabilizzazione dell’intero sistema fognario depurativo comunale, il Comune di San Giorgio del Sannio non utilizzerà più l’impianto consortile di depurazione». Il provvedimento, in particolare, è stato attuato in considerazione della scelta dell’Ente di «usare un solo impianto di depurazione a servizio di tutto il paese, anche per ottimizzare i costi di gestione dell’intero sistema fognario – depurativo, in quanto il nuovo impianto sarà il ricettore finale di entrambi i versanti  del paese, individuati come Sud-Est (lato Gianguariello) e Nord-Ovest (lato via Bosco Lucarelli)».
Un progetto per il quale esprime eccessiva soddisfazione l’assessore delegato all’Ambiente, Giuseppe Saccavino, che evidenzia la possibilità grazie a questa iniziativa di estendere il servizio di depurazione all’intera cittadina. 
In primis, Saccavino ricorda come «tale iniziativa rientrasse tra i programmi del mandato elettorale dell’attuale amministrazione comunale». 
Quindi, il delegato all’Ambiente rileva: «E’ un risultato importante, che porterà in futuro anche la messa in funzione delle fognature realizzate in via Cesine. In quanto – anticipa Saccavino – con la messa in opera del nuovo depuratore potranno gradualmente essere allacciate e diventare funzionanti anche le fognature ubicate in via Cesine».
Purtroppo, però,  attraverso la medesima deliberazione, l’Ente ha contestualmente  incaricato il gestore del servizio idrico Alto Calore servizi di «inserire le addizionali depurazione a tutti gli utenti del servizio idrico a decorrere dal primo agosto sin dalla prossima fatturazione».  
Il deliberato dell’Esecutivo, sotto questo profilo, appare illegittimo in quanto si autorizza il prelievo coatto dell'Alto Calore, pur riconoscendo che l'allacciamento delle utenze al nuovo depuratore di Cesine avverrà gradualmente, quindi al momento non è effettivo ma è una eventualità futura che andrà verificata caso per caso nei fatti.
Il comitato pertanto invita gli utenti di Alto Calore s.p.a. a controllare le voci in  bolletta e a non pagare qualunque addizionale per presunti e fantomatici servizi di depurazione.
Viene prima il prelievo dell'Alto calore o vengono prima i cittadini che usufruiscono del servizio depuratore?

L'assessore Saccavino anzichè incensarsi ed autoelogiarsi per «l’operato dell’ufficio tecnico comunale» e per l'impegno (quale?) profuso dal governo cittadino, ed anche di quello precedente (=amministrazione Giorgio Nardone, peraltro sotto processo proprio per questioni legate al vecchio depuratore, quello di Gianguarriello, perché il depuratore non era in grado di assicurare un rendimento depurativo adeguato. Da analisi effettuate si  evinceva la persistenza di scarichi non conformi ai limiti di legge ! n.d.r.) bene avrebbe fatto a rilevare la clamorosa incongruenza .

Ma, evidentemente, l'amministrazione Ricci, quando si tratta di onerare i cittadini di vecchi e nuovi balzelli,  accantona la più elementare ragionevolezza e lucidità.

Questi sono i dati incontrovertibili dell'amministrazione mafio-clientelare di San Giorgio, al di fuori della più pallida nozione di civiltà e di legalità.

Il paese delle anomalie
Il depuratore che sarà dismesso 
Quale di queste opere ha realizzato il Comune di San Giorgio del Sannio ?
 
A parte il depuratore, nessuna ! Eppure parliamo della programmazione triennale 2003/2005 !
Cosa hanno fatto sinora in oltre dieci anni ? Aperitivi con Del Basso De Caro in casa Ricci, sagre della salsiccia, accordi illeciti con il Negriero, ristrutturazioni di patrimoni personali, tangenti, corruzione , ricatti ed estorsioni agli onesti,  denegando loro diritti...e poi ?

Leggete con attenzione anche i nominativi dei responsabili dei procedimenti ovvero del gotha dell'Ufficio Tecnico e gli importi stratosferici per l'esecuzione delle lavorazioni !

