venerdì 26 settembre 2014

Demolizione edificio ex poste .Pericolo ed eventuale danno procurato alla salute e all’ambiente per dispersione di AMIANTO ! Istanza di accesso agli atti ex lege n. 241/90

Lettera aperta di ROSANNA CARPENTIERI
 

Al Prefetto di Benevento
Alla cortese attenzione della dr.ssa NUZZOLO Elvira


Agli organi di informazione

Io sottoscritta ROSANNA CARPENTIERI,
in proprio e nella qualità di coordinatrice del Comitato sangiorgese
Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia, inoltro per la dovuta
conoscenza al Prefetto di Benevento l’istanza di accesso agli atti ai
sensi della legge n.241/90 indirizzata al sindaco e ai dirigenti dell’Ufficio
Tecnico del Comune di San Giorgio del Sannio e resa già disponibile agli
organi di informazione in data venerdì 23 settembre 2011 relativa al
pericolo di dispersione di microfibrille di amianto in via A. De Gasperi, a
seguito della demolizione dell’edificio dell’ex Poste intrapresa il
giorno precedente, in data 22 settembre 2011.
Nella mattinata del 23 settembre la scrivente si è recata sul posto per
documentare lo stato dei lavori di demolizione e constatava un edificio
smembrato con presenza di notevoli polveri di abbattimento, un cantiere non
identificabile, privo della cartellonistica informativa e di sicurezza
obbligatoria per legge, sulla cui vigilanza è competente la Polizia
Municipale.
Dal colloquio con gli ufficiali della centrale operativa del NOE apprendeva
che frattanto era stata disposta dal Luogotenente della locale Caserma
Carabinieri la sospensione dei lavori di abbattimento per la conclamata
presenza di amianto, segnalata da molti cittadini, notoria da anni e a
livello nazionale per quella tipologia di prefabbricati delle Poste
dismessi proprio per la loro insalubrità dovuta a presenza di asbesto (si veda in proposito causa di servizio per prepensionamento degli addetti postali) e
confermata dalla dott.ssa Barricella dell’A.R.P.A. Campania e dal dott.
Zucaro del Dipartimento di Prevenzione collettiva della locale A.S.L.
Di lì a poco intervenivano sul posto il dirigente dell’UTC Arch. Mario
FUSCO assieme a responsabili della ditta demolitrice i quali accedevano al
cantiere, non ancora interdetto e sottoposto sotto sequestro penale, e
sostenevano che non ci fosse amianto esibendo accertamenti
“negativi” dell’Arpac e non tutta la dcumentazione Arpac succedutasi negli anni
sulla cui base “non è posiblile escludere la presenza della fibra minerale,
in particolre nelle tubature e nella pensilina” .
E tuttavia, tra le 19,30 e le 20,30 dello stesso giorno 23.09.2011, mentre
la popolazione era impegnata in piazza in celebrazioni religiose, veniva
apposto all’interno del sito e sulla parte rimanente dell’edificio
parzialmente abbattutto delle Poste un cartello recante la seguente
dicitura: Attenzione, pericolo AMIANTO.
Cartello ridicolo se si considera che un danno immane alla salute e
all’ambiente già è stato arrecato a causa dell’avventata
demolizione che ha innescato una bomba ad orologeria ed ha creato la macabra realtà di un edificio contenente amianto sventrato con una demolizione criminale e alla chetichella e poi lasciato lì a disperdere amianto nei polmoni dei cittadini…(!), e se si pensa che un solo centimetro lineare puo’
contenere 335.000 fibrille di amianto che se esposte al vento sono estremamente dispersibili nell’aria ed altamente inalabili se si considera che le
fibre di amianto sono molto addensate ed estremamente sottili. 

Infatti se in un centimetro lineare è possibile disporre affiancati 250 capelli, oppure 500 fibre di lana, oppure 1.300 fibre di nylon, nello stesso centimetro è anche possibile disporre ben 335.000 fibre di amianto.
Ergo, non c’è mascherina che tenga! Ora purtroppo siamo sotto la spada
di Damocle delle malattie provocate dall’asbesto e dei loro tempi di
latenza e pertanto, bisogna urgentemente intervenire sulla struttura per metterla in sicurezza e bonificarla dal materiale killer.
Ci chiediamo perciò perchè i Carabinieri di San Giorgio, minimizzando il
problema, non abbiano provveduto a mettere sotto sequestro l’area dopo
le numerose telefonate che i cittadini hanno fatto al NOE…
Se consideriamo che i carabinieri hanno interpellato l’ASL e
successivamente il comune ha ritenuto di mettere il cartello indicante il pericolo
confermando la presenza di amianto, perchè l’area non è stata ancora
posta sotto sequestro penale preventivo a disposizione dell’Autorità
Giudiziaria PER INOSSERVANZA ALLA NORMATIVA AMBIENTALE ?
Conosciamo purtroppo ” l’inerziale tendenza alla minimizzazione
della polizia giudiziaria territoriale” per le emergenze ambientali di San
Giorgio del Sannio, tra cui la pregressa dispersione di diossine a causa
dell’incendio del capannone Barletta del 2009 e, ne conosciamo – sulla
nostra pelle – le attuali conseguenze in termini di perdita irreversibile
del nostro stato di salute !
Ci corre obbligo segnalare anche un’altra grave anomalia in corso: oggi
27 settembre è giorno di mercato cittadino a San Giorgio del Sannio e non ci
risulta che via Alcide De Gasperi sia stata interdetta al mercato, ai
venditori e al pubblico nonostante ad un metro dal marciapiede insista
l’edificio sventrato interessato dall’asbesto.


Chiediamo l’immediata attivazione e della Prefettura e della
Magistratura in quanto, se il danno alla salute già è stato inferto, non possiamo di certo mettere in conto di dover impattare il vicolo cieco di una malattia
incurabile e letale come il cancro della pleura senza individuare
responsabili e assicurarli alla giustizia.

