CIVISMO FEDERATO
Il 30 gennaio, presso il Teatro Belli in Roma, si è tenuto il
primo incontro tra i rappresentanti di FEDERCIVICA e quelli di
diverse liste civiche provenienti dall’intero territorio nazionale.
L’incontro si proponeva di mettere “INSIEME” liste civiche,
associazioni, comitati cittadini che, senza distinzione di idee politiche e
senza rinunciare alla propria identità e specificità (anche territoriale),
avessero come obiettivo comune la volontà di riscrivere le regole della
democrazia.
L’intento comune è quello di eliminare la frammentazione
delle liste civiche e costituire un movimento politico nuovo, civico e
proveniente dal basso, svincolato dai partiti tradizionali, attento alle
problematiche vere della collettività, vigile nel rispetto dei principi di
legalità e nella trasparenza dell’azione amministrativa ed infine,
dotato di competenze e valori morali individuali tale da rappresentare
un netto segno di discontinuità con i partiti attuali.
Incassato questo successo, ora l’attenzione di Federcivica si
sposterà al prossimo incontro e ad avviare un piano operativo per
Roma ed altre città che si apprestano ad eleggere i nuovi
amministratori locali.
Il treno di FEDERCIVICA comincia a correre e non farà
molte fermate.
Il civismo federato è ormai una realtà nazionale!
E di essa dovrà prendere atto il primo cittadino di San Giorgio del Sannio (BN) Claudio Ricci.
Un atteggiamento di totale chiusura, quella che emerge ed è sempre stata ingombrante da parte del primo cittadino, nei confronti – dice Carpentieri – di una realtà che ha manifestato “un’insistente volontà di dialogo con i cittadini”. “Nonostante il nostro impegno civico – continua la coordinatrice – siamo stati maltrattati, finanche con l'abuso di querela e l'uso strumentale dell'attività giudiziaria: con ciò Claudio Ricci ha solo dimostrato di non credere alla partecipazione dei cittadini”.
E ciò è molto grave. A questo punto il comitato Cittadini per la Trasparenza e la Democrazia chiede che sindaco e giunta si ravvedano, e diano le dimissioni per manifesta incapacità di dialogo con i cittadini.
Ci tormenta il pensare ondivago, tra il pessimismo e l’ottimismo, che ci ostacola a vedere le cose come sono e ci impedisce di concentrarci sul fare, lasciandoci adagiare sulla schiuma delle nervature psicologiche medianiche. Quel che è certo è che abbiamo bisogno di ritrovare il senso della nostra marcia. Non possiamo giocare in difesa.
La politica ha questo compito, non l'unico, di aiutare il paese a trovare la sua strada. Negli ultimi anni la politica a livello locale col primo cittadino e a livello nazionale, è invece apparsa sostanzialmente l’ostacolo in questa ricerca.
Oggi a San Giorgio abbiamo più tasse di prima,e più elevate; non si è innovato in nulla a fronte di servizi INESISTENTI e/o servizi meno soddisfacenti (solo a titolo esemplificativo, dagli uffici postali alle piccole scuole sino alla totale disattenzione per una politica dei servizi sociali e per la creazione di posti di lavoro per i giovani nell'ottica della comunità e della solidarietà, nonchè della legalità in un contesto basale in cui ogni imprenditore persegue il proprio successo ma non prescindendo dalla legalità, dagli altri consociati e dal resto del mondo, ma proprio grazie all’agire collettivo, proprio grazie alla comunità.
I disservizi idrici, la mancanza di acqua (sic!) sono la cartina al tornasole di un'amministrazione incapace e collusa con i poteri economicamente forti ed ostica ai cittadini e alla loro partecipazione attiva.
Bisogna assolutamente incrementare la partecipazione, il controllo del potere,il patrimonio di volontariato, di mutuo aiuto, di autogoverno: insomma, di quei valori civili ai quali bisogna pur attingere per ritrovare la via d’uscita dal labirinto dei falsi valori nel quale il paese si è cacciato.
Il civismo federato merita assoluta attenzione affinché queste forze provenienti dal basso si mettano in rete, si facciano conoscere, si rafforzino in modo federato, per offrire così il proprio contributo ad una politica locale e nazionale che torni a essere più vera, meno artificiale, più capace non tanto di “parlare al Paese”, quanto di abitarlo, di capirlo, di viverlo.
E allora, “Zaino in spalla!”. Sono queste le parole che precedono la partenza di una comitiva in montagna, quando un gruppo di amici sta per cominciare il cammino oppure per riprenderlo, dopo una pausa. Parole dai molti significati.
Invitano a partire, a non indugiare oltre nell’attesa, perché spesso il cammino non è né breve né agevole. Si intende che ognuno porta la sua parte, il peso che è giusto: non di più, non di meno.
Nel primo caso non si supera la salita e si resta indietro; nel secondo si fa i furbi e si viaggia “a spalle degli altri”.
E questo è contrario allo spirito della montagna, che è spirito di condivisione.
Vuol dire stare insieme. In cordata. E davanti va chi conosce il sentiero.
Il capo cordata, che tale è perché tutti hanno fiducia in lui, della sua capacità di leggere i segni e di portare gli amici fino al rifugio, anche se il tempo peggiora, anche nelle nebbie che talvolta nascondono le cime e confondono il paesaggio conosciuto. Anche i sangiorgesi hanno bisogno sentirsi dire: “zaino in spalla!” Di riprendere il cammino, in cordata, dietro capi degni di fiducia e di rispetto, caricati di un peso giusto e proporzionato alle capacità. Abbiamo bisogno anche noi sangiorgesi di ripartire con creatività, di non indugiare oltre, di ritrovare le tracce del sentiero.
Perché le nebbie nascondono le cime e coprono la meta, ma non la cancellano. Basta ritrovare il sentiero...
La coordinatrice del comitato
Rosanna Carpentieri