Intervento a dir poco vergognoso quello del comitato H20 di San Giorgio del Sannio su BMagazine del 14 gennaio, se non fosse per il tono semiserio dell'articolo che smorza un pò l'amarezza della realtà.
Per la verità i due signori del comitato Ruggiero e Frusciante (Emilio l'informatico...) hanno agito di testa propria, senza consultare nessuno degli aderenti al comitato, per "vendere" un trastullo informatico di comodo, utile all'inventore, all'alto calore e a chi -oltre ogni decenza- ed oltre ogni ruolo istituzionale fiancheggia quest'ultimo, non certo a chi non intende più mettere in conto alcun altro disservizio da parte del gestore del servizio idrico e farsi scorte di acqua alla solita emergenza!
Ciò intacca gravemente la democrazia interna del comitato di cui si sentono "padroni" questi due signori che hanno invece una carica rappresentativa, revocabile ad nutum.
Ciò intacca gravemente la democrazia interna del comitato di cui si sentono "padroni" questi due signori che hanno invece una carica rappresentativa, revocabile ad nutum.
Se non si dovessero immediatamente dimettere, come auspichiamo , temiamo che resteranno solo loro due , l'alto calore e le falle comunicative; gli altri utenti abbandoneranno il comitato per alto tradimento del suo spirito interno e dell'impostazione di interlocutore duro e combattivo a cospetto del gestore del servizio idrico e - diciamolo subito- dello stesso Comune di San Giorgio del Sannio !
Ben altro era stato concordato tra gli aderenti il comitato, non certo queste trovate informatiche "per addolcire gli animi già a ragione esacerbati" e che non risolvono il problema terzomondista delle continue interruzioni di pubblico servizio.
Vorrà dire che un altro direttivo liberamente eletto si farà carico delle istanze della base che, al momento, sono orientate a far valere nei confronti di Alto Calore s.p.a. la forza contrattuale dell'utenza, lasciata sempre più spesso a secco senza preavviso per giorni e giorni, non pagando -in quanto a fronte di tanto inadempimento contrattuale, non dovute- le bollette dell'acqua.
I tempi della tolleranza e dei sacrifici sono finiti, là dove abbiamo compreso che essi stessi sono strumentalmente e abusivamente usati per fare cassa e rendere "normale" un disservizio che di "normale" ha poco o nulla !
Vorrà dire che un altro direttivo liberamente eletto si farà carico delle istanze della base che, al momento, sono orientate a far valere nei confronti di Alto Calore s.p.a. la forza contrattuale dell'utenza, lasciata sempre più spesso a secco senza preavviso per giorni e giorni, non pagando -in quanto a fronte di tanto inadempimento contrattuale, non dovute- le bollette dell'acqua.
I tempi della tolleranza e dei sacrifici sono finiti, là dove abbiamo compreso che essi stessi sono strumentalmente e abusivamente usati per fare cassa e rendere "normale" un disservizio che di "normale" ha poco o nulla !
Rosanna Carpentieri
Comitato Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia
Comitato Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia
Qui l'articolo uscito su Benevento Magazine:
Scritto da Alessandro Paolo Lombardo
Lo stato dell’acquedotto sembrerebbe rappresentare appieno i problemi dell’“Alto Calore”, che deve fronteggiare perdite diffuse a valle, le solite dispersioni dovute alla gestione "politica" all’italiana, e blocchi a monte imputati alla Regione che, quando si tratta di entroterra, con leggerezza “chiude i rubinetti”... Intanto un comitato civico propone un'app per migliorare il rapporto tra la società dell'acqua e i cittadini
A San Giorgio del Sannio sono in molti a ricordare la puntuale mancanza di acqua ed elettricità durante le nevicate dei tempi andati, e la pratica di sciogliere la neve sui fornelli per lavarsi. Ciononostante l’inizio “a secco” del 2015 è risultato intollerabile ai più: tra il 2 e il 3 gennaio il paese è stato messo a dura prova da quasi venti ore di interruzione del servizio idrico, un dato che il sindaco Claudio Ricci che ha cercato di minimizzare, parlando di un disagio di «poche ore, a fronte di problemi enormi in altri comuni dell’Irpinia e del Sannio». Durante l'emergenza, il sindaco invitava per giunta «l’intera cittadinanza a utilizzare l’acqua con molta parsimonia». «Quale acqua??», rispondevano i sangiorgesi sulle pagine cittadine dei social network.
Mentre il gelo faceva strage di contatori privati (oltre un migliaio quelli danneggiati tra i 125 paesi serviti dall’“Alto Calore”, secondo i tecnici, con conseguenti perdite), sui forum virtuali gli animi si inasprivano e i commenti prendevano una piega più tecnica e politica. «Il problema è la gestione politica delle aziende pubbliche – scriveva un cittadino di San Giorgio – Come si può risollevare un'azienda piena di debiti se nel consiglio di amministrazione ci vanno a finire dipendenti comunali che magari non hanno nessuna esperienza di management?». Tematiche tutt’altro che nuove se, in un’apposita inchiesta del maggio 2013 (“Chi specula sull'acqua del Sannio”), L’Espresso rilevava che la società, con 87 milioni di euro di debiti, era accusata di essere «una roccaforte di assunzioni ‘politiche’».