 
Di seguito si riporta l’istanza di accesso agli atti del 23.09.11. 
Si allega documentazione fotografica del 23 settembre 2011.
Con osservanza
 

Rosanna Carpentieri

 

"Ma si può essere incompetenti e criminali fino a questo punto??? E giocare
con la salute pubblica e l’ambiente ? Conoscete il principio di
precauzione? Ma quale tecnico e amministratore comunale ha disposto, assumendosene ogni responsabilità, l’abbattimento di una struttura in cui è verosimilmente presente amianto, come da denuncia del gruppo di opposizione consiliare Nuova San Giorgio e da dichiarazioni informali, acquisite
nell’immediatezza, di personale dell’Arpac e dell’ A.S.L., senza incaricare una ditta specializzata nello smaltimento di rifiuti speciali ??? 

Vogliamo saperlo e ne abbiamo il diritto !
Tutto ciò è semplicemente vergognoso e illegale !!!
Con quale criterio normativo e quale gara di evidenza pubblica (conoscete
oppure ignorate, nel feudo sangiorgese, anche il codice dei contratti della
pubblica amministrazione ?) avete conferito l’incarico di dispersione
eventuale del micidiale asbesto ad una ditta, prescelta senza i necessari
requisiti ?

I cittadini alla luce di tutto ciò chiedono ai sensi della legge n. 241/90
il rilascio immediato entro e non oltre le prossime 24 h, di copia
integrale dei seguenti atti:

-pratica edilizia inerente la costruzione dell’edificio aperto al
pubblico da parte di Poste Italiane s.p.a. comprensiva di tutti gli allegati;
-rapporti tecnico – scientifici di sopralluogo e di prova dell’Agenzia
Regionale Protezione Ambientale inviati all’Ente nel 2002, nel 2004 e
in anni successivi
, attestanti la presenza di amianto particolarmente nella
pensilina e nelle tubature dell’immobile ;

-delibera di giunta o altro atto provvedimentale con cui è stato conferito l’incarico di demolizione della struttura ad una ditta non specializzata nella rimozione e nello smaltimento di rifiuti tossici speciali .
Contestualmente si richiede di sapere con comunicazione tempestiva in forma
scritta da inoltrare alla coordinatrice del comitato civico che si firma in
calce alla presente:

-le motivazioni a causa delle quali il cantiere non è stato neppure
opportunamente allestito in vista della demolizione e non è stata osservata
l’esposizione della cartellonistica di cantiere con tutte le
indicazioni obbligatorie per legge (comittente, ditta, inizio e fine lavori, etc.) ;

-le motivazioni per cui il sito potenzialmente pericoloso non è stato
interdetto al pubblico e/o non si è data pubblicità sul sito stesso alla
interdizione per il pericolo asbesto con cartelloni recanti la diicitura:
“pericolo amianto”;

-le motivazioni per cui sul sito, malgrado l’attuale sospensione dei
lavori, non vi è ancora traccia dei provvedimenti dell’autorità di polizia o
dell’Autorità Giudiziaria, con cui è stata ieri 22.09.2011 ordinata la immediata
sospensione della pericolosa demolizione.

Con la più ampia riserva.
San Giorgio del Sannio, 23.09.2011, h 19.30
La coordinatrice del Comitato Cittadini per La Trasparenza e la Democrazia
Rosanna Carpentieri

IL SEGUITO: DISTRIBUTORE D'ACQUA E GIOCHI PER BAMBINI SUL SITO CONTAMINATO !


 

IL VERGOGNOSO EPILOGO GIUDIZIARIO:





mercoledì 10 settembre 2014

Proposta Di Progetto a Medio Termine di Giorgio Napolitano

Abbiamo anticipato la novità editoriale, rendendone partecipi l'ex parlamentare PD Mario Pepe poi defenestrato alle Primarie e al delbassiano Claudio Ricci, sindaco di San Giorgio del Sannio (BN), e presidente della Provincia in pectore, secondo la recente quotidiana quanto disgustosa kermesse politico-locale.

Nel ribadire quanto già scritto, invitiamo tutti alla lettura, imprescindibile per chi ha il coraggio della verità oppure per chi, più modestamente, vuole farsi una idea compiuta del Comunismo in genere e di quello italiano in particolare, del tutto confacente al pensiero in merito di tale ... David Rockfeller.




 Il "comunismo italiano": 40 anni di inganno al popolo per servire ossequiosamente il Fondo Monetario Internazionale.
Se l'italidiota sedicente "di sinistra" si informasse una buona volta !
Avrebbe saputo tutto fin dal 1977 (NON dal 1993 !), quando, presi gli "ORDINI" dagli amerikani, tutto il PCI si mise al servizio della mafia............e poi "CREO' il proprio " deus ex machina, Berlusconi.........!!!!
Il peso dell'ignoranza si paga !
Se qualche "disgraziato" ex comunista, che si sentisse offeso per aver partecipato (a sua insaputa???) per decenni ad una associazione mafiosa (PCI/Mafia siciliana), volesse conoscere i nomi di chi erano i "boss" della cosca, non ha che da sfogliare il libro:PROPOSTA DI PROGETTO A MEDIO TERMINE (ma nelle sedi del PCI c'è mai stato? e che ne è dell'"invito al più schietto e serrato dibattito" ? ) e legge questi nomi...a pag. 12.
Perchè specifichiamo "mafia siciliana" ? Perchè quella calabrese è sempre stata collegata al PSI........
E la DC, si chiederà qualcuno, con chi era collegata ??
Ma che domanda "geniale"........ovvio, con la "prima mafia mondiale" !!
Dunque, Rigore e Sacrifici per superare la "crisi".............si legge a pag. 8 della prefazione a firma Giorgio NAPOLITANO, (il "primo comunista italiano" ricevuto con tutti gli onori in USA, come titolò a tutta pagina il Corriere....)
Detto, fatto !
Al ritorno di Napolitano in Italia, il comunista/capitalista/internazionalista diede corso ai due step cui era stato "preparato" nelle visite all'American Enterprise Institute.
1) Fondazione della corrente "MIGLIORISTA" all'interno del PCI allo scopo di migliorare dall'interno il PCI attraverso l'accettazione del capitalismo con una serie di graduali riforme che non si oppongano ai diktat del capitalismo prossimo venturo (speculativo finanziario) di cui gli hanno dato conto in USA.
2) Costruzione di un gruppo di lavoro, un comitato, che rediga il progetto e realizzi un volume, una sorta di bibbia che fissi i contorni "folli" del progetto, ingannando le migliaia, se non milioni, di persone che vedono nel comunismo (senza averne mai capito nulla!) una luce per il loro futuro. Questo gruppo di lavoro deve realizzare il volume il cui titolo, indicato da Heinz Alfred Kissinghen, altrimenti noto come Henry Kissingher, è "PROPOSTA DI PROGETTO A MEDIO TERMINE".
Era il 9 luglio del 1977 quando il CORRIERE annunciava la presentazione dell'opera.
L'editore, come da norma, era: EDITORI RIUNITI.
In questo libro, che nessun comunista "vero" ha mai letto (altrimenti avrebbe ucciso immediatamente l'autore e la commissione di collaboratori) vengono fissati tutti quei passi successivi attraverso i quali la nazione Italia doveva essere condotta allo stato di "contenimento e sofferenza" attuali.Così, si può leggere di argomenti oggi -in tempi di sovrannazionalismo e di troika della dittatura europea - all'ordine del giorno e che Napolitano e i "suoi" collaboratori conoscevano bene già dalla data del suo ritorno dagli USA !
A pag. 122, campeggia l' "inchino rispettoso" al Fondo Monetario Internazionale...............non si può fare alcun commento.Nella IV di copertina, la ripetizione di quanto annunciato in prima di copertina: CON L'INTENTO DI SUSCITARE IL PIU' AMPIO DIBATTITO !!
Che vergogna !
Mai un popolo, una massa di milioni di persone fiduciose in un partito, è stata ingannata per tanto tempo in questo modo........
Libro fondamentale e introvabile per capire il "vero" comunismo italiano e la grande finanza speculativa che uccide i popoli, in stretta e sinergica alleanza, mentre qualche disinformato "sinistro" giocava a fare il rivoluzionario. Leggete e traetene profitto: il Comunista italiano novantenne Giorgio Napolitano è la controfigura in Italia di David. David chi? David Rockfeller, capitalista americano, anche lui ultranovantenne.
David, al momento opportuno disse: "le grandi società multinazionali, la Chiesa cattolica e i PARTITI COMUNISTI dimostrano che il sovrannazionalismo non è un mito, ma è una realtà e con la collaborazione di questi domineremo il mondo" 24 giugno 1971- NYT


David ROCKFELLER dava ordini al governo americano da quando fu eletto presidente la prima volta (poi fu rieletto altre 3 volte) F.D.Roosvelt, suo cugino.
A seguito di quella frase, e dunque seguendone il disegno, "ordinò" al presidente americano Nixon, di invitare e ricevere negli USA Giorgio NAPOLITANO (il "primo comunista italiano" ricevuto con tutti gli onori in USA, come titolò a tutta pagina il Corriere....)
Detto, fatto !
Al ritorno di Napolitano in Italia, il comunista/capitalista/internazionalista diede corso ai due step cui era stato "preparato" nelle visite all'American Enterprise Institute...


Il ruolo del pupazzo Berlusconi per il PCI italiano? 

La prossima puntata.Grazie per l'attenzione.

Rosanna Carpentieri
Comitato Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia 




martedì 9 settembre 2014

San Giorgio del Sannio (BN) , la legalità (e chi dovrebbe farla rispettare). Abbiamo forse scoperto l'arcano ? Partecipate al sondaggio, grazie.

SONDAGGIO ON LINE. PARTECIPATE ATTRAVERSO I COMMENTI, GRAZIE.
QUESITO:
Secondo voi perchè il comune di San Giorgio del Sannio (a differenza di quello vicinissimo di Calvi) non è nelle attenzioni di legalità della magistratura beneventana ?
Vi va di azzardare delle possibili ipotesi?
Un comitato di cittadini ha denunciato la cupola mafio-clientelare che fa da padrona in questo Comune. Ma nulla si è mosso. Le inchieste contro il clan Barletta vengono archiviate. Le intercettazioni telefoniche tra l'impenditore Barletta e l'ex sindaco di San Giorgio, Giorgio NARDONE con cui questi istigava a delinquere il suo "figlioccio" non hanno avuto alcun seguito, neppure di approfondimento sulla prostituzione della funzione pubblica a interessi privatistici clientelari e al sistema tangentizio sottostante. L'indagine per incendio doloso (23 maggio 2009) non è stata neppure aperta, malgrado la truffa assicurativa e gli indizi "gravi, precisi e concordanti": era imminente un controllo dei NAS ai capannoni di Via Cesine del mercante Barletta....! Archiviata pure la denuncia per inquinamento ambientale da amianto causata dalla demolizione dell'edificio in amianto delle Poste di A.De Gasperi ad opera del Comune. Sono solo esempi, potremmo continuare all'infinito per concludere - a ragione e senz'ombra di smentita - che, in fatto di legalità e di chi dovrebbe farla rispettare, cioè in fatto di controllo giudiziario, il feudo di San Giorgio del Sannio è "zona franca".  Perchè ?
 
Informazione preliminare necessaria (forse sgamiamo l'arcano ?)
Il procuratore capo del Tribunale di Benevento G.Maddalena , secondo quanto appare (e la forma, l'apparenza è anche sostanza in fatto di magistratura!) è -secondo voi- terzo ed imparziale oppure "vicino" in senso lato alla sinistra, anche quella sangiorgese del delbassiano Claudio Ricci , sindaco di San Giorgio (BN),  la cui candidatura è stata fortemente sostenuta dall'ex parlamentare PD Mario Pepe ? 
Per concludere questi brevi schizzi informativi: Segnaliamo e sottoponiamo alla Vostra attenzione il commento di un lettore nella Sezione Giustizia Beneventana del nostro blog Altravocedelsannio 1.
Il lettore ci chiede :
Pensilina-capannone Barletta
Arturo | 07.09.2014


Ma dove si trova questo plateale abuso edilizio di cui alla Vostra galleria fotografica () ?
E perchè quel lapidario commento a margine:"Mai Clemente fu più clemente"?
Vi riferite al Procuratore della Repubblica Antonio Clemente ora felicemente trasferitosi a Roma?
Cosa intendete esattamente?
Grazie per i chiarimenti.
Sono certo che mi saranno confermate le "strane voces populi" circolanti in provincia al riguardo.





La coordinatrice del Comitato Civico e del Comitato Spontaneo contro la Malagiustizia beneventana



Rosanna Carpentieri



e mail: altravocedelsannio@gmail.com

lunedì 1 settembre 2014

Mario Pepe, cronaca di un declino (delirio) irreversibile

Del tribuno-dittatore sangiorgese ne abbiamo piene le tasche, per non dire altro.
Incita a denunce e tesse elogi sull'autorevolezza della magistratura beneventana ma si guarda bene dallo sporgere lui stesso denuncia.

Sinora, nell'arco della sua veneranda età, non ne avrà fatto neppure una, a differenza di chi scrive...
Bella coerenza ! Ai limiti dell'inganno e perchè no , della demenza senile.
Quali saranno i reali motivi e i retroscena della rottura con altro illustre personaggio sangiorgese proprio dal Venerabile sostenuto alle scorse elezioni, ovvero l'attuale sindaco del feudo di San Giorgio del Sannio ?

Lo scopriremo...
Rosanna Carpentieri

Mario Pepe, cronaca di un declino irreversibile

di Teresa Ferragamo

mariopepe 

C‘è una cosa che è tipica di certi politici italiani: la resistenza all’oblio, quel sentimento di non rassegnazione che li assale quando le luci del proscenio stanno per spegnersi, quando la parabola della vita – anche di quella politica – va giù in picchiata. E’ come se ci fosse un diritto acquisito alla rilevanza politica, finché morte non sopraggiunga.
Così accade che Mario Pepe, ex democristiano, ex sindaco di San Giorgio Del Sannio, ex assessore regionale negli anni 90, ex deputato (per tre legislature), ex Ppi, ex Margherita, ex Pd, insomma ex tutto, viene riacciuffato, riportato a galla proprio mentre sta per affogare nel vasto mare dell’irrilevanza, ripescato perché dica la sua sulla nuova Provincia o meglio sul candidato presidente scelto – all’unanimità – dalla direzione del Partito democratico. 
Mentre non se lo fila più nessuno sul teatro politico e neppure sulla stampa locale, ecco riapparire il Venerabile che anziché rifiutare l’invito e dimostrare buon senso, lascia traboccare la lava della rabbia e della frustrazione.
Il vulcanico Mario Pepe esagera nel tentativo di travolgere Claudio Ricci, sindaco di San Giorgio Del Sannio, presidente in pectore della nuova Provincia. Che effetto fa la sua catilinaria? Onestamente? Onestamente, nessuno.
Perché? Perché dei Mario Pepe non importa più niente a nessuno. Semplicemente non fa più notizia cosa pensi dei processi politici in corso, con nuovi protagonisti che magari egli avversa, un ex tutto bocciato sonoramente alle ultime parlamentarie del Pd, quando contro tutti, in solitudine, tentò una riconferma in Parlamento. 
E quel che è peggio è che quando il verso per lui cambiò in peggio, tentò la riscossa politica aggrappandosi ad altri partiti: alle Politiche del 2013 non sostenne il Pd ma votò e invitò a votare l’Udc commissionando ai suoi pochi sodali perfino l’apertura di una sede del partito di Casini nella sua ex roccaforte, San Giorgio del Sannio.
Quando però anche da quelle parti le cose si misero male si sperticò in lodi a Monti; ma caduta in disgrazie Scelta Civica, alle ultime Europee è salito sull’ultima scialuppa di salvataggio rimasta a galla, Forza Italia.
Non proprio paradigma di buona politica, come da un ex preside di liceo ci saremmo aspettati.
Semmai un esempio di decadenza mal riuscita, una storia finita in cui si annidano i germi dell’antipolitica. 
Mario Pepe ha provato con tutte le sue residue energie a ribellarsi alla legge della democrazia, quella secondo cui prima o poi, quando il voto ti è ostile, bisogna passare il testimone.
Parlamentare non ci nasci, ci diventi grazie ai voti degli italiani e quando gli elettori non ne possono più non resta che accettare serenamente il ritorno a casa (che quasi mai è di 50 metri quadri servizi compresi). 
Dopo 50 anni trascorsi a vagare nelle stanze dei bottoni, senza che nessuno in questa provincia riesca a cogliere il segno di quel passaggio, a 73 anni suonati si potrebbe anche optare per una bella passeggiata – nipotini al seguito – lungo il sentiero del tramonto magari a godersi ( e non capita a molti) le tre ‘pensioni’ accumulate in tanti anni di vita professionale e politica. 
Quei rivoli di indignazione e collera, persino di acredine, nei confronti di un ex collega di partito e anche del Pd che pure gli ha dato migliaia di voti non si addicono a un ex parlamentare della Repubblica.
Bisognerebbe far capire a Mario Pepe – ma magari lo scoprirà da solo se ne avrà voglia – che la condizione di declino è irreversibile,  non resterebbe che dare ad essa magari un esito più conclusivo e più dignitoso.

Mario Pepe, esempio di trasformismo pataccaro

news_foto_301_mario_pepe 

Ora il tradimento è ufficiale. Da oggi Mario Pepe è ufficialmente un uomo di destra.
Insieme a dirigenti storici della destra sannita ha partecipato al summit  convocato per costruire l’alternativa a Claudio Ricci, come candidato presidente della Provincia.
Ma non deve essere stata una decisione ‘sofferta’, perché in fondo Pepe aveva da tempo manifestato la volontà di ‘ammazzare’ il Pd, sua casa politica fino alle scorse parlamentarie. L’ex deputato defenestrato dal popolo delle primarie del Partito democratico ha preso i voti del Pd, o per essere più precisi, del centrosinistra, fin quando ha potuto. Poi quando il sipario sulla sua carriera politica stava per calare – come è naturale accada a un certo punto del cammino – ha consumato il tradimento e si è consegnato alla destra pur di tentare di ritornare a galla.
Per come sono andate le cose, dovremmo arrivare a pensare che quei voti al popolo del centrosinistra, Mario Pepe, li abbia presi con la menzogna e l’imbroglio, se gli è stato tanto facile cambiar casacca solo perché la sua storia andava in un’altra direzione.
Ma la politica non è un mestiere, è passione, e i politici dovrebbero essere come lo yogurt: avere la scadenza.
Invece, Pepe è ossessionato dal potere, quello fine a se stesso, ovviamente, e cede un pugno di consiglieri comunali – tra questi il genero – al centrodestra per poter stare dentro un’elezione, quella per la nuova Provincia, che per Forza Italia e compagni è persa in partenza.
Pazienza. Anzi, meglio così. Senza di lui il Pd è più forte ma soprattutto più credibile tra la sua gente.
Tradire partito ed elettori non è una cosa bella, è roba da imbroglioni. E se fossimo in  loro non stapperemmo champagne. 
Immaginiamo come sia andata la riunione di oggi, tutti con amuleti alla mano o ben nascosti; o chi non è stato sufficientemente previdente tutto il tempo con le mani in tasca o pronto a toccar ferro.  Perché i traditori portano sfiga sempre, perché chi tradisce una volta tradirà sempre, e poi perché il loro cartello politico di destra per le Provinciali è già più di là che di qua per affari suoi.
Mario Pepe è uno avvezzo ad avvelenare i pozzi, pensa di essere il più furbo di tutti. La verità è che non ha ne mai azzeccata una (è arrivato perfino a sostenere Monti e poi Casini e ancora Mastella a distanza di sei mesi l’uno dall’altro).  
Meno male che non sono imminenti le urne, quelle vere, altrimenti la verità verrebbe a galla e gli elettori emetterebbero fulmini e saette. Che senso ha tirarsi dentro la barca già di per sé precaria un bollito come lui, in libera uscita, per imbastire un’operazione con poche chance di successo? Il sospetto è che venga utilizzato come l’ennesimo utile idiota (utile?) funzionale a un disegno anti-Pd.
Da Giuda in poi tradire il padre non ha mai portato bene. 
Pepe – lo sappiano i suoi nuovi amici – è solo animato da sete di potere; ogni sua azione è mossa da rancore e da narcisismo personale, da delirio di onnipotenza, da attaccamento alla poltrona qualunque questa possa essere
Nessuno sano di mente affiderebbe ideali, libertà e vite a uno capace di vendersi per briciole, che, per giunta, finiranno prestissimo.
L’antipolitica e il grillismo si nutrono proprio di questi cattivi esempi di trasformismo politico. In nome dell’occupazione ossessiva del potere  dimostra un’agibilità inattesa per l’età. Perfino Tarzan sarebbe invidioso di lui, i partiti di destra – una volta questo, un’altra quello – sono liane su cui aggrapparsi nella speranza di evitare il fatale tonfo.
Mario Pepe si è auto-eletto a simbolo della peggiore politica decadente, quella che tiene lontani i giovani dalle urne. Specializzato in salto della quaglia, campione di trasformismo, anche questa volta il suo tentativo di riemergere dalle ceneri sarà un flop.
Questo tradimento sarà l’ultima patacca che si porterà nella tomba. 
01 settembre 2014           Teresa Ferragamo

 



 

 

Tra comunismo nazionale e locale, aprite gli occhi ! Segnalazione editoriale-invito alla lettura alla Redazione di Agorà di Mario Pepe e al Sindaco Claudio Ricci

Negli ultimi ... 20 anni... la "sinistra" in Italia ha avuto un ruolo FONDAMENTALE ovvero quello di fare passare riforme inaccettabili che se fossero state portate avanti dalle destre avrebbero causato rivolte popolari .... Purtroppo ancora in molti, troppi continuano a non vedere come stanno le cose e a farsi infinocchiare dal leader della "sinistra" di turno....
Pochi giorni fa questo Comitato civico coordinato da Rosanna Carpentieri ha indirizzato una segnalazione editoriale provocatoria al sindaco piddino di San Giorgio del Sannio (BN) e al direttore del giornale locale Agorà che ha come Direttore l'ex parlamentare democristiano poi passato al PD, Mario Pepe che ora si riconosce nella veste di tribuno e pontefice contro la stessa giunta in carica che egli stesso propinò e sostenne qualche anno fa, ingannando tout court i sangiorgesi.
L'inganno purtroppo è connaturale alla sinistra italiana e al comunismo ed è questione semplice e complessa che va assolutamente capita e assunta come punto fermo.
La conseguenza sarebbe che è del tutto fuori posto e non consente di avanzare di un solo passo il mero "stupore degli italidioti" se un certo Renzie è peggio di Berlusconi nella privatizzazione dei beni pubblici, se un sindaco ha completamente privatizzato e soggiogato ad interessi privatistici-speculativi la politica e il mandato istituzionale, se il più illustre e longevo Comunista italiano,  Re Giorgio Napolitano -per la seconda volta consecutiva Presidente della ex Repubblica italiana- ha scritto nel lontano 1977 (molto prima dunque del 1992...) quello che poi sarebbe divenuto il diktat ossessivo e antidemocratico  della Troika e del governo sovranazionale europeo, contrario quest'ultimo alla nostra Costituzione ed in mano a lobbies e banksters, con prostituzione adorante a David (Rockfeller...) e al F.M.I. (!!!)

Aprite gli occhi !

Di seguito trascriviamo la lettera inviata al Sindaco Claudio Ricci e all'ex Onorevole Mario Pepe.
Nessun riscontro. A conferma della loro monocorde e sclerotica  miopia e refrattarietà alla verità dei fatti e al discorso serio.

Incidenter tantum,ma ha senso che un più volte ex sindaco sangiorgese e inconcusso burattinaio più o meno occulto della vita politico-amministrativa sangiorgese, lanci oggi una raccolta firme per "chiedere un parco-giochi su Viale Spinelli, valore stimato 4-6000 euro" ?  

Non saranno il narcisismo e le percezioni senili a distorcere la verità della storia e dei fatti.

AGLI ORGANI DI INFORMAZIONE-COMUNICATO STAMPA


Spett.le Redazione di Agora,

il nostro motto è: DOCUMENTI MOLTI,  "CHIACCHIERE" POCHISSIME ...........

BASTA LEGGERE PER CAPIRE MOLTE COSE !

E' uscito edito da Editori Riuniti l'ultima fatica, stavolta editoriale, del vostro Presidente della Repubblica Giorgio NAPOLITANO dal titolo: "PROPOSTA DI PROGETTO A MEDIO TERMINE".

Invitiamo la Redazione di Agorà e i suoi lettori a comprarlo e leggerlo (sarebbe ora...!).

Questo è il vero comunismo italiano !

Quello che, tra le altre cose,  rappresenta una svolta di primo ordine: la rottura del silenzio complice da parte de Il Comunista Italiano ultranovantenne.

http://www.ebay.it/itm/PROPOSTA-DI-PROGETTO-A-MEDIO-TERMINE-PCI-Comunismo-Politica-1977-Comitato-Storia-/300794994236

Passate parola anche all'esimio Direttore ex onorevole DC-PD Mario Pepe e al Sindaco Claudio Ricci di San Giorgio del Sannio (BN).

Affinchè...come dice -  in prima e in quarta di copertina - Re Giorgio Napolitano, sia suscitato "il più ampio e serrato dibattito tra le forze politiche e sociali "... (sarebbe ora...!).

Segnaliamo a pag. 122 l'immancabile (?) "inchino devoto" al F.M.I.

Grazie per la publicazione.

Saluti.




Rosanna Carpentieri
Coordinatrice del Comitato Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia


(di fatto, equivalente al "chiasso complice"...).


RENZI PEGGIO DI BERLUSCONI: BENI COMUNI QUOTATI IN BORSA
Renzi peggio di Berlusconi. Se quest’ultimo, non più tardi di due mesi dalla straordinaria vittoria referendaria sull’acqua del giugno 2011, aveva provato rimettere in campo l’obbligatorietà della privatizzazione dei servizi pubblici locali (bocciata l’anno successivo dalla Corte Costituzionale), Renzi con il “pacchetto 12” contenuto nello “Sblocca Italia” fa molto di più.
Questa volta non si parla “solo” di privatizzazione, bensì di obbligo alla quotazione in Borsa: entro un anno dall’entrata in vigore della legge, gli enti locali che gestiscono il trasporto pubblico locale o il servizio rifiuti dovranno collocare in Borsa o direttamente il 60%, oppure una quota ridotta, a patto che privatizzino la parte eccedente fino alla cessione del 49,9%.
Se non accetteranno il diktat, entro un anno dovranno mettere a gara la gestione dei servizi; se soccomberanno otterranno un prolungamento della concessione di ben 22 anni e 6 mesi!
Come già Berlusconi, anche Renzi si mette la foglia di fico di non nominare l’acqua fra i servizi da consegnare ai capitali finanziari; ma, a parte il fatto che il referendum non riguardava solo l’acqua, bensì tutti i servizi pubblici locali, è evidente l’effetto domino del provvedimento, sia sulle società multiutility che già oggi gestiscono più servizi (acqua compresa), sia su tutti gli enti locali che verrebbero inevitabilmente spinti a privatizzare tutto, anche per poter usufruire delle somme derivanti dalla cessione di quote, che il Governo pensa bene di sottrarre alle tenaglie del patto di stabilità.
Nel pieno della crisi sistemica, ecco dunque il cambio di verso dello scattante premier: non più l’obsoleta privatizzazione dei servizi pubblici locali, bensì la loro diretta consegna agli interessi dei grandi capitali finanziari, che da tempo attendono di poter avviare un nuovo ciclo di accumulazione, attraverso “mercati” redditizi e sicuri (si può vivere senza beni essenziali?) e gestiti in condizione di monopolio assoluto (per un solo territorio vi è un solo acquedotto, un solo servizio rifiuti).
Da queste norme, traspare in tutta evidenza l’idea non tanto dell’eliminazione del “pubblico” –quello è bene che rimanga, altrimenti chi potrebbe organizzare il controllo sociale autoritario delle comunità?- bensì della sua trasformazione da erogatore di servizi e garante di diritti, con un’eminente funzione pubblica e sociale, in veicolo per l’espansione della sfera d’influenza degli interessi finanziari sulla società.
Naturalmente, è ancora una volta la Cassa Depositi e Prestiti ad essere utilizzata per questo enorme disegno di espropriazione dei beni comuni: come già per la dismissione del patrimonio pubblico degli enti locali, è già allo studio un apposito fondo per finanziare anche la privatizzazione dei servizi pubblici locali.
Emerge, oggi più che mai, la necessità di una nuova, ampia e inclusiva mobilitazione sociale, che deve assumere la riappropriazione della funzione pubblica e sociale dell’ente locale come obiettivo di tutti i movimenti in lotta per l’acqua e i beni comuni, e di una nuova finanza pubblica e sociale, a partire dalla socializzazione di Cassa Depositi e Prestiti.
E, poiché il disegno di espropriazione dei servizi pubblici locali viene portato avanti con il pieno consenso dell'Anci, espresso a più riprese dal suo Presidente Piero Fassino, una domanda sorge spontanea: non è il momento per i molti Sindaci che ancora non hanno abdicato al proprio ruolo di primi garanti della democrazia di prossimità per le comunità locali, di iniziare a ragionare su un'aggregazione alternativa degli enti locali, fuori e contro un Anci al servizio dei poteri forti?

Leggete anche: http://sangiorgiodelsannio.blogspot.it/2014/06/emancipazione-dei-cittadini-sangiorgesi.html


sabato 23 agosto 2014

La sagra sangiorgese della salsiccia e le sagre della cuccagna. Il punto della situazione

L'ideatore ed organizzatore della Notte bianca sangiorgese, evento-vergogna 
della cittadina dal 2006 ad oggi.

notte14 

«Mancanza di sicurezza, scarsa igiene ed evasione fiscale connotano le sagre italiane.» Questo è l’allarme. 
Sagre e feste popolari sono eventi importanti, ma va garantito il rispetto delle fondamentali regole di sicurezza e di igiene e di fiscalità.

A lanciare il grido d'allarme sono anche il comitato sangiorgese Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia e le "pro loco" italiane. 
«Siamo seriamente preoccupati - dice a Labitalia Claudio Nardocci, presidente dell'Unione nazionale delle pro loco (Unpli) - per l'esplosione del numero di sagre senza controlli di sicurezza e igiene, organizzate da comitati improvvisati, veri e propri gruppi di rapina, che ha caratterizzato la scorsa stagione estiva e durante la quale, secondo gli ultimi rilevamenti, un italiano su due ha frequentato le tradizionali feste dei tanti campanili italiani. 
Dati alla mano - fa notare Claudio Nardocci - abbiamo calcolato circa 25 milioni di persone fra italiani e stranieri che ogni anno partecipano a sagre e manifestazioni analoghe. Tutte persone che però hanno il diritto di essere tutelate».

La Coldiretti stima in 350 milioni di euro il volume d'affari delle sagre, scaturito da circa 18 mila eventi sul territorio nazionale, pari a una media di 250 appuntamenti al giorno, cifra che sale a quasi mille nel periodo estivo.

Sagre e feste sono sicuramente momenti di ritrovo e svago per la pancia della collettività  ma, considerato che queste iniziative spesso si affiancano all’offerta garantita da bar e ristoranti dei quartieri e dei paesi, bisogna quanto meno mettere tutti sullo stesso piano, soprattutto sul fronte della sicurezza. 
Invece si crea troppe volte una concorrenza che diventa sleale, poiché si basa su una sostanziale differenza di trattamento tra chi fa questa attività per professione, e deve attenersi a regole molto severe, e chi lo fa per “volontariato”, pensando di essere esente da qualsiasi obbligo. 
In verità la sicurezza va garantita in tutti i casi. 
La necessità, anche in caso di spettacoli e intrattenimenti organizzati da circoli privati, di ottenere l’autorizzazione di agibilità, con parere della competente Commissione di Vigilanza. 
Quindi l’obbligo, a cui sono chiamati gli organizzatori di questi eventi, di predisporre uno specifico piano di emergenza. 
Ci sono poi spettacoli e intrattenimenti, per i quali, si ritiene opportuno prevedere l’obbligo del rilascio della licenza di cui all’articolo 68 del TUPLS e le necessarie verifiche della Commissione di vigilanza, visti i rischi potenziali per il pubblico in termini di sicurezza ed indipendentemente dalla presenza o meno di strutture destinate agli spettatori. 
Infine il capitolo “Prevenzione incendi”, la cui normativa in alcuni casi si può applicare anche a sagre e feste. 
Si tratta in sostanza di garantire gli stessi standard di sicurezza ad attività che per certi versi ricalcano quelle di un ristorante e di un bar. 

E se poi vogliamo affrontare la questione in tutte le sue sfaccettature dovremmo parlare anche di tassazione, perché è indubbio che i vantaggi riservati dal fisco a questi eventi stanno alla base del proliferare di feste organizzate dalle associazioni più indefinite e che in molti casi nulla hanno a che fare con la tradizione popolare e gastronomica del territorio. 
Insomma, troppe volte la festa diventa un modo per “fare cassa” in barba al fisco. Invece anche qui si dovrebbe intervenire con una norma specifica. Basti pensare che, secondo uno studio della Federazione pubblici esercizi nazionale, eliminando le esenzioni fiscali di cui beneficiano sagre, feste di partiti politici, circoli privati, circoli sportivi e quant’altro si recupererebbero le risorse sufficienti per evitare l’aumento periodico dell’Iva .
Come dire: togliendo un privilegio di pochi, ne avremmo un vantaggio tutti, senza disparità di trattamenti.

Perché alle sagre è permesso far lavorare minorenni, non avere indumenti idonei, non fare scontrini, mentre in un ristorante dobbiamo applicare ogni norma di legge? 
Domanda in cui vengono toccati punti importanti: il lavoro minorile, i costi del personale, gli orari di lavoro, tutti i vincoli sanitari, i problemi fiscali e di evasione e non ultima l’igiene.  
Se questi obblighi sono veramente necessari, come crediamo, devono essere imposti a tutti. Senza alcuna intermittenza o benevolenza. La legge deve essere uguale per tutti.

Invece, mentre di giorno gli italioti si spellano le mani sulle frasi pro o contro Silvio Berlusconi, fresco del titolo di “Pregiudicato”, inneggiando tutti, comunque, in favore alle manette ai polsi altrui, gli stessi italioti, appunto, la sera organizzano o partecipano ad insalubri ed illegali feste tradizionali e sagre gastronomiche di paese. A centinaia in tutta l’italica penisola sono presenti le fonti di tutte le illegalità.
Queste manifestazioni più che essere festa per i turisti, è una speculazione illegale per fare la festa ai turisti.
Non si ha nessuna fiducia sulla qualità delle pietanze servite in queste sagre vendute al prezzo del pranzo in un ristorante, o  appena qualcosa meno. 

E non si riesce nemmeno a vedere l’utilità di queste manifestazioni, spesso sfoggio delle amministrazioni, occasioni di sperpero consistente di danaro pubblico non certificato in alcun bilancio o documento contabile, passerella per le Pro Loco e più sì che no, turibolo di ogni nefandezza. 
E' proprio il caso della sagra della salsiccia di San Giorgio del Sannio, denominata "notte bianca" dall'ideatore Claudio Ricci, prima nel 2006 assessore della Giunta Nardone , ora sindaco con il beneplacito dell'ex parlamentare piddì Mario Pepe.


Con il termine tecnico di "feste temporanee"  si individuano tutti quei festeggiamenti, manifestazioni, fiere, sagre o simili,  organizzati da parte di associazioni varie, pro loco, comitati, ecc...in modo estemporaneo e saltuario, per un periodo breve (da alcune ore ad alcuni giorni) senza una sede fissa, in cui in genere si ha il culmine nella preparazione e somministrazione estemporanea di pasti più o meno ricchi.

Tali manifestazioni proprio per la loro occasionalità ed elevata promiscuità di cose e persone, rappresentano un potenziale rischio per la salute pubblica; il rischio può derivare dalla inosservanza delle più elementari norme igieniche: 
l’autorità sanitaria competente per territorio (il sindaco), avvalendosi della consulenza professionale del Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione dell’ASL, dovrebbe cercare di assicurare e pretendere degli standard minimi di accettabilità igienica da rispettare per il corretto svolgimento della manifestazione. 
Al fine di consentire tale garanzia ogni festa temporanea dovrebbe quindi essere autorizzata mediante la presentazione di alcuni documenti. 


Le attività di preparazione somministrazione di alimenti presenti nelle manifestazioni temporanee sono soggette a segnalazione certificata di inizio attività (SCIA) da inviare alla ASL competente  (anche in formato cartaceo) e per conoscenza al Comune dove si tiene la manifestazione, almeno 10 (dieci) giorni prima dell'inizio della stessa. 

Alla segnalazione (SCIA) occorre allegare copia della ricevuta del versamento attestante il pagamento dei diritti sanitari.  
La Segnalazione certificata dell'inizio attività per manifestazione temporanea (SCIA) da presentare all'ASL con il rispetto dei requisiti igienico sanitari previsti dalla Regione di riferimento al fine di garantire un elevato livello di tutela dei consumatori con riguardo alla sicurezza degli alimenti. 

Invece spesso e volentieri queste sagre non solo non sono autorizzate, ma non sono nemmeno comunicate. 

E, notate bene, per ovviare a questa discrepanza sindaci e comandanti dei vigili urbani si danno alla macchia, per non essere accusati di sapere e di non intervenire e quindi da considerare a tutti gli effetti, complici della illegalità.

La coordinatrice del comitato
Rosanna Carpentieri

mercoledì 18 giugno 2014

Emancipazione dei cittadini sangiorgesi e Sindaco Sovrano

Leggetevi il Manifesto del sindaco sovrano, avrete chiarissima l'inadeguatezza del nostro sindaco nell'amministrare il contingente e la sua sbalorditiva , godereccia e pericolosa miopia...Svegliatevi! Sarebbe ora concittadini ! E scrivete , e interloquite anche col vostro "tribuno della plebe" Mario Pepe, fatevi sentire, diteglielo che non abbiamo bisogno di lui che ormai è poco più di un pezzo di antiquariato ma, soprattutto, il responsabile maggiore dell'attuale degrado !
Dopo avere sostenuto la giunta Ricci, come quella Nardone, dopo essere stato per mezzo secolo il burattinaio della vita politico-amministrativa sangiorgese, ora invoca a suon di manifesti  la via giudiziaria ostentando a destra e manca l'autorevolezza della magistratura beneventana.
Ma quante denunce ha sinora avuto il coraggio di presentare e sporgere ?
Allora, chi deve prendere l'iniziativa?
Diffidate da chi oltre al bla bla bla supponente non offre l'umiltà e la coerenza dell'esempio.
Emancipatevi.


SINDACO SOVRANO e LIBERAZIONE 

L’Italia ha circa 8.100 Comuni, vera ricchezza di un Paese in cui le diversità sono patrimonio: un esercito di Sindaci a difesa della Casa Comune, l’ultimo baluardo delle istituzioni sul territorio, il primo riferimento per una liberazione-obiezione di coscienza.
Diventa urgente così che la figura del Sindaco debba essere intesa come quella di un Sindaco Sovrano.

MANIFESTO DEL SINDACO SOVRANO

1) Il Sindaco Sovrano opera per il Bene Comune, per il proprio territorio e per la propria cittadinanza, avendo come dovere istituzionale e civile quello di tutelare la dignità ed il benessere delle persone e delle famiglie residenti
2) Il Sindaco Sovrano assume, fermo restando la Costituzione Italiana e la Carta dei Diritti dell’Uomo, come riferimento ideale, etico e morale i seguenti punti insopprimibili: la Sacralità della Vita; la Centralità dell’Uomo; la Supremazia del Diritto naturale su Economia e Finanza; la Moneta come mera Misura del Valore
3) Il Sindaco Sovrano lavora, secondo legge e secondo coscienza, nel rispetto del punto 1, anche quando una legge nazionale o sovranazionale ne contrasti il contenuto e non dovesse permettere la salvaguardia del Bene Comune
4) In tutti i casi in cui si accerti che la dignità della persona e della famiglia venisse messa in discussione, il Sindaco Sovrano interviene per il ripristino di tale dignità e per l’applicazione di interventi di solidarietà adeguati, con tutti i mezzi e le azioni necessarie
5) In tutti i casi in cui si accerti che la sicurezza del proprio territorio (condizione di dissesto geologico, finanziario, ambientale, …) venisse messa in pericolo, il Sindaco Sovrano interviene in tutte le sedi opportune, ma innanzitutto con le leve a disposizione della Casa Comunale, per liberare, ovvero per reperire, le risorse sufficienti al ripristino della sicurezza necessaria
6) Il Sindaco Sovrano lavora per un progetto territoriale in cui cittadini, imprese, enti e casa comunale diventino a tutti gli effetti gli attori primi ed i referenti primi ed ultimi di un sistema virtuoso di produzione-consumo-sviluppo del territorio, che si vincoli a far rimanere nel proprio Comune, e nei Comuni con i quali si sia stabilito una cooperazione siffatta, la ricchezza ed il valore del proprio lavoro. A tal fine adotterà le soluzioni monetarie ed economiche a sostegno di tale progetto e prospettiva
7) Il Sindaco Sovrano adotta un sistema monetario-finanziario che istituisca associazione con i protagonisti territoriali (vedi punto 6) perché la Casa Comune diventi motore moltiplicativo di ricchezza, sviluppo, sostenibilità, solidarietà per il Bene Comune del proprio Territorio
8) Il Sindaco Sovrano adotta, in tutti i casi necessari alla tutela ed al rispetto dei punti precedenti, la disobbedienza, ovvero la Politica come Obiezione di Coscienza quale modello culturale, etico, politico di riferimento
9) Il Sindaco Sovrano, consapevole dei diritti e dei doveri inerenti alla sua carica di Sindaco, onora il proprio mandato per il compimento dei punti sopra esposti e dei punti di programma per i quali i cittadini gli hanno riconosciuto merito di governo; per il raggiungimento di entrambi è pronto ad esercitare Obiezione di Coscienza in tutti i casi in cui si rendesse necessario
10) Il Sindaco Sovrano opera al servizio della cittadinanza intera, e di ogni singolo cittadino, aldilà del voto espresso, dell’appartenenza politica, dell’ideologia, dell’estrazione sociale, della razza, della religione, nella consapevolezza che ogni cittadino, come sopra, ha il preciso dovere di lavorare ed operare per il Bene Comune e per il proprio Territorio, in sintonia con il proprio bene ed interesse


Per il Comitato Italiano Popolo Sovrano

Luigi De Giacomo e Rosanna Carpentieri
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