Grazie per l'attenzione.

La coordinatrice del comitato Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia

Rosanna Carpentieri

giovedì 9 ottobre 2014

Un'amministrazione che sacrifica ambiente, diritti e salute...in nome del cemento. Mobilitiamoci !

All'amministrazione di San Giorgio del Sannio possiamo muovere le stesse critiche da indirizzare al governo Renzi e al decreto cd. "sblocca Italia", fateci caso. 
Un doppio salto mortale all'indietro in cui in nome del cemento si può violare la legge e persino, calpestare DIRITTI.
I falsi ideologici in atti pubblici, le manipolazioni del PUC, lo stravolgimento delle destinazioni urbanistiche, l'aggressione e/o la mancata tutela della salute sono quasi nulla rispetto a ciò...
 

Allora, perchè non facciamo nulla?
 

Non a caso Giuseppe Dossetti avrebbe voluto che nella Costituzione ci fosse questo articolo: “La resistenza individuale e collettiva agli atti dei poteri pubblici che violino le libertà fondamentali e i diritti garantiti dalla presente Costituzione è diritto e dovere di ogni cittadino”. 

Si legga in proposito:

https://www.scribd.com/doc/242478729/Rottama-Italia-ecco-perche-il-cd-decreto-Sblocca-Italia-e-una-minaccia-per-la-democrazia-ed-il-futuro


IL COMUNE QUALE DESTINAZIONE INTENDE DARE ALL'AREA INCENDIATA DEL CLAN FAMILISTICO BARLETTA ?

Ma le bonifiche da diossine ed altri inquinanti prescritte dall'Arpac all'azienda New Distribution responsabile dell'inquinamento,  nel secondo Tavolo interistituzionale di ottobre 2009 sono state fatte?

Possiamo smentire ogni "carta fasulla" dovesse risultare a riguardo, con la compliità di chi ha obblighi di controllo e di esecuzione in danno : 

la ditta Barletta non ha fatto NULLA !





 N.B. Il capannone Barletta incendiatosi per cause sconosciute il 23 maggio 2009 era stato edificato contra legem e senza alcuna infrastruttura viaria e fognaria,  in una zona residenziale satura.

martedì 7 ottobre 2014

Dalla Svizzera una lettera aperta al ballerino saltimbanco Mario Pepe, defenestrato dal piddì : "Tu a chi appartieni?"


































"Pepe Rebus", immagine tratta dall'album su facebook: Le vergogne e le illegalità di San Giorgio del Sannio (BN)