«L'“Alto Calore” ha sempre dato più da mangiare che da bere», è la sintesi postata da Angelo Ciampi, primo cittadino di San Martino Sannita. Una formula già usata proprio dal presidente di Alto Calore Servizi Lello De Stefano. Da parte sua, la società lamenta la mancanza, da oltre dieci anni, di finanziamenti regionali. «In alcuni comuni – c’informano i tecnici – vengono effettuate 80-90 riparazioni all’anno e si registrano perdite fino al 70%, praticamente un colabrodo». «Spetterebbe ai comuni provvedere agli interventi straordinari – dichiara il direttore generale Eduardo Di Gennaro – e alla Regione investire per ammodernare la rete». Il tratto di condotte che va da Montefusco a Sant’Angelo a Cupolo e alimenta San Giorgio, ad esempio, è costituito da una vecchia condotta di ghisa (anziché di acciaio) risalente ai tempi di Mussolini, precisamente al 1936.
Contemperando il punto di vista della società e quello di chi ne critica la gestione, sembrerebbe che lo stato dell’acquedotto rappresenti appieno i problemi dell’“Alto Calore”, che deve fronteggiare perdite diffuse a valle, le solite dispersioni dovute alla gestione "politica" all’italiana, e blocchi a monte imputati alla Regione che, quando si tratta di entroterra, con leggerezza “chiude i rubinetti”. Una missione che richiederebbe, forse, una maggiore dose di sincerità verso i cittadini per proteggere un’esperienza di gestione pubblica dell’acqua che sarebbe pericoloso archiviare. Nata nel marzo del 2003 dalla trasformazione del “Consorzio Interprovinciale Alto Calore”, la società è costituita da 125 comuni delle province di Avellino e Benevento e dall’amministrazione provinciale di Avellino. Dissesti e disservizi possono costituire l’anticamera di temibilissime privatizzazioni? Una domanda non da poco.
Per il momento l’annunciata regolarizzazione del servizio ha riportato l’acqua nei centri serviti dall’“Alto Calore”. Regolarmente, sono ripartite anche le imprevedibili interruzioni notturne e c’è da chiedersi se finiranno mai considerando che, come informa ancora L’Espresso, circa un anno e mezzo fa l'azienda chiedeva addirittura alle prefetture di Benevento e Avellino di poter sospendere l'acqua tra le 22 e le sei del mattino in tutti i centri, forse a causa di problemi economici. In attesa di un auspicabile risanamento dei mali endemici dell’acquedotto, in termine di perdite e fatiscenza della rete, si può comunque fare molto, quanto meno per addolcire gli animi esacerbati, rendendo più diretto il rapporto tra la società pubblica e i cittadini. A fagiolo sembra cascare, ad esempio, la proposta del giovane “Comitato H2O” di San Giorgio del Sannio. «La società ha ammesso che c’è anche un problema di comunicazione – c’informa Emilio Frusciante, informatico membro del comitato presieduto da Ruggero Martino – Quando si verifica un guasto o un qualsiasi problema, l’“Alto Calore” si limita a mandare un fax ai comuni, e la notizia arriva ai cittadini in tempi generalmente non sufficienti a organizzarsi.» Il comitato si è reso dunque disponibile ad elaborare a titolo gratuito un’app per gli smartphone e una newsletter per avvisare in anticipo i cittadini sulle interruzioni del servizio idrico.
«Pensiamo a un sistema totalmente automatico – spiega Frusciante – che riceve la notifica della società e la dirama direttamente agli utenti attraverso una tecnologia chiamata “push notification”.» Altro punto all’attenzione del comitato è come distribuire l’informazione sul territorio a persone non pratiche dei nuovi media. «Si potrebbero individuare dei referenti condominiali, in possesso di smartphone, per lanciare il passaparola.» Classe 1978 e membro dell’associazione “Lilis” (Laboratorio per l’informatica libera sannita), Emilio è da tempo impegnato a favorire l’introduzione del “software libero” nella società, in particolare nella scuola e nella pubblica amministrazione. Per cui, ci anticipa l’informatico, la app realizzata sarà “open source”, ovvero resa gratuitamente disponibile a chi volesse studiarla o apportarvi delle modifiche. «Così altri comitati potranno partire dal nostro lavoro…» L’“Alto Calore” si è dichiarato disponibile a collaborare al progetto, trovando il modo di rendere le comunicazioni più tempestive e idonee a innescare il necessario flusso di dati elettronico. «Certo, con i fax è difficile… Ma una volta concertate le modalità di questo scambio digitale – spiega Frusciante – confidiamo di approntare la prima versione dell’app nel giro di due mesi.»
Insomma, se le condutture hanno bisogno di investimenti sostanziosi, per porre invece rimedio alle falle del sistema comunicativo ci vorrebbe poco.
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