mercoledì 5 agosto 2015

Ecco due dei ministri del Governo Fonzie che confermano il peggio della politica: nepotismo, clientarismo e totale sottomissione ai poteri finanziari globali!

Mica li avete dimenticati ? 
Ecco due dei ministri del Governo Fonzie che confermano il peggio della politica: nepotismo, clientarismo e totale sottomissione ai poteri finanziari globali!
La Madia ministro? Vergogna!
«Altro che rottamazione: l'era Renzi inizia all'insegna del riciclo dei rottami, nella miglior tradizione democristiana.» 
Alle elezioni del 2008, Walter Veltroni usa le prerogative del porcellum per candidare capolista alla Camera per il Pd nella XV circoscrizione del Lazio la sconosciuta ventisettenne Marianna Madia. Alla conferenza stampa di presentazione, agli attoniti giornalisti la signorina dichiara gigionescamente di "portare in dote la propria inesperienza".
In realtà è una raccomandata di ferro, con un pedigree lungo come il catalogo del Don Giovanni. È pronipote di Titta Madia, deputato del Regno con Mussolini, e della Repubblica con Almirante. È figlia di un amico di Veltroni, giornalista Rai e attore. È fidanzata del figlio di Giorgio Napolitano. È stagista al centro studi Ariel di Enrico Letta. La sua candidatura è dunque espressione del più antico e squallido nepotismo, mascherato da novità giovanilista e femminista. E fa scandalo per il favoritismo, come dovrebbe.
In parlamento la Madia brilla come una delle 22 stelle del Pd che non partecipano, con assenze ingiustificate, al voto sullo scudo fiscale proposto da Berlusconi, che passa per 20 voti: dunque, è direttamente responsabile per la mancata caduta del governo, che aveva posto la fiducia sul decreto legge. Di nuovo fa scandalo, questa volta per l'assenteismo. La sua scusa: stava andando in Brasile per una visita medica, come una qualunque figlia di papà.
Invece di essere cacciata a pedate, viene ripresentata col porcellum anche alle elezioni del 2013. Ma poi arriva il grande Rottamatore, e la sua sorte dovrebbe essere segnata. Invece, entra nella segreteria del partito dopo l'elezione a segretario di Renzi, e ora viene addirittura catapultata da lui nel suo governo: ministra della Semplificazione, ovviamente, visto che più semplice la vita per lei non avrebbe potuto essere. Altro che rottamazione: l'era Renzi inizia all'insegna del riciclo dei rottami, nella miglior tradizione democristiana.
La riciclata ora rispolvererà l'argomento che aveva già usato fin dalla sua prima discesa paracadutata in campo: "Non preoccupatevi di come sono arrivata qui, giudicatemi per cosa farò". Ottimo argomento, lo stesso usato dal riciclatore che dice: "Non preoccupatevi di come ho ottenuto i miei capitali, giudicatemi per come li investo". Se qualcuno ancora sperava di liberarsi dai rottami e dai riciclatori, è servito. L'Italia, nel frattempo, continui ad arrangiarsi.
E Padoan ?

«La riforma Fornero è stato un passo importante per la risoluzione dei problemi dell'Italia»,
dichiarò un anno fa il neo ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan. Ex dirigente del Fondo monetario internazionale, ex consulente della Bce ed ex vice segretario dell'Ocse, Padoan è di casa tra i potenti del mondo.
Scelto personalmente dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e osannato dai grandi media italiani, il neo ministro non è stimato da tutti gli economisti, soprattutto da quelli non liberisti. Sentite cosa scrisse di lui sul "New York Times" il premio Nobel per l'economia Paul Krugman:
«Certe volte gli economisti che ricoprono incarichi ufficiali danno cattivi consigli; altre volte danno consigli ancor peggiori; altre volte ancora lavorano all'Ocse».
A cosa si riferiva Krugman? Padoan è stato l'uomo che ha gestito per conto del Fondo monetario internazionale la crisi argentina. Nel 2001, Buenos Aires fu costretta a dichiarare fallimento dopo che le politiche liberiste e monetariste imposte dal Fmi (quindi, suggerite da Padoan) distrussero il tessuto sociale del Paese. In quegli anni il neo ministro si occupò anche di Grecia e Portogallo. Krugman scrisse in un altro articolo che furono proprio le ricette economiche «suggerite da Padoan a favorire la successiva crisi economica nei due Paesi».
Ecco cosa dichiarò Padoan a proposito della crisi greca:
«La Grecia si deve aiutare da sola, a noi spetta controllare che lo faccia e concederle il tempo necessario. La Grecia deve riformarsi, nell'amministrazione pubblica e nel lavoro».
In altre parole, Atene avrebbe dovuto rendere il lavoro molto più flessibile, alleggerendo (licenziando) la macchina della pubblica amministrazione.
Nel marzo del 2013, quando la Grecia era sull'orlo del collasso, l'allora numero due dell'Ocse suggerì più esplicitamente:
«C'è necessità che il governo greco adotti una disciplina di bilancio rigorosa e di un continuo sforzo di risanamento dei conti pubblici, condizioni preventive per il varo di misure a sostegno dello sviluppo»
.

Commento: Ma non è meglio abolire il Parlamento?

Tanto, non è più alcuna garanzia di democrazia e la rappresentatività. il mandato rappresentativo va rivisto dalla base. Meglio masse referendarie pensanti e decidenti con i nuovi strumenti digitali.(Lasciamo perdere i grilloidi che non hanno combinato nulla di buono con i loro duci, capi e capetti...I grilleggi sisono schiaffati in parlamento ripetendo il logos del domimio rappresentativo sotto mentite spoglie di democrazia digitale che tale non è. Il  dominio rappresentativo è ridotto ad un logos che assomiglia più a mythos...facciamola finita! Eliminiamo il Parlamento !)
Rosanna Carpentieri

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