Da dem24 del 02 ottobre 2014

Gennaro De Duonni ha lasciato San Giorgio Del Sannio 54 anni fa. Si unì a quelli che pensarono di trovare in Svizzera la terra promessa’, che peraltro, De Duonni trovò pure.
 A 75 anni si definisce un “diversamente giovane”; ha due figlie, di cui un italiano emigrato può andar fiero, perché una fa il medico, mentre l’altra è proprietaria di un albergo a Lugano.
Ma Gennaro non è stato soltanto un instancabile lavoratore italiano, tutto fabbrica, famiglia e risparmi, ma è riuscito a coltivare, nella neutrale Svizzera, la sua passione politica: è stato un dirigente importante del Pci, componente addirittura del Comitato centrale. Dava del tu a Pajetta (“Con lui ho avuto confronti aspri”) e conosceva anche Berlinguer. 
A San Giorgio Del Sannio, era l’avversario riconosciuto di un giovanissimo dirigente della Dci, Mario Pepe.  
Gennaro ha sempre seguito le cronache politiche del suo paese, con un’attenzione particolare alle evoluzioni e alle parabole di Pepe.
Ed è rimasto colpito dall’epilogo della carriera politica del suo illustre concittadino. Così dopo aver letto gli articoli di dem24.it sull’ex deputato del Pd finito a tifare, nelle ultime tornate elettorali compresa quella in corso per le Provinciali, per il centrodestra ha deciso di far recapitare a Mario Pepe – per il tramite di dem24 – una lettera aperta: 
“Egregio Mario Pepe
questa è la seconda lettera aperta che ti scrivo per riaffermare con più forza l’indignazione e lo sgomento per il tuo modo di fare il ballerino. 
Ma alla nostra età è più dignitoso starsene seduti; ci sono momenti della vita in cui fare uso della saggezza maturata con il vissuto è il modo di andarcene da questo mondo con dignità. 
Certo che pretendere dignità da chi ha tradito me e la buona fede di migliaia di persone è pretendere troppo, ma voglio pensare che almeno dai tuoi figli vorresti essere guardato come un padre lineare e coerente con dei principi che nel Pd sono solidarietà e abnegazione nei confronti dei più deboli.
Non voglio convincerti del mio credo, che l’eternità è il tempo in cui i nostri figli ci ricorderanno per l’esempio e la coerenza, non certo per i tradimenti e gli abusi.
Voglio ricordare una frase che mi disse Pajetta: “Ai figli non bisogna lasciare ricchezze, ma istruzione e dignità di vita”.
Sono stato molto attivo in politica e so che per emergere bisogna sacrificarsi molto, perché vuoi buttare alle ortiche tanti sacrifici?
Redimersi è possibile, basta umilmente riconoscere che il nostro tempo è passato, che il vero potere è quello che si dà senza chiedere. Lo diceva con più belle parole Einstein che a chi gli chiedeva la nazionalità rispondeva ‘appartengo alla razza umana’. 
Tu a chi appartieni?
I tradimenti escludono e non includono, non farti espellere da questa vita per cattiva moralità. 
Gennaro De Duonni“.



E forse, porta pure iella... di Teresa Ferragamo

Mario Pepe, politico ormai fallito che neppure il Porcellum è riuscito a salvare, dice: “Bene la candidatura di Fausto Pepe alle Regionali” e sono subito fischi.
Poi, prende fiato per due giorni  prima di prorompere di nuovo: “Sosterrò Giorgio Nista alla presidenza della Provincia”. Molto probabilmente, l’ex deputato non si è accorto di quello che accade sotto il suo naso. E sì che lui dovrebbe sapere bene che in politica ci vuole fiuto.
La sua furia, cattiva e arruffona, è arrivata all’acme. A un tale livello parossistico da far pensare che abbia raggiunto un punto di non ritorno.
Quello che sta accadendo è che il Pd è, di fatto, l’unico partito che possa in questa provincia vantare una proposta politica alta, condivisa e trasparente. Tutto il resto o non esiste o è solo fuffa.
Questi ex onore’ dei nostri stivali ci hanno, francamente, un po’ stancati. Anche perché dopo un lungo protagonismo senza costrutto durato 40 anni, vorremmo che la provincia di Benevento potesse voltare pagina.
Ma Mario Pepe, evidentemente, si sente escluso e prova a sentirsi vivo appostando endorsement a destra come a manca, sganciando un giorno sì e l’altro pure sberle al Pd, che è stato il suo partito prima del congedo finale alle ultime Parlamentarie, quando il popolo delle primarie bocciò il suo – solitario- tentativo di ritornare in Parlamento.
Parafrasando Marx, potremmo dire che, nel suo caso, la storia si ripete sempre due volte, la prima come tragedia e la seconda pure.
Perché a Mario Pepe non ne va bene una: per esempio, quando ha lisciato il pelo all’Udc, questo è quasi scomparso dal panorama nazionale; quando ci ha provato con Monti, dalle parti di Scelta civica si è scatenato l’inferno, l’ex Professore prestato alla politica si è liquefatto e i suoi seguaci si sono dati a gambe; quando, alle scorse Europee, ha votato e invitato a votare Clemente Mastella (sic!!! n.d.r.), il leader dell’ex Udeur, per la prima volta nella sua lunga carriera politica, non è riuscito a farsi eleggere.
Se fossimo scaramantici, cominceremmo a pensare che Mario Pepe porta iella.
Nel dubbio, però, i destinatari dei suoi endorsement estivi è meglio che girino con adeguati amuleti o con le mani in tasca. Insomma, è meglio che si tengano a debita distanza se non vogliono essere stritolati dalla morsa iettatrice di Pepe.
Quello di Pepe è solo lo sfogo di uno che ha già oltrepassato le colonne d’Ercole della crisi di nervi.
Il latrato di trionfo che ha emesso, pochi giorni fa, per la candidatura di Nista alle Provinciali ha sortito il primo effetto: intorno a una tavola bandita si è consumata la rivolta silenziosa di sindaci e amministratori di centrodestra, della valle Telesina e non solo, che hanno sbattuto le porte in faccia all’ex diessino al quale, in sostanza, hanno voluto dire “non sei dei nostri e non lo sarai mai”.
Ora immaginiamo che un agosto leggero e, dunque, banale faccia venir voglia di esternare a un ex di tutto con tre pensioni da godere, ma Mario Pepe, pancia e portafogli pieni, ci faccia il piacere di tenersi lontano dall’agone politico, perché qui ci sono cose serie di cui occuparsi, lo vuole la fredda logica della realtà.
Le astiosità di un’anziana compagnia di controcanto non servono e non interessano a nessuno. Pepe è solo un brontolone vendicativo che si ribella alla legge dell’oblio e dal quale oggi persone comuni non comprerebbero neppure un’auto usata per nessun motivo.
Pepe è solo un bullo avvizzito dall’età che non si rassegna alla perdita di potere, quello che – stando ai risultati – ha per 40 anni esercitato esclusivamente per se stesso.
Un ex deputato che si comporta come un teppistello da quattro soldi non fa paura a nessuno, né tantomeno può determinare processi politici che neppure capisce. Si comporta da ultras: un frustrato che per dimostrare di esistere è costretto a urlare, l’abuso della parole come risposta alla superiorità altrui.
Ma li conosciamo quelli come lui, abituati a scondinzolare dietro il primo che gli passa davanti per tentare di ritornare dove i cittadini non lo vogliono più vedere, in politica. E’ proprio a quella cialtroneria che i sanniti hanno detto basta quando lo hanno sbattuto fuori dalla competizione elettorale.
La sua fatwa contro il Pd è solo il segno di encefalogramma ormai piatto. 
Con quell’aspetto cupo da menagramo è meglio che stia lontano dal Pd.

domenica 5 ottobre 2014

Sondaggio sull'apparente immunità giudiziaria dell'amministrazione sangiorgese






    
http://it.99polls.com/poll_415294:1

Segnalazione editoriale-invito alla lettura alla Redazione di Agorà di Mario Pepe e ad Agorà News On Line di Giuseppe Parisi e al Sindaco Claudio Ricci

Da Agorà News On Line di Giuseppe Parisi
del 05 ottobre 2014


AGLI ORGANI DI INFORMAZIONE-

COMUNICATO STAMPA


AGLI ORGANI DI INFORMAZIONE-COMUNICATO STAMPA - Agorà News on Line

Segnalazione editoriale-invito alla lettura alla Redazione di Agorà di Mario Pepe e ad Agorà  News On Line di Giuseppe Parisi   e al Sindaco Claudio Ricci

Negli ultimi ... 20 anni... la "sinistra" in Italia ha avuto un ruolo FONDAMENTALE ovvero quello di fare passare riforme inaccettabili che se fossero state portate avanti dalle destre avrebbero causato rivolte popolari .... Purtroppo ancora in molti, troppi continuano a non vedere come stanno le cose e a farsi infinocchiare dal leader della "sinistra" di turno....
Pochi giorni fa questo Comitato civico coordinato da Rosanna Carpentieri ha indirizzato una segnalazione editoriale provocatoria al sindaco piddino di San Giorgio del Sannio (BN) e al direttore del giornale locale Agorà che ha come Direttore l'ex parlamentare democristiano poi passato al PD, Mario Pepe che ora si riconosce nella veste di tribuno e pontefice contro la stessa giunta in carica che egli stesso propinò e sostenne qualche anno fa, ingannando tout court i sangiorgesi.
L'inganno purtroppo è connaturale alla sinistra italiana e al comunismo ed è questione semplice e complessa che va assolutamente capita e assunta come punto fermo.
La conseguenza sarebbe che è del tutto fuori posto e non consente di avanzare di un solo passo il mero "stupore degli italidioti" se un certo Renzie è peggio di Berlusconi nella privatizzazione dei beni pubblici, se un sindaco ha completamente privatizzato e soggiogato ad interessi privatistici-speculativi la politica e il mandato istituzionale, se il più illustre e longevo Comunista italiano,  Re Giorgio Napolitano -per la seconda volta consecutiva Presidente della ex Repubblica italiana- ha scritto nel lontano 1977 (molto prima dunque del 1992...) quello che poi sarebbe divenuto il diktat ossessivo e antidemocratico  della Troika e del governo sovranazionale europeo, contrario quest'ultimo alla nostra Costituzione ed in mano a lobbies e banksters, con prostituzione adorante a David (Rockfeller...) e al F.M.I. (!!!)

Aprite gli occhi !

Di seguito trascriviamo la lettera inviata al Sindaco Claudio Ricci e all'ex Onorevole Mario Pepe.
Nessun riscontro. A conferma della loro monocorde e sclerotica  miopia e refrattarietà alla verità dei fatti e al discorso serio.

Incidenter tantum,ma ha senso che un più volte ex sindaco sangiorgese e inconcusso burattinaio più o meno occulto della vita politico-amministrativa sangiorgese, lanci oggi una raccolta firme per "chiedere un parco-giochi su Viale Spinelli, valore stimato 4-6000 euro" ?  

Spett.le Redazione di Agora,

il nostro motto è: DOCUMENTI MOLTI,  "CHIACCHIERE" POCHISSIME ...........

BASTA LEGGERE PER CAPIRE MOLTE COSE !

E' uscito edito da Editori Riuniti l'ultima fatica, stavolta editoriale, del vostro Presidente della Repubblica Giorgio NAPOLITANO dal titolo: "PROPOSTA DI PROGETTO A MEDIO TERMINE".

Invitiamo la Redazione di Agorà e i suoi lettori a comprarlo e leggerlo (sarebbe ora...!).

Questo è il vero comunismo italiano !

Quello che, tra le altre cose,  rappresenta una svolta di primo ordine: la rottura del silenzio complice da parte de Il Comunista Italiano ultranovantenne.
http://www.ebay.it/itm/PROPOSTA-DI-PROGETTO-A-MEDIO-TERMINE-PCI-Comunismo-Politica-1977-Comitato-Storia-/300794994236

Passate parola anche all'esimio Direttore ex onorevole DC-PD Mario Pepe e al Sindaco Claudio Ricci di San Giorgio del Sannio (BN).

Affinchè...come dice -  in prima e in quarta di copertina - Re Giorgio Napolitano, sia suscitato "il più ampio e serrato dibattito tra le forze politiche e sociali "... (sarebbe ora...!).

Segnaliamo a pag. 122 l'immancabile (?) "inchino devoto" al F.M.I.

Grazie per la publicazione.

Saluti.


Rosanna Carpentieri
Coordinatrice del Comitato Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia

(di fatto, equivalente al "chiasso complice"...).

RENZI PEGGIO DI BERLUSCONI: BENI COMUNI QUOTATI IN BORSA
Renzi peggio di Berlusconi. Se quest’ultimo, non più tardi di due mesi dalla straordinaria vittoria referendaria sull’acqua del giugno 2011, aveva provato rimettere in campo l’obbligatorietà della privatizzazione dei servizi pubblici locali (bocciata l’anno successivo dalla Corte Costituzionale),Renzi con il “pacchetto 12” contenuto nello “Sblocca Italia” fa molto di più.
Questa volta non si parla “solo” di privatizzazione, bensì di obbligo alla quotazione in Borsa: entro un anno dall’entrata in vigore della legge, gli enti locali che gestiscono il trasporto pubblico locale o il servizio rifiuti dovranno collocare in Borsa o direttamente il 60%, oppure una quota ridotta, a patto che privatizzino la parte eccedente fino alla cessione del 49,9%.
Se non accetteranno il diktat, entro un anno dovranno mettere a gara la gestione dei servizi; se soccomberanno otterranno un prolungamento della concessione di ben 22 anni e 6 mesi!
Come già Berlusconi, anche Renzi si mette la foglia di fico di non nominare l’acqua fra i servizi da consegnare ai capitali finanziari; ma, a parte il fatto che il referendum non riguardava solo l’acqua, bensì tutti i servizi pubblici locali, è evidente l’effetto domino del provvedimento, sia sulle società multiutility che già oggi gestiscono più servizi (acqua compresa), sia su tutti gli enti locali che verrebbero inevitabilmente spinti a privatizzare tutto, anche per poter usufruire delle somme derivanti dalla cessione di quote, che il Governo pensa bene di sottrarre alle tenaglie del patto di stabilità.
Nel pieno della crisi sistemica, ecco dunque il cambio di verso dello scattante premiernon più l’obsoleta privatizzazione dei servizi pubblici locali, bensì la loro diretta consegna agli interessi dei grandi capitali finanziari, che da tempo attendono di poter avviare un nuovo ciclo di accumulazione, attraverso “mercati” redditizi e sicuri (si può vivere senza beni essenziali?) e gestiti in condizione di monopolio assoluto (per un solo territorio vi è un solo acquedotto, un solo servizio rifiuti).
Da queste norme, traspare in tutta evidenza l’idea non tanto dell’eliminazione del “pubblico” –quello è bene che rimanga, altrimenti chi potrebbe organizzare il controllo sociale autoritario delle comunità?- bensì della sua trasformazione da erogatore di servizi e garante di diritti, con un’eminente funzione pubblica e sociale, in veicolo per l’espansione della sfera d’influenza degli interessi finanziari sulla società.
Naturalmente, è ancora una volta la Cassa Depositi e Prestiti ad essere utilizzata per questo enorme disegno di espropriazione dei beni comuni: come già per la dismissione del patrimonio pubblico degli enti locali, è già allo studio un apposito fondo per finanziare anche la privatizzazione dei servizi pubblici locali.
Emerge, oggi più che mai, la necessità di una nuova, ampia e inclusiva mobilitazione sociale, che deve assumere la riappropriazione della funzione pubblica e sociale dell’ente locale come obiettivo di tutti i movimenti in lotta per l’acqua e i beni comuni, e di una nuova finanza pubblica e sociale, a partire dalla socializzazione di Cassa Depositi e Prestiti.
E, poiché il disegno di espropriazione dei servizi pubblici locali viene portato avanti con il pieno consenso dell'Anci, espresso a più riprese dal suo Presidente Piero Fassino, una domanda sorge spontanea: non è il momento per i molti Sindaci che ancora non hanno abdicato al proprio ruolo diprimi garanti della democrazia di prossimità per le comunità locali, di iniziare a ragionare su un'aggregazione alternativa degli enti locali, fuori e contro un Anci al servizio dei poteri forti?

Leggete anche: http://sangiorgiodelsannio.blogspot.it/2014/06/emancipazione-dei-cittadini-sangiorgesi.html


Non saranno il narcisismo e le percezioni senili a distorcere la verità della storia e dei fatti. 


Nota.
AGORA' NEWS ON LINE è un giornale dove troverete solo notizie che difficilmente potrete leggere in altri giornali. Non abbiamo bavagli, ne paura di denunciare quello che scopriamo nel nostro cammino. Saremo vicini a quanti non hanno voce, ma che con noi troveranno il modo di fa conoscere le loro storie. Agorà news on line è legato a INFORMASICILIA- Giornale on line e cartaceo che segue soprattutto le notizie dell'isola, ma non disdegna di parlare di politica nazionale.
Ci auguriamo solo di apportare una ventata nuova e fresca per verità che i mass media nascondono e vi auguriamo buona lettura
Emanuela Rocca

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