domenica 31 marzo 2013

Grillo se non è scemo è COLLUSO ! Cosa altro deve fare il Presidente della Repubblica per essere messo in STATO D'ACCUSA ?

Allora, cominciamo con il chiamare con il loro vero nome le cose: “l’operatività del Governo tuttora in carica, benché dimissionario e peraltro non sfiduciato dal Parlamento”, nonché l’istituzione di “due gruppi ristretti di personalità tra loro diverse per collocazione e per competenze” a cui chiedere di “formulare - su essenziali temi di carattere istituzionale e di carattere economico-sociale ed europeo - precise proposte programmatiche”, rappresentano un grave atto eversivo di commissariamento del Parlamento di cui ieri si è macchiato il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.


Riguardo ai due comitati di saggi, è sin troppo evidente il forte valore simbolico che gli si è voluto attribuire.
Il Presidente ha infatti comunicato al Paese che ritiene inutile rivolgersi al Parlamento, ma che è anzi necessario fare affidamento alla capacità di uomini (in tutti i sensi, vista la mancata presenza di una donna) che lui, poco importa cosa hanno deciso gli elettori, avrà cura di selezionare. Un atto gravissimo, di svilimento delle prerogative del Parlamento, compiuto non alla fine di una legislatura difficile, bensì al suo nascere.

Vi è poi da fare chiarezza sull’ampiezza del senso da attribuire all’inciso, riferito al Governo Monti, che “benché dimissionario non è sfiduciato dal Parlamento”.
A quale Parlamento si riferisce, di grazia, il Presidente Napolitano?
Non di certo l’attuale, quello appena eletto, visto che non ha ancora avuto la possibilità di accordare o revocare la fiducia così come previsto dall’art. 94 della Costituzione.
Anzi, è proprio a causa dell’omissione compiuta dal Presidente Napolitano, con la mancata nomina di un Presidente del Consiglio, che oggi non vi è la possibilità, per il Parlamento, di far valere il rapporto fiduciario che lega le sorti del Governo ai voleri del Parlamento.
 
Si dirà che il Presidente non aveva altre possibilità visti i difficili equilibri presenti al Senato.
Ma può bastare un unico tentativo per arrivare ad una conclusione che, vista peraltro l’impossibilità di sciogliere le Camere in pieno semestre bianco, automaticamente comporta il nulla? O meglio, che automaticamente comporta il “mantenimento dell’operatività” di un Governo al quale il nuovo Parlamento non ha mai accordato la fiducia?
 
Proviamo soltanto ad immaginare cosa potrebbe succedere nel caso che anche il prossimo Presidente possa ritenere di omettere, a proprio piacimento, la ricerca di una soluzione di Governo così come la Costituzione impone. E che, per motivi di opportunità, decida pure di omettere di sciogliere le Camere.
Che si fa, ci si tiene il Governo Monti prorogato in eterno? E si continuerà con un Parlamento al quale con facilità si può impedire di esercitare una delle sue funzioni principali, cioè esprimere, attraverso il rapporto fiduciario, un Governo?
 
Certo, al momento si tratta soltanto un’ipotesi di scuola. Ma se tanto ci dà tanto, laddove si accettasse senza battere ciglio l’omissione eversiva compiuta ieri dal Presidente Napolitano, ciò che oggi potrebbe sembrare un’ipotesi scarsamente realizzabile, domani potrebbe divenire una drammatica realtà.
Rimanere pertanto immobili e limitarsi a guardare, potrebbe farci ritrovare, a breve, in una crisi istituzionale ben più grave e dagli strascichi imprevedibili.
Ma è proprio per questo che la Costituzione italiana, per frenare le eccessive pulsioni presidenzialiste, ha in sé gli anticorpi necessari per impedire il dilagare di comportamenti lesivi del Parlamento.
 
Il Presidente Napolitano non è la prima volta che utilizza in maniera impropria le prerogative costituzionali per imporre un “suo” Governo.
Lo ha già fatto nel novembre del 2011, con esiti peraltro disastrosi per la tenuta politico-economica del Paese. Così come anche fece durante il Governo Prodi, imponendo continui e sfiancanti passaggi parlamentari sulle questioni di politica estera, in ossequio al principio non costituzionale dell’autosufficienza della maggioranza parlamentare uscita vincitrice dalle elezioni, sino a determinarne, in buona misura, la fine prematura.
Ce n’è quindi abbastanza per decidere di attivare gli anticorpi previsti dall’art. 90 della Costituzione: “Il Presidente della Repubblica non è responsabile degli atti compiuti nell’esercizio delle sue funzioni, tranne che per alto tradimento o per attentato alla Costituzione.
In tali casi è messo in stato di accusa dal Parlamento in seduta comune, a maggioranza assoluta dei suoi membri.
Si tratterebbe, a fine mandato, di un gesto più che altro simbolico, se riferito allo specifico della persona; ma fortemente significativo per i Presidenti a venire.

Franco Ragusa

Cosa altro deve fare Napolitano per essere messo in stato d'accusa?
Ha firmato il legittimo impedimento.
Ha firmato il Lodo Alfano.
Ha firmato la legge salva-liste del Pdl (Regionali Lazio).
Ha firmato la finanziaria che raddoppiava l’Iva a Sky.
Ha firmato lo scudo fiscale.
Ha firmato le norme razziali e anti-rom di Maroni.
Ha permesso a B., nel 2010 (durante la prima crisi), di ricompattare la maggioranza attraverso la compravendita di parlamentari.
Ha impedito il ritorno al voto nel 2011.
Ha nominato un presidente del Consiglio imposto dall'Europa, avvallando tutte le sue contro-riforme sociali.
Ha prorogato il mandato di un presidente del Consiglio mai eletto.
Ha azzerato l'esito delle elezioni.
Ha affidato il Paese a 10 «saggi», nominando (in barba alla democrazia) personaggi come Violante, Quagliariello e il ciellino Mauro.
QUANDO VIENE MESSO IN STATO DI ACCUSA ?


Intanto...Grillo ammanta di autorevolezza Morpheus col seguente comunicato:"Il presidente Napolitano ha confermato ieri le nostre posizioni su Parlamento e Governo. In sostanza ha affermato che un governo (mai sfiduciato...) è in carica, sebbene limitato agli affari correnti, e sta operando in collaborazione con il Parlamento, anzi solo previo consenso del Parlamento. " 
Governo vecchio con parlamento nuovo. Che assurdità !
Ma la Costituzione che fine ha fatto Grillo ? Perchè i tuoi non mettono in stato d'accusa Napolitano?



IL PROGETTO EVERSIVO E REAZIONARIO CHE STA AFFONDANDO DEFINITIVAMENTE QUESTA DEMOCRAZIA

Come volevasi dimostrare, dopo aver forzato la mano al presidente della Repubblica spingendolo a una doppia forzatura istituzionale (riconferma di Monti senza un voto di fiducia e istituzione della commissione dei saggi), oggi il capogruppo M5S al Senato Vito Crimi scarica bellamente Napolitano lasciandolo con il cerino in mano a fare da bersaglio nel buio dove si trova oggi la nostra Repubblica. Avevano già insultato e svuotato il parlamento con il loro improduttivo atteggiamento di commissari del popolo. Avevano cercato (utilizzando anche il giornale e il commentatore più vicini a loro, Il Fatto e Travaglio) di sputtanare in tutti i modi la seconda e la terza carica dello Stato. Avevano di fatto imposto, facendo finta di appoggiarla, la soluzione di prorogatio di Monti e rasentando in questo modo la violazione della Costituzione. E alla fine delle vacanze pasquali hanno dato il colpo di grazia a Napolitano. Con cinica irresponsabilità.
E le parole di Napolitano pubblicate oggi dal Corriere della Sera assumono un nuovo significato: ‘Dopo sette anni sto finendo il mio mandato in un modo surreale, trovandomi oggetto di assurde reazioni di sospetto e dietrologie incomprensibili, tra il geniale e il demente…”.
Il progetto del M5S (parlo di Grillo Casaleggio e dei fedelissimi selezionati in anni di epurazioni in gran parte sconosciute) è ogni minuto più chiaro. Smantellamento dell’assetto e dei poteri e dei contrappesi sui quali si fonda lo Stato e svuotamento della costituzione. Usando come grimaldello quel 25% ottenuto grazie a un voto di protesta anche di tanto (troppo) voto di sinistra.
Davanti a un così sfacciato piano eversivo/reazionario (reazionario perché svuotando la Costituzione si rischia una deriva autoritaria) la reazione è il nulla. Da parte dei paludati e miopi commentatori della stampa nazionale. Da parte della politica e soprattutto della sinistra. L’attuale classe politica rimane inerme, dopo vent’anni di lotte interne, delegittimazioni, svuotamento morale, accordi sottobanco, guerre fra correnti, scissioni, ambizioni innominabili, sottovalutazione criminale dello stato del paese. Berlusconi ha la quota più rilevante di responsabilità, come del resto i presunti centristi Monti e bocconiani in testa. Ma il centro sinistra è profondente responsabile di questa situazione. Prima ha cercato di normalizzare Berlusconi aprendo spiragli di interlocuzione, altrettanto ha cercato di fare con Grillo & co.
Il risultato è lo sbeffeggianento e svuotamento del ruolo di garanzia del presidente della Repubblica e una forzatura istituzionale (sull’esecutivo) che crea un precedente pericolosissimo per la tenuta della Cistituzione.
E Grillo capitalizza. E mostra la sua vera faccia. Tattica, menzogna, autoritarismo.
E la politica sembra non accorgersene. Almeno quella italiana. Marine Le Pen invece se n’è accorta benissimo e chiede un incontro a Grillo in chiave anti euro. Per iniziare.
***
Scriveva Leonardo Sciascia ne Il Giorno Della Civetta: “E questa è forse la ragione per cui in Sicilia – pensava il capitano – ci sono tanti fascisti: non è che loro abbiano visto il fascismo solo come una pagliacciata e noi, dopo l’otto settembre, l’abbiamo sofferto come un tragedia, non è soltanto questo; è che nello stato in cui si trovavano una sola libertà gli bastava, e delle altre non sapeva che farsene”. Quante analogie fra quella Sicilia e questa Italia possiamo trovare? Un’infinità.
Pietro Orsatti